Cinzia Spanò con la sua travolgente stand-up comedy Esagerate! arriva al Teatro Torlonia: un divertente invito a reagire per dare voce alle donne e riflettere su stereotipi e discriminazioni di genere
Dal 3 all’8 dicembre sul palcoscenico del Teatro Torlonia arriva una travolgente “stand-up comedy” (ma anche un po’ tragedy), che è un invito a reagire per dare voce alle donne, con Esagerate!, spettacolo diretto e interpretato da Cinzia Spanò, per riflettere su stereotipi e discriminazioni di genere attraverso una parola che, spesso usata per smussare il potenziale di protesta, ne etichetta disparità e rivendicazioni.
«E allora, tanto vale esserlo!» afferma l’autrice e attrice teatrale, che trasforma l’aggettivo in esortazione, un appello deciso e chiaro, rivolto alle donne: essere esagerate diventa una connotazione necessaria per farsi ascoltare attraverso la cultura come strumento di conoscenza, consapevolezza e dissidenza femminista.
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Il racconto di Cinzia Spanò
«Esagerate! È un corso per tutte e tutti finalizzato a raggiungere importanti traguardi in termini di parità di genere e il superamento degli stereotipi – racconta Cinzia Spanò – l’attivismo femminista è una missione di vita con cui smascherare tanti (tutti?) i pregiudizi figli di una cultura maschilista e patriarcale lunga 3000 anni. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non si è sentita dire: “esagerata!” L’Italia si trova agli ultimi posti in Europa nella classifica delle pari opportunità redatta ogni anno dal World Economic Forum, se andiamo avanti di questo passo la parità verrà raggiunta fra circa 130 anni.
Ma questa previsione non è fissa, a volte si avvicina, a volte – come è stato per esempio a causa dell’impatto del Covid- si allontana (come sappiamo durante il periodo di Covid il 98% di chi ha perso il lavoro è risultato essere una donna). L’andamento di questa proiezione dipende da molti fattori, non tutti prevedibili. Uno però è certo, ce lo ha insegnato la storia; per ottenere diritti bisogna lottare, chiedere, protestare, manifestare. Per farlo però bisogna conoscere, vedere le trappole degli stereotipi e dei pregiudizi, anche quelli che abbiamo introiettato, e costruire alleanze.
E soprattutto liberarsi della gabbia delle parole: “Le vie dedicate alle donne sono solo il 4%. Ne vogliamo di più.” Esagerate! “I tassi di occupazioni femminili nel nostro Paese sono i più bassi d’Europa. Vogliamo investimenti e riforme strutturali” Esagerate! “Le donne muoiono di alcune note patologie molto più degli uomini. Ma questo non si sa… perché gli studi medici sono fatti solo su uomini. Vogliamo più dati raccolti in una prospettiva di genere.” Esagerate! “Il costo della virilità secondo le economiste ammonta a 98 millardi di euro all’anno, pari al 5% del PIL italiano. Vogliamo si tenga conto di questo dato.” Esagerate!
Ogni lecita richiesta o analisi del reale da parte delle donne si scontra contro questa parola, e le parole lo sappiamo, possono trasformarsi in gabbie. Occorre quindi prima di tutto liberarsi da questo bisogno di piacere e compiacere con cui noi donne siamo state cresciute. Se ad ogni lecita richiesta ci danno delle esagerate, allora esageriamo!».
Con un vero e proprio diploma in “esageranza”, si esce da teatro, informati sulla reale situazione femminile in Italia attraverso una stand up che, intrecciando numeri, dati, storia, sacro e profano, intende divertire, indignare e «soprattutto mettere i puntini sulla i. «Anzi sulla ǝ!».
Lo spettacolo, prodotto da Effimera Produzioni, si avvale per le scene delle illustrazioni di Ginevra Rapisardi, che crea per ogni capitolo dello spettacolo un’immagine di accompagnamento al testo di Cinzia Spanò. Il costume di scena è disegnato dalla stilista Adriana Morandi per Molce Atelier – la sartoria che cura, Associazione che sostiene donne vittime di violenza sotto il duplice aspetto della formazione professionale e del sostegno psicologico.
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