How to Have Sex, recensione: un bel racconto di formazione tra Me Too e illusione

How to Have Sex - Mia McKenna
How to Have Sex - Mia McKenna

La nostra recensione di How to Have Sex, film che ha aperto Alice nella Città allo scorso Festival di Roma diretto da Molly Manning Walker con Mia McKenna Bruce: un vero e proprio romanzo di formazione sul prezzo dell’abuso e sulla fine di ogni illusione

Ad ottobre ebbe l’onore e l’onere di aprire Alice nella Città e ufficiosamente la Festa del Cinema di Roma, ora How to Have Sex è arrivato nelle sale con il suo carico dirompente di giovinezza, feste e spensieratezza che però vengono irrimediabilmente appannate da una tragedia: quella della violenza sessuale. La regista inglese Molly Manning Walker si affida ad un cast di giovanissimi capitanato dalla brava Mia McKenna per un racconto spigoloso e scomodo, che si appoggia alla struttura di un romanzo di formazione in cui però alla fine il premio non è la felicità o un sogno realizzato, bensì la sopravvivenza.

How to Have Sex - Mia McKenna e Samuel Bottomley
How to Have Sex – Mia McKenna e Samuel Bottomley

Una vacanza indimenticabile

Tre adolescenti di nome Tara (Mia McKenna), Skye (Lara Peake) ed Em (Enva Lewis), partono per Creta dopo aver terminato gli esami finali delle superiori, per vivere quella che sperano sia la migliore vacanza della loro vita. Oltre a sole, balli e alcol, le ragazze progettano di fare sesso per la prima volta durante il viaggio, ma tutto precipita quando una sera conoscono Paddy (Samuel Bottomley) e il suo amico Badger (Shaun Thomas). Dopo una notte passata sulla spiaggia, infatti, sia Badger che le amiche di Tara cominciano a sopettare che Paddy possa aver sessualmente abusato di quest’ultima.

How to Have Sex - Mia McKenna
How to Have Sex – Mia McKenna

Giovani e non dannati

Ah, la giovinezza. Non c’è probabilmente momento della vita più amato dal cinema, perché tutto ciò che rappresenta è sinonimo della materia stessa di cui è composta la settima arte: il dinamismo, il cambiamento costante e repentino, la voglia di azzardare e di rischiare, di essere ambiziosi e incoscienti. Eppure, delle volte, il cinema ha raccontato la primavera dell’esistenza anche portandone alla luce i lati più oscuri, ed è un po’ quello che cerca di fare anche How to Have Sex nei riguardi della sessualità e del racconto della prima volta di Tara e delle sue amiche.

Una sorta di versione meno cattiva e meno di pancia del meraviglioso Spring Breakers di quel geniaccio di Harmony Korine, perché qui le nostre ragazze sono davvero delle brave ragazze che vogliono solo passare una settimana all’insegna del divertimento più sfrenato. Ed è inoltre un film più plasticoso e instagrammabile quello di Molly Manning Walker, ove il confine tra reale e artefatto sfuma nei contorni di una foto o di un reel, ma che diventa umanissimo e di colpo brutale quando la festa finisce e ci si ritrova a dover tornare a casa da sole all’alba, in una strada vuota. Giovani poco dannati ma non per questo santi quelli di How to Have Sex, che diventano orchi incapaci di empatia.

How to Have Sex - Enva Lewis e Mia McKenna
How to Have Sex – Enva Lewis e Mia McKenna

Il calvario di Tara

L’aspetto certamente più interessante e riuscito di How to Have Sex sta però nella sua protagonista, interpretata con grande realismo da Mia McKenna al suo debutto cinematografico dopo tanta televisione. La progressiva discesa negli inferi di Tara è infatti lavorata su più piani perché all’attesa per la sua prima volta e a quel sentimento di anticipation si sommano l’incertezza per il proprio futuro (dopo essere stata bocciata agli esami), l’insicurezza di fronte ad una situazione che si fa via via più grande di lei diventando paura e soprattutto il suo sentirsi costantemente inadeguata.

Sentimenti assai comuni negli adolescenti che in tara esplodono perché il suo senso di inadeguatezza è prima ancora umano che sociale, in quanto è l’unica vergine con un futuro che è un gigantesco buco nero. Un disagio che nel film viene evidenziato in maniera anche un po’ parossistica, ma che le dona quella necessaria tridimensionalità di carattere  e intenti in grado di non renderla una diciottenne macchietta. Nel frattempo però intorno a Tara si muovono le gelosie, i tradimenti tipici di quell’età, il sesso svuotato di ogni suo significato erotico o di senso tout court; How to Have Sex ragiona sulla programmaticità dell’esperienza sessuale, che per questo diventa ancora più dolorosa quando si trasforma in abuso.

Per il resto Molly Manning Walker non concede sconti di nessun tipo, disegna e fotografa i contorni di un’adolescenza ormai al tramonto che prevede una crescita e una maturazione necessarie per affrontare la vita vera, quella adulta e responsabile. Peccato solo che i suoi ragazzi e le sue ragazze siano alla ricerca di una via da seguire, di una speranza o magari di un sogno vero e proprio e che, nell’attesa, cerchino di soffocare il dolore con tutto quello che riesce a donare loro un po’ di quella vita così sfuggevole (o almeno così credono). Perché diventare grandi è schifoso ma indispensabile, anche quando si porta dentro di sé il dolore di una prima volta che ha i contorni di un incubo.

TITOLO How to Have Sex
REGIA Molly Manning Walker
ATTORI Mia McKenna, Lara Peake, Enva Lewis, Samuel Bottomley, Shaun Thomas
USCITA 1 febbraio 2024
DISTRIBUZIONE Teodora Film

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

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