Another End, recensione: Gael Garcia Bernal e un amore che sfida la morte

Another End - Gael Garcia Bernal
Another End - Gael Garcia Bernal

La nostra recensione di Another End, opera seconda del regista Piero Messina con Gael Garcia Bernal e Bérénice Bejo in concorso a Berlino: il ricordo di un amore spezzato dalla morte diventa tangibile grazie alla tecnologia, ma non è tutto oro ciò che luccica

Another End, dopo la presentazione in concorso a Berlino 2024, arriva in sala a 9 anni da L’attesa, opera prima di Piero Messina con Juliette Binoche. Stavolta il regista siciliano si immerge nelle acque della fantascienza ucronica per raccontare di un mondo in cui il progresso tecnologico ha permesso di “sconfiggere” la morte, trasferendo la coscienza dei defunti nei copri di alcuni ospiti. Quello di Messina è un film in cui il calore del sentimento umano e del dolore incontra la freddezza della confezione e del mondo narrativo, in una riflessione di grande eleganza formale ma un po’ troppo ovattata sul senso dell’amore e della morte. Con un finale a sorpresa.

Another End - Gael Garcia Bernal e Renate Reinsve
Another End – Gael Garcia Bernal e Renate Reinsve

Amor vincit omnia

Da quando Sal (Gael Garcia Bernal) ha perso Zoe (Renate Reinsve), l’amore della sua vita, vive solo nei suoi ricordi: ricordi come frammenti di uno specchio in frantumi che non possono essere ricomposti. Sua sorella Ebe (Bérénice Bejo) che lo osserva con crescente preoccupazione, gli suggerisce di rivolgersi ad Another End, una nuova tecnologia che promette di alleviare il dolore della separazione riportando brevemente in vita la coscienza di chi è morto. Sal ritrova così Zoe, ma nel corpo di un’altra donna. Ciò che era rotto sembra improvvisamente ricomporsi. Ma questa gioia è fragile, fugace, infida. L’amore può davvero sopravvivere come segreto custodito dal corpo?

Another End - Gael Garcia Bernal e Bérénice Bejo
Another End – Gael Garcia Bernal e Bérénice Bejo

Agape e thanatos

C’è sempre stato un legame sottilissimo, forse perfino gemellare, tra amore e morte nella storia della letteratura, dell’arte, della musica e del cinema. Pensiamo al Romeo e Giulietta di Shakespeare, ai Paolo e Francesca di Dante, ad Andrej, Pierre e Natasha in Tolstoj o alle tante rappresentazioni che fin dall’antichità hanno impresso il desiderio amoroso in contrapposizione (o in sintonia) con quello tanatologico. Ecco, in Another End questo binomio non ha lo scontornamento epico ed esistenzialista di un romanzo russo ma si affida alla fantascienza per raccontare la tragedia della non accettazione della morte.

Dopo aver già toccato il tema, seppur da un altro punto di vista, ne L’attesa il regista siculo Piero Messina torna alla riflessione sulla morte, sulle conseguenze in chi resta, sul destino dei vivi intrappolati in un dolore senza fine a cui dover porre rimedio. E dato che né l’arte e né la filosofia possono bastare, è tempo che sia la techné a farsi avanti, dandoci l’illusione di poter sconfiggere il grande tabù dell’esistenza. Another End è quindi in questo senso un film che arriva dritto in accia allo spettatore, che sotto una progressione lenta svela a mano a mano le proprie carte diegetiche fino allo sconvolgimento finale, ad una rivelazione che rovescia la prospettiva di chi guarda fuori dallo schermo ma anche di chi la subisce dentro lo schermo.

La sua opera seconda lavora su una freddezza di ambienti, di colori e di toni funzionale quindi a quello sconvolgimento emotivo, mentre progressivamente ci immergiamo nel mondo di Sal e nel suo lutto, nella sua incapacità di accettazione e nella sua presa di coscienza graduale rispetto al rapporto che lo legava alla moglie Zoe. Grande protagonista è in questo senso Gael Garcia Bernal, che torna ad un ruolo complesso, viscerale, non così sfaccettato ma impegnativo nel suo essere costantemente in sottrazione. Efficaci anche le comprimarie Renate Reinsve e Bérénice Bejo, nonostante i propri personaggi non posseggano per esigenze di scrittura la tridimensionalità di Sal, il suo arco di trasformazione.

Another End - Bérénice Bejo
Another End – Bérénice Bejo

Discendere nei sentimenti

Ciò in cui è Messina è bravo, e lo aveva già dimostrato all’esordio, è l’esplorazione del sentimento e della sua progressiva dissoluzione. Non affretta mai i tempi, anzi li dilata (pure troppo a dire il vero, 130 minuti sono francamenti eccessivi) e cerca di trovare uno sguardo quasi alla Kaufman, alle volte miscelando, in un paio di momenti, anche il reale con la distopia del sogno. È una discesa nei sentimenti costante e spietata, in cui dolore e speranza si fondono e si confondono e i dialoghi si fanno più alti man mano che il film si avvicina alla sua conclusione. 

Dove però Messina fallisce sta nell’essere troppo ammaliato dalla sua stessa visione, perché Another End oltre ad essere troppo lungo rimane un po’ troppo incerto nel suo secondo atto. Perde alle volte il fuoco, prova addirittura a voler suggerire un’interpretazione metafilmica, indugia troppo nel montaggio e nell’autocompiacimento. Spezza, quindi, il respiro di una storia altrimenti molto più intrigante ed affascinante e questo movimento sussultorio penalizza il film oltre i suoi reali demeriti, oltre ad alcune scelte registiche che servono più che altro ad evidenziare il talento di Messina. Per fortuna però rimangono l’eleganza formale e il colpo di coda finale, a dare senso e anima al progetto.

TITOLO Another End
REGIA Piero Messina
ATTORI Gael Garcia Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo, Olivia Williams, Tim Daish
USCITA 21 marzo 2024
DISTRIBUZIONE 01 Distribution

 

VOTO:

Tre stelle

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