Full Time – Al cento per cento, recensione: Laure Calamy nel frenetico dramma di Éric Gravel

Full Time - Al cento per cento - Laure Calamy
Full Time - Al cento per cento - Laure Calamy

La nostra recensione di Full Time – Al cento per cento, dramma francese di Éric Gravel, con una intensa Laure Calamy nei panni di una donna incastrata in una vita frenetica, Miglior Regia e Attrice a Orizzonti di Venezia 78

Frenesia. Il termine perrfetto per descrivere gli ultimi decenni della storia umana. Velocità, concorrenza, produttività, fretta sono i pilastri fondamentali di una società in un perenne stato di movimento convulso. Un dinamismo incessante che, se da un lato ha permesso all’umanità di compiere salti da gigante in lassi temporali minimi, dall’altro comporta conseguenze deleterie sui singoli individui. Le donne e gli uomini contemporanei non hanno tempo. Sono troppo impegnati a correre dietro a scadenze, necessità, bisogni per prendersi cura di se stessi e di chi sta loro intorno. Come Julie, protagonista dell’incisivo Full Time – Al cento percento, un dramma che fotografa la frenesia contemporanea con estrema efficacia che è valso al suo regista Éric Gravel e alla sua straordinaria protagonista Laure Calamy i premi Miglior Regia e Miglior Attrice della sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia 2021.

Full Time - Al cento per cento - Laure Calamy in una scena
Full Time – Al cento per cento – Laure Calamy in una scena

Una vita senza pause 

Julie (Laure Calamy) è la madre di due bambini, separata dal marito, che vive nella periferia parigina. Ogni mattina all’alba accompagna i suoi figli da un’anziana baby sitter e prende un treno per raggiungere Parigi, dove lavora come governante in un hotel di lusso. Si tratta di un’occupazione di ripiego per una laureata in materie economiche che, dopo aver perso il lavoro, è stata costretta a rinunciare alle proprie ambizioni per provvedere alla sua famiglia. Quando viene convocata per un importante colloquio di lavoro, pare aprirsi uno spiraglio nella vita frenetica della protagonista. Intanto, però, a Parigi infuriano gli scioperi che comportano rallentamenti o soppressioni delle corse dei mezzi di trasporto. Le conseguenze sulle intense giornate di Julie saranno disastrose.

Full Time - Al cento per cento - Una scena del film
Full Time – Al cento per cento – Una scena del film

Le regole della frenesia 

C’è un apparente paradosso nella situazione che vive la protagonista di Full Time. Julie è bloccata in una vita movimentata. Incastrata in un lavoro che non ha nulla a che vedere con le sue aspirazioni né con le sue competenze. Incatenata ai treni e agli autobus che le permettono di spostarsi tra la sua abitazione e Parigi. Rinchiusa in una perenne precarietà prima ancora emotiva che economica. Intanto corre. I momenti che concede a se stessa sono effimeri, frammenti invisibili di un’esistenza frenetica. Non ha il tempo per prendersi cura dei suoi bambini come vorrebbe e come meriterebbero e questa consapevolezza la destabilizza. Julie è in apnea, è frustrata, stanca fisicamente e psicologicamente e perennemente sull’orlo di una crisi, del crollo, dell’autodistruzione. Laure Calamy restituisce tutta l’angoscia che grava sulle spalle di una donna forte che non può più fingere di non notare le crepe di una costruzione esistenziale instabile. Al contempo i suoi occhi si illuminano di tenerezza e amore quando guarda figli e di speranza quando finalmente una possibilità di cambiamento le si apre di fronte

Full time - Al cento per cento - Laure Calamy
Full time – Al cento per cento – Laure Calamy

Tensione ed empatia

Se Laure Calamy riesce a far totalmente empatizzare lo spettatore con la sua Julie, l’immersione nella sua esistenza caotica è favorita anche da sapienti scelte registiche. Éric Gravel riesce a dosare un piglio documentaristico, che restituisce la concretezza del narrato, ad un’attenta elaborazione estetica dell’inquadratura.  I movimenti di macchina rapidi ei tagli di montaggio molto dinamici restituiscono tutta la frenesia che sconvolge la contemporaneità. Full time è un film in tensione costante, disturbante in quanto riesce a fotografare una situazione esistenziale più che comune oggigiorno con lucidità e potenza. Di certo la sceneggiatura avrebbe goduto di una più attenta costruzione a livello compositivo, anche solo per mettere meglio a fuoco la realtà in cui si muove Julie o per sondare ancora più affondo alcuni dei suoi traumi. Nonostante questo, la maniera in cui Julie diventa simbolo di un problema sociale che meriterebbe molto più spazio nel dibattitto pubblico, rende Full Time un film estremamente attuale. 

Full Time – Al cento per cento. Regia di Eric Gravel. Con Laure Calamy, Anne Suarez, Geneviève Mnich, Nolan Arizmendi, Sasha Lemaitre Cremaschi, Cyril Guei, Lucie Gallo, Agathe Dronne e Mathilde Weil. Al cinema dal 31 marzo, distribuito da I Wonder Pictures.
VOTO:
3 stelle e mezza

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