Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, recensione: un gradito ritorno a Panem

Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente - una scena del film
Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente - una scena del film

La nostra recensione di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, film prequel della celebre saga diretto da Francis Lawrence con Tom Blyth, Rachel Zegler, Peter Dinklage e Viola Davis: il ritorno a Panem è riuscito, tra spinta politica e spettacolo

Sono passati otto anni dalla fine della saga di Hunger Games, e dopo così tanto tempo tornare nel mondo di Panem poteva sembrare un azzardo visto lo status di cult generazionale a cui l’opera di Suzanne Collins è assurta. A Hollywood però, si sa, le storie di successo non hanno mai davvero una fine e quindi, grazie anche all’omonimo materiale letterario della Collins, si è deciso di portare in scena le origini dell’ascesa al potere del perfido Coriolanus Snow, ben 65 anni prima degli eventi della saga principale. Torna Francis Lawrence dietro la mdp di Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente, stavolta affiancato da Tom Blyth, Rachel Zegler, Peter Dinklage e Viola Davis.

Chi è Coriolanus Snow?

Anni prima di diventare il tirannico presidente di Panem, il diciottenne Coriolanus Snow (Tom Blyth) è l’ultima speranza per il buon nome della sua casata in declino. Con l’avvicinarsi dei decimi Hunger Games, Snow teme per la sua reputazione poiché nominato mentore di Lucy Grey Baird (Rachel Zegler), la ragazza tributo del povero Distretto 12. Ma quando Lucy Grey magnetizza l’intera nazione di Panem cantando con aria di sfida alla cerimonia della mietitura, Snow comprende che potrebbe rivelarsi una carta vincente. Unendo istinto per lo spettacolo e astuzia politica, Snow e Lucy mireranno alla sopravvivenza in una corsa contro il tempo che decreterà chi è l’usignolo e chi il serpente.

Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente - Tom Blyth e Rachel Zegler
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente – Tom Blyth e Rachel Zegler

Meno panem et circenses

Che nella saga ideata da Suzanne Collins vi sia una critica mirata sia all’insaziabile voyeurismo del dolore alimentato dai media, che al pericolo rappresentato da una società classista e autocratica è ormai lampante, ma nessuno dei film precedenti della saga finora si era spinto a ricercare le cause e le motivazioni alla base di certe dinamiche di potere. Ora, Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente non ha tanto un intento politico o antropologico, ma piuttosto cerca di fotografare la parabola discendente di un uomo che si trova ad anelare le oscure bramosie del potere. Perché Coriolanus Snow, già  nella tetralogia col volto di un perfetto Donald Sutherland, non è certo nato despota.

Per cercare di dare forma al villain che sarà Francis Lawrence si è quindi affidato al giovane Tom Blyth il quale, pur prendendo la sfida diretta con Rachel Zegler, beneficia di un importante cambio di scenario e prospettiva nel terzo atto per dare maggiore profondità e sfumature al proprio Snow. Questo prequel infatti lavora molto meno sull’impianto spettacolare, sacrificando anche in parte gli stessi giochi (comunque decisamente più crudi e grezzi che in passato), e invece preferisce dare maggiore risalto all’ambiguità, ai non detti tra i personaggi, alle lotte oscure per il controllo delle potere nelle stanze dei bottoni e fuori, tra le periferie piene di quegli esponenti della working class.

Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente - Tom Blyth e Viola Davis
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente – Tom Blyth e Viola Davis

Passato e futuro

Tutto ciò si traduce in una pasta più oscura e in una materia narrativa che fa della corruzione, del progressivo avvelenamento di sogni, ideali e speranze il proprio punto focale. Perché la Panem raccontata in Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente è meno patinata rispetto a quella della prima tetralogia, persino nelle sequenze ambientate a Capitol City, qui molto meno futuristiche, più sporche e arrugginite. Non è un caso che questo film porti in dote un certo carico emotivo e tematico legato più al passato che al futuro, e che qui la posta in gioco sembra riguardare in maniera ancora più decisa il mantenimento di un certo status quo piuttosto che un cambiamento.

Merito anche e soprattutto di un gran lavoro fatto sul villain, la magnetica e perfida Volumnia Gaul a cui presta volto e fattezze Viola Davis, qui più divertita che mai. La Gaul rappresenta tutto ciò che Snow diventerà in futuro, ma è una figura ancora più ambigua perché non agisce direttamente sul potere ma dietro di esso, senza esporsi e quindi senza far sì che il proprio credo distorto possa diventare benzina per una possibile rivoluzione. Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente lavora quindi piuttosto bene sul non svelamento, nascondendo le proprie intenzioni e quelle dei suoi personaggi attraverso la coltre fumosa e difficilmente penetrabile del dubbio.

Hunger Games: La ballata dell'usignolo e del serpente - Rachel Zegler
Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente – Rachel Zegler

Una maggiore oscurità

Nonostante la presenza di qualche personaggio atto ad ammorbidire il peso emotivo delle vicende, almeno all’apparenza, come l’antesignano Lucretius Lucky di Jason Schwartzman del personaggio di Stanley Tucci, Lawrence spinge sulla cupezza, su un maggior uso di violenza e crudezza (con il sangue comunque sempre fuori campo) e su un tono che si fa via via sempre più malinconico. Il terzo atto poi sconvolge le carte in tavola e ci fa allontanare dai giochi, perché a quel punto il focus si fa più intimo e personale pur continuando a ricercare l’universalità del tema del potere che qui viene semplicemente declinato in una chiave diversa, relazionale prima ancora che sociale.

Grazie anche ad una buona chimica che si instaura tra Blyth e la Zegler la vicenda non si sposta mai da Coriolanus e da Lucy, perché è attraverso le loro azioni e le loro reazioni che ci viene rappresentato il tradimento degli amici e di un ideale, la conquista disperata di una propria identità anche a scapito della propria anima, la paura e la fascinazione assieme della morte, il valore dei sentimenti e della libertà. Non è poco per un blockbuster destinato ad un pubblico di ragazzi e ragazze, ed è abbastanza per perdonare tutte le imperfezioni e qualche buco logico o narrativo (che comunque ci sono). Speriamo di poter tornare a Panem di nuovo.

TITOLO Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente
REGIA Francis Lawrence
ATTORI Tom Blyth, Rachel Zegler, Peter Dinklage, Viola Davis, Jason Schwartzman, Hunter Schafer, Josh Andrés Rivera
USCITA 15 novembre 2023
DISTRIBUZIONE Notorious Pictures

 

VOTO:

Quattro stelle

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