The Adam Project, recensione: Ryan Reynolds in uno scoppiettante sci-fi sui viaggi nel tempo

The Adam Project - Zoe Saldana e Ryan Reynolds (foto Doane Gregory - Netflix)
The Adam Project - Zoe Saldana e Ryan Reynolds (foto Doane Gregory - Netflix)

La nostra recensione di The Adam Project di Shawn Levy: su Netflix Ryan Reynolds viaggia nel tempo in uno scanzonato divertissment tra il family drama e lo sci-fi, con Zoe Saldana, Mark Ruffalo e Jennifer Garner

Prendi Ryan Reynolds che gigioneggia divertito per due ore. Immergilo in un’ambientazione fantascientifica in cui i viaggi nel tempo sono prassi quotidiana. Aggiungi un buon budget sborsato da cara mamma Netflix. Condisci il tutto con roboanti scene action e un pizzico di emozionanti quadretti familiari e avrai ottenuto The Adam Project, il nuovo film acchiappa-pubblico del colosso dello streaming. Il regista Shawn Levy ritrova il protagonista del suo fortunato Free Guy (il Reynolds di cui prima) e confeziona uno scanzonato divertissement che scoppietta divertendo, senza mai esplodere per davvero.

The Adam Project - Ryan Reynolds e Jennifer Garner (foto Doane Gregory - Netflix)
The Adam Project – Ryan Reynolds e Jennifer Garner (foto Doane Gregory – Netflix)

Un salto nel passato

Nel 2022 Adam Reed (Walter Scobell) ha dodici anni, è nel pieno della sua preadolescenza e sta facendo i conti con la recente scomparsa del padre. Improvvisamente piomba nel giardino della sua casa quella che sembra una navicella spaziale da cui sbuca una versione adulta del piccolo Adam (Ryan Reynolds) proveniente dal 2050. Per un errore di calcolo durante un salto temporale l’uomo si è ritrovato in un punto diverso della linea del tempo ed ora dovrà unire le forze con il se stesso bambino per compiere una missione di fondamentale importanza per il proprio futuro e per quello di tutta l’umanità. Insidie provenienti dal futuro metteranno i bastoni tra le ruote della stramba coppia, che troverà un alleato dal passato, il loro intelligentissimo padre scienziato (Mark Ruffalo).

The Adam Project - Mark Ruffalo e Walker Scobell (foto Doane Gregory - Netflix)
The Adam Project – Mark Ruffalo e Walker Scobell (foto Doane Gregory – Netflix)

Me medesmo meco viaggio nel tempo

Cosa diresti al te stesso di trent’anni fa se potessi incontrarlo? The Adam Project mette in scena un paradosso temporale per sondare, sempre con fare scanzonato e mai troppo pedante, la psicologia del suo protagonista. L’adulto, celando la malinconia con un umorismo beffardo, si specchia nel bambino mentre questi lo guarda estasiato ed insieme dubbioso. A unirli, oltre al DNA ovviamente, una logorrea irresistibile, un’anima geek nerd adorabile e un trauma che li ha trasformati. Una perdita, quella del padre per il piccolo Adam, quella della moglie per il viaggiatore del tempo. Ecco allora che l’avventura degli Adam si trasforma in una graduale elaborazione del lutto, un venire a patti con gli scheletri nell’armadio per poter tornare a godere del presente e sperare nel futuro. Ryan Reynolds è il solito mattatore della comicità facile, brillante ma che rischia di ripetersi di prodotto in prodotto. A tenergli testa troviamo l’esordiente Walker Scobell che non sfigura di fronte alla riconoscibilità del famoso collega.

The Adam Project - Walker Scobell e Ryan Reynolds (foto Doane Gregory - Netflix)
The Adam Project – Walker Scobell e Ryan Reynolds (foto Doane Gregory – Netflix)

Siamo fuori dal loop temporale?

Dato che di viaggi temporali stiamo parlando, The Adam Project rende possibile un tuffo in una rom-com di diciotto anni fa, 30 anni in un secondo, di cui questo sci-fi potrebbe essere un ideale sequel fanmade (anche ben riuscito). Tornano insieme sullo schermo, nei ruoli dei genitori di Adam, infatti, Mark Ruffalo e Jennifer Garner. E da qui ad un’atmosfera alla Marvel Cinematic Universe il passo è breve. Non solo durante alcune interazioni tra Ruffalo e Reynolds pare trovarsi di fronte ad un (insperato) incontro tra Hulk e Deadpool, ma quando fa la sua comparsa anche Zoe Saldana (qui moglie dell’Adam adulto, Gamora per la Marvel), ormai agguerritissima icona action, la sensazione è di star guardando, tra volti noti e viaggi nel tempo, Avengers: Endgame. Il difetto, dunque, che si può ascrivere a questo The Adam Project è una mancanza di identità, una riconoscibilità che si dissipa a causa dei continui rimandi a Ritorno al futuro e a innumerevoli saghe fantascientifiche. Anche quando il film tenta di costruire una propria lore, non va mai fino in fondo, restando piuttosto superficiale rispetto al suo world building. Il film, insomma, diverte ed emoziona, ma è così derivativo da inciampare in un loop temporale che non riesce, infondo, a spezzare.

The Adam Project. Regia di Shawn Levy. Con Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Jennifer Garner, Walter Scobell, Catherine Keener, Zoe Saldana e Alex Mallari Jr. Disponibile su Netflix.
VOTO:
3 stelle

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