Border – Creature di confine, recensione: un film unico, nel bene e nel male

Border - Creature di confine, recensione: un film unico, nel bene e nel male

Border – Creature di confine è una pellicola difficile da catalogare, che colpisce per il suo coraggio: prova a raccontare la storia dei troll, a metà tra uomini e animali, con idee ispirate e senza cercare di piacere a tutti i costi. La nomination agli Oscar per il Miglior trucco è meritatissima.

Una creatura di confine

Tina (Eva Melander) lavora in aeroporto e ha un fiuto eccezionale. Nella sua postazione alla dogana riesce a fiutare paura, intrighi, imbrogli e colpe di tutti i viaggiatori che passano sotto al suo naso. Per quanto sia discretamente integrata, la fisicità di Tina la rende diversa dai colleghi e dal suo stesso padre. Un giorno però in aeroporto arriva Vore (Eero Milonoff), che ha i suoi stessi tratti e le stesse stranezze. Tra i due scocca la scintilla e Tina scopre per la prima volta cosa sono l’amore, la libertà, l’abbandono dei freni inibitori e soprattutto qual è la sua vera natura. Non è una donna come tutte le altre, lei è un troll! Sebbene anche Vore sia un troll, i due sono divisi da un animo ben diverso. Tina percepisce che il suo compagno nasconde qualcosa di grosso: a quel punto dovrà scegliere da che parte schierarsi e che tipo di creatura vuole essere davvero.

Qualcosa di mai visto

Border – Creature di confine è un film difficile da catalogare. Questa caratteristica rappresenta al tempo stesso un limite ma anche la più grande ricchezza. I suoi protagonisti non sono mai stati raccontati prima d’ora, non sono belli ma nemmeno suscitano compassione, non si riconoscono negli uomini ma nemmeno nei troll. Sono ‘creature di confine’ nel vero senso della parola. Se il titolo può essere ricondotto sia alla professione di Tina che alla sua natura, bisogna ammettere che questo limbo spiazza lo spettatore dandogli sensazioni davvero contrastanti. Impossibile dare un giudizio a caldo: non sarebbe giusto né nei confronti della pellicola né nei propri. Molto meglio prendersi del tempo per elaborare quanto appena visto sul grande schermo, assorbendo piano piano l’originalissima storia che è appena stata narrata. Ammirabile il trucco. Vendendo Tina, nessuno penserebbe che si tratta dell’attrice svedese Eva Melander. Una vera e propria trasformazione quella operata da Göran Lundström e Pamela Goldammer, giustamente candidati all’Oscar per il Miglior trucco e acconciatura (premio poi assegnato al film Vice – L’uomo nell’ombra).

Border - Creature di confine: il primo incontro tra Tina (Eva Melander) e Vore (Eero Milonoff)
Il primo incontro tra Tina (Eva Melander) e Vore (Eero Milonoff)

Una regia al limite

Il regista Ali Abbasi rispetta le caratteristiche stilistiche già presenti nel romanzo da cui è tratto, ovvero l’opera di John Ajvide Lindqvist (autore e sceneggiatore dell’horror drammatico Lasciami entrare). La sua narrazione non vuole piacere a tutti costi e non ha paura di provocare sdegno. Abbasi fa correre nudi i suoi protagonisti, nonostante il loro aspetto deforme che suscita vergogna più che sensualità. Non è un problema che questi due troll mangino gli insetti e si bacino in maniera animalesca. D’altronde loro sono creature di confine, come già detto. Proprio per questo Abbasi decide di cavalcare quel confine senza alcuna paura di oltrepassarlo. Le scelte coraggiose non mancano e, nel complesso, premiano. Sicuramente non si tratta di un film destinato a tutti. Bisogna essere pronti a vedere qualcosa di completamente nuovo sia nel bene che nel male.

Scegliere la propria identità

Il legame tra Tina e Vore nasce come una rivelazione: condividono una natura segreta che li rende diversi da tutti gli altri. Tina scopre finalmente come mai si è sempre sentita lontana da tutti (anche dal suo stesso padre), emarginata, non compresa. Semplicemente, tutta la sua esistenza è stata coperta da menzogne che Vore fa cadere ad una ad una. A quel punto lei deve scegliere se continuare a vivere nelle bugie o accettare la sconvolgente verità. “Per me il film non parla della contrapposizione ‘Noi / Loro’ ma di una persona che può ed è in grado di scegliere la propria identità. Voglio credere che tutti siamo in grado di scegliere chi essere. […] Vedo gli esseri umani come degli animali particolarmente evoluti e mi interessano tutte quelle situazioni in cui i nostri istinti bestiali cozzano contro la struttura della società”, ha dichiarato il regista Abbasi. Tina farà così e prenderà la sua decisione: ma scegliere ‘cosa’ essere e come vivere non influirà né sui suoi valori né sul suo concetto di giustizia, facendole onore.

Border – Creature di confine arriva nelle sale italiane il 28 marzo. Presentato al Festival di Cannes, si è aggiudicato il premio di Miglior film nella sezione Un certain regard. In Italia è vietata la visione ai minori di 14 anni.

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