Venezia 80: in concorso 6 italiani (doppio Favino) contro Besson, Fincher, Mann, Coppola e poi Polanski, Woody Allen, Wes Anderson

80ª Mostra del Cinema di Venezia senza star ma con grandi registi: in Concorso 6 italiani, da Matteo Garrone a Saverio Costanzo (con doppio film per Favino) contro autori come Luc Besson, David Fincher, Michael Mann, Sofia Coppola; fuori concorso Roman Polanski, Woody Allen, Wes Anderson, William Friedkin, la Cavani

Presentato il programma dell’80ª Mostra del Cinema di Venezia 2023 dal Presidente Roberto Cicutto e dal Direttore Alberto Barbera (30 agosto – 9 settembre 2023). Nonostante l’annunciata assenza delle star a causa dello sciopero che ha paralizzato Hollywood, la line up è forse una delle migliori dell’ultimo decennio, sia per gli autori in concorso che fuori concorso.

Cicutto ha esordito ricordando l’amico Andrea Purgatori, scomparso pochi giorni fa, e annunciando tra gli altri il completo rinnovo della Sala Perla e che il photocall sarà nuovamente nel Casinò. Barbera invece ha parlato dello sciopero degli attori che «ha colto tutti di sorpresa, anche noi, e non è stato semplice arrivare alla fine di un percorso di consolidamento di un programma che era già praticamente concluso. Per fortuna le conseguenze dello sciopero degli attori, che hanno delle buone ragioni largamente condivisibili, è molto modesto sulla Mostra. L’unico film che abbiamo perso è quello di Guadagnino, che è stato spostato ad aprile 2024, e che abbiamo sostituito con “Comandante” di Edoardo De Angelis. Tutti gli altri film americani sono stati confermati, per i quali ringrazio attori e registi che saranno presenti, mancherà qualche star».

I film inviati per la selezione sono stati 4061 di cui 2100 lungometraggi e 1961 cortometraggi, con 2/3 dei film proposti con regia maschile e 1/3 circa al femminile. 54 i Paesi rappresentati nella selezione ufficiale, che comprende 82 lungometraggi e 14 corti, di cui 29 sono realizzati da donne (30,2% leggermente in crescita rispetto al passato).

Venezia 80

23 i film in Concorso che si contenderanno il Leone d’Oro, assegnato dalla giuria presieduta da Damien Chazelle, di cui 15 diretti da registi che partecipano per la prima volta. Ben 6 i titoli italiani in Concorso, con De Angelis, Garrone, Sollima, Castellitto jr., Costanzo e Diritti che sfideranno celebri registi internazionali come Besson, Fincher, Mann, Lanthimos, Holland, Hamaguchi, Brizé, Larraín e la Coppola, ma anche Bradley Cooper, Ava DuVernay e Michael Franco, in una line up che a dispetto dell’assenza delle star si preannuncia davvero succulenta.

Gli italiani iniziano con il (nuovo) film d’apertura, Comandante di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino a capo di un sottomarino durante la Seconda Guerra Mondiale che decide di salvare i superstiti di un peschereccio da lui stesso silurato per errore. Ancora Favino in Adagio di Stefano Sollima con Toni Servillo e Valerio Mastandrea, che narra di una Roma distopica circondata da incombenti incendi, con personaggi e temi cari al regista che hanno decretato il successo dei suoi Romanzo criminale e Suburra.

Io Capitano di Matteo Garrone racconta la storia (o meglio l’odissea) di due giovani migranti in viaggio dal Senegal all’Europa. Lubo di Giorgio Diritti con Franz Rogowsky, storia vera degli zingari nella Svizzera degli anni ’30, dove un programma semi-governativo consentiva il rapimento dei bambini per estirpare il problema del nomadismo, con i piccoli “schiavizzati” da istituti e famiglie svizzeri.

Enea di Pietro Castellitto, da lui interpretato insieme ad altri membri della famiglia, a Benedetta Porcaroli ed altri, è una sorta di “grande bruttezza” romana, dalle famiglie problematiche agli spacciatori di droga. Finalmente l’alba di Saverio Costanzo con Lily James racconta la perdita dell’innocenza di una popolana catapultata nel mondo dorato della Cinecittà di un tempo, con una grande ricostruzione storica.

Grandi registi internazionali, si diceva, ed ecco Dogman di Luc Besson con Caleb Landry Jones, la cui performance attoriale si preannuncia memorabile. The Killer di David Fincher è un thriller tratto da una graphic novel con Michael Fassbender e Tilda Swinton. Ferrari di Michael Mann con Adam Driver e Penélope Cruz, più che un biopic si concentra sugli anni di crisi della scuderia di Maranello e sulla crisi coniugali tra il grande Enzo e la moglie. Maestro di Bradley Cooper, sua seconda regia dopo A Star Is Born, racconta del rapporto tra il celebre direttore d’orchestra Leonard Bernstein e la moglie, interpretati da Cooper e da Carey Mulligan.

Priscilla di Sofia Coppola è un biopic su Priscilla Presley, moglie di Elvis, interpretata da Cailee Spaeny. Poor Things di Yorgos Lanthimos vede una scatenata Emma Stone in una sorta di Frankenstein al femminile sessualmente voracissima, con Mark Ruffalo e Willem Dafoe. Il misterioso Memory di Michael Franco ha come protagonisti Jessica Chastain, Peter Sarsgaard e la città di New York. Origin di Ava DuVernay, tratto da un rivoluzionario saggio del 2020, racconta di come il razzismo sia collegato e originato dalle caste.

La Bête di Bertrand Bonello, ispirato a Henry James, vede Léa Seydoux (con George MacKay) in una società che usa l’intelligenza artificiale per le emozioni delle persone. Zielona Granica (The Green Border) di Agnieszka Holland racconta la storia vera degli immigrati “palleggiati” tra i confini di Polonia e Bielorussia, che ha provocato centinaia di morti, nell’indifferenza dell’Europa. Aku Wa Sonzai Shinai (Evil Does not Exist) di Ryûsuke Hamaguchi narra di una società giapponese che vorrebbe costruire un camping di lusso in un remoto villaggio di montagna, mettendo a rischio l’equilibrio ambientale, che si scontrerà con la popolazione locale. Bastarden (The Promised Land) di Nikolaj Arcel con Mads Mikkelsen ex ufficiale intento a colonizzare la brughiera desolata dello Youthland.

Hors-Saison di Stéphane Brizé con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher con una coppia che si ritrova dopo 15 anni dalla separazione. El Conde di Pablo Larraín presenta un Pinochet versione vampiresca che si risveglia dopo i funerali per continuare a succhiare il sangue (metaforicamente e non) del popolo cileno. Die Theorie Von allem di Timm Kröger, è un incubo gotico ultra citazionista tra il vecchio e il nuovo cinema tedesco. Kobieta Z… (Woman of) di Małgorzata Szumowska e Michał Englert è un melodramma polacco su un uomo sposato che scopre la donna che è in lui e intraprende un difficile percorso di riconoscimento in uno dei paesi più transfobici d’Europa. Holly di Fien Troch affronta il disagio adolescenziale con una ragazzina dotata di un potere speciale.

Fuori Concorso

Fuori Concorso importanti autori: oltre al film di chiusura La società della neve di J.A. Bayona sul celebre incidente che nel 1972 vide un aereo precipitare sulle Ande e i passeggeri superstiti costretti a sopravvivere in condizioni estreme, ci saranno l’ultimo film di Woody Allen, Coup de Chance, una riflessione semi-seria sul peso del caso nella nostra vita, il corto di Wes Anderson (durata 40 minuti), The Wonderful Story of Henry Sugar con Ralph Fiennes e Benedict Cumberbatch tratto da Roald Dahl, l’attesissimo Roman Polanski, The Palace con Oliver Masucci, Fanny Ardant e John Cleese, con l’ultimo veglione di Capodanno del secolo scorso popolato di personaggi grotteschi, il ritorno di William Friedkin, The Caine Mutiny Court-Martial (L’ammutinamento del Caine) con Kiefer Sutherland e Jason Clarke, tratto da un celebre testo teatrale già portato sullo schermo in passato, il nuovo Richard Linklater, Hit Man con Glen Powell, con un agente sotto copertura che si finge killer per arrestare i mandanti degli omicidi.

Ci saranno anche tre italiani: il ritorno della 90enne Liliana Cavani, L’ordine del tempo, con Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo e tanti altri, The Penitent di e con Luca Barbareschi dal testo teatrale di David Mamet, su uno psicanalista ebreo vittima di una campagna di aggressione social, il corto Welcome to Paradise di Leonardo Di Costanzo realizzato con gli studenti della scuola di cinema Fare Cinema. E poi ancora Vivants di Alix Delaporte, Daaaaaali! di Quentin Dupieux, Making of di Cédric Kahn, Aggro Dr1ft di Harmony Korine, Xue Bao (Snow Leopard) del tibetano Pema Tseden, scomparso pochi giorni dopo aver completato il film.

Tra i Non fiction ecco Amor di Virginia Eleuteri Serpieri, poema visivo che ruota intorno al suicidio di una madre depressa, Hollywoodgate di Ibrahim Nash’at che ha seguito per un anno il ritorno dei Talebani, Ryuichi Sakamoto – Opus del figlio Neo Sora, ripresa dell’ultimo concerto del grande musicista prima della morte, Enzo Jannacci Vengo anch’io di Giorgio Verdelli, Menus Plaisirs – Les Troisgros del 93enne Frederick Wiseman, viaggio nell’universo di uno dei più famosi ristoranti stellati francesi.

Anche due serie, la francese D’Argent et de Sang di Xavier Giannoli e Frédéric Planchon, thriller con Vincent Lindon che combatte una clamorosa truffa, e la bosniaca I Know Your Soul, con Jasna Duricic nei panni di un magistrato donna alle prese con una vicenda di bullismo e suicidio.

Orizzonti

In Concorso ad Orizzonti ci saranno tra gli altri Shinya Tsukamoto che nel suo Hokage (Shadow of Fire) racconta di un soldato traumatizzato dalla guerra, una donna costretta a prostituirsi e un bambino rimasto orfano; e poi gli italiani El Paraiso di Enrico Maria Artale con Edoardo Pesce quarantenne legato simbioticamente alla madre, il film d’animazione Invelle di Simone Massi con la vita di una famiglia di contadini dagli anni ’20 ad oggi, Una sterminata domenica di Alain Parroni con una storia di ribellione nella periferia romana.

Ad Orizzonti Extra 9 film in Concorso tra cui Felicità di Micaela Ramazzotti (sua opera prima) con Max Tortora e Anna Galiena, in cui una giovane aspirante truccatrice cinematografica deve vedersela con la sua famiglia disfunzionale; In the Land of Saints and Sinners di Rob Lorenz con Liam Neeson spietato killer che decide di lasciare la professione in cerca di redenzione; Day of Fight di Jack Huston con Michael Pitt ex campione di box che decide di tornare a combattere.

Il resto delle sezioni

Venezia Classici vedrà 9 documentari in concorso, tra cui quelli dedicati a Dario Argento (Dario Argento panico, di Simone Scafidi), Giuseppe De Santis (Un’altra Italia era possibile, il cinema di Giuseppe De Santis, di Steve Della Casa), Frank Capra, Michel Gondry, Ken Jacobs, Bill Douglas, Andy Kaufmann, Nicolás Guillén Landrián, e il film pro-nazi di Hitchcock.

Biennale College vede tre film prodotti, mentre Venice Immersive proporrà 28 progetti in concorso, 10 fuori concorso e 6 sviluppati nel corso di Biennale College Cinema e 24 selezionati nella Worlds Gallery.

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