CCCP conferenza Felicitazioni!: «Noi ultima avanguardia del ‘900»

CCCP - Foto di Michele Lapini
CCCP - Foto di Michele Lapini

Il resoconto della conferenza di presentazione della mostra FELICITAZIONI! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024

Da domani il Chiostro di San Pietro a Reggio Emilia ospita FELICITAZIONI! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024, la mostra che celebra la band emiliana che ha fatto la storia del punk italiano. Oggi il percorso espositivo è stato aperto per i giornalisti (ecco le foto in anteprima) e poi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di questo progetto, con i quattro componenti che hanno risposto alle curiosità degli addetti ai lavori.

Doverosi i ringraziamenti nei confronti dell’amministrazione comunale, delle figure del Palazzo Magnani e di tutti gli artisti che hanno contribuito ad animare le 25 sale del plesso: «Sono successi tanti piccoli miracoli con la costruzione di questa mostra. Siamo rimasti piacevolmente stupiti dell’affetto della città con le sue istituzioni politiche e culturali rappresentate dalla giunta e dal palazzo Magnani. Abbiamo messo in scena l’ultimo nostro spettacolo, stavolta immobile e stabile, e per farlo ci voleva il reciproco riconoscersi tra la città e i CCCP. Abbiamo visto crescere la mostra con un lavoro incessante durato 13 mesi, siamo rimasti commossi dalla dedizione delle persone coinvolte».

Davvero piacevole il racconto di Giovanni Lindo Ferretti sull’incontro dei quattro componenti a casa sua dopo tanto tempo: «Io e Annarella siamo montanari, ogni tanto ci vedevamo e mi raccontava le storie degli altri due. Poi è successo che due giovani registi ci hanno voluto coinvolgere per il film Missin Gorbaciov. In un’epoca in cui la Russia sparisce dai corsi di laurea, abbiamo scelto di accettare la proposta e ci siamo riuniti a casa mia, a Cerreto Alpi, ultimo posto in cui abbiamo fatto un’intervista e delle foto. Quel giorno ci siamo accomodati nella mia stalla, che avevo allestito come se fosse un set, ho rivisto per la prima volta il pezzo di un concerto dei CCCP, sono stato travolto dalla bellezza e dall’energia delle immagini. Dopo aver pranzato e aver fatto una chiacchierata, Massimo e Annarella hanno spiegato a me e a Danilo di festeggiare i 40 anni del gruppo. Lei ne ha conservato la memoria in tutto questo tempo, è diventata amministratrice delegata e esecutrice testamentaria. Ritrovarsi insieme ci ha fatto capire che ci legava ancora la dimensione dell’anima e la disciplina della carne».

La disciplina e la verità alla base dell’attualità di un progetto concluso nel 1990: «Il nostro disordine era molto regolato, ci ha sempre animato la forza della disciplina, in questa mostra proviamo a dare ordine al nostro caos. Siamo più di un gruppo musicale, l’ultima avanguardia del ‘900, ci stupisce che anche ragazzi di vent’anni si riconoscano nelle nostre canzoni. Io sono cantore, i nostri testi sono veri. Il malessere generazionale è ancora oggi molto forte e questo porta a un’identificazione con quei messaggi».

Uno scioglimento doloroso ma necessario: «Era il momento giusto di sciogliersi quando è crollato il mondo che avevamo pensato ed immaginato. Lo abbiamo fatto dopo aver suonato a Leningrado e a Mosca, era la frontiera che ci eravamo prefissati di raggiungere. Il comunismo emiliano è liberazione, riscatto, voce del popolo operaio. Reggio deve essere orgogliosa di essere la provincia più filosovietica dell’impero americano».

Una grande sorpresa per i fan che visiteranno la mostra: «Nei cassetti abbiamo filmati, oggetti, testi inediti. Nella mostra c’è una canzone che non abbiamo mai pubblicato, dal titolo Onde, il nastro è in una teca che occupa il centro della stanza, è il gioiello nascosto del nostro repertorio».

La forza di un gruppo che è sempre stato un collettivo unito: «La voglia di diminuirsi personalmente fa sì che cresca un’idea collettiva forte. Il nucleo sovrasta l’individualità, consente di porsi un limite. Il nostro è stato un incontro fatale di quattro persone che sono diventate significative per molti, ci stupisce che gente di ogni età ci raccontino quanto siamo stati importanti per loro, ci siamo sempre promessi di essere onesti con noi stessi, non siamo cambiamenti se non fisicamente».

Giovanni Lindo Ferretti conclude raccontando di non pentirsi del suo passato, nonostante i cambi di pensiero di questa fase della sua vita: «Alla fine della guerra è importante che ci sia una riappacificazione totale. La negatività non va eliminata. Il comunismo, rispetto alla mia storia, è stata un male necessario. Sono stato allevato come un bambino cattolico e sono tornato ad esserlo dopo una parentesi da comunista estremo. Ho imparato sempre a farmi esami i coscienza, la vita è meraviglia e ogni esperienza serve».

CCCP - Fedeli alla linea - Foto di Guido Harari
CCCP – Fedeli alla linea – Foto di Guido Harari

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