Tenet, recensione del film più complesso e ambizioso di Christopher Nolan

Tenet - John David Washington
Tenet - John David Washington

Con Tenet Christopher Nolan lancia un guanto di sfida ai suoi detrattori filmando il suo film più ostico in senso concettuale dai tempi di Inception. Il risultato è un’opera formalmente perfetta che forse, a tratti, mette un po’ troppo alla prova lo spettatore

Un film difficile di cui è difficile scrivere

Forse sarebbe il caso di iniziare una recensione di Tenet – film del quale risulta arduo scrivere non tanto per la paura di rivelarne troppo, quanto per l’oggettiva difficoltà di raccontare per iscritto ciò che, per forma e sostanza, appare più simile a un’esperienza sinestetica che non a una narrazione testuale – rispondendo subito, e in maniera anche abbastanza secca, a quelli che sono gli interrogativi cardinali che precedono la visione di ogni film di Christopher Nolan. Per cui sì, Tenet è obbiettivamente il film più complicato mai girato dall’autore della trilogia del cavaliere oscuro.

La perdita di sé(nso) nel cinema di Christopher Nolan

Ma non è affatto freddo, né eccessivamente serioso; due critiche che, da sempre, accompagnano i suoi lavori. Anzi, in alcuni punti è talmente complesso che sembra quasi che l’autore stesso si stia prendendo in giro per la sua eccessiva (e ormai proverbiale) complessità. Molto spesso, per descrivere il cinema di Nolan, si utilizza il termine “rompicapo”. In realtà, a parere di chi scrive, sarebbe più corretto parlare di trappole. Trappole metatestuali che forse, a dispetto dei feticismi della comprensione a tutti i costi, ambiscono a essere capite fino a un certo punto. E magari non perché, come sosteneva Pessoa, “essere compreso significa prostituirsi”, ma solo perché è ormai perfettamente chiaro a tutti quanto la cifra del perturbante, nell’ormai cospicuo corpus nolaniano, passi anche – se non soprattutto – attraverso una parziale perdita di senso da parte dello spettatore.

Tenet - John David Washington e Elizabeth Debicki
John David Washington e Elizabeth Debicki in una delle sequenze di Tenet girate in Costiera Amalfitana

La versione di Nolan di un film di 007

Così, dopo un’opera (solo all’apparenza) più lineare come Dunkirk, l’autore salutato da molti come il nuovo Kubrick torna con il suo film concettualmente più vicino alle scatole cinesi di Inception. Anche qui però, solo all’apparenza. Perché laddove il piano narrativo strutturato su più livelli del capolavoro del 2010 spiazzava fin da subito introducendo a una visione ostica in maniera quasi programmatica, Tenet, al netto dell’imperscrutabilità palindroma del titolo e dalle sue reminiscenze latine, agisce in maniera molto più subdola presentandosi come la versione di Nolan di un film di 007 – e fin qui tutto bene, a meno che non siate dei puristi del lavoro di Ian Fleming – per poi complicarsi sempre di più cammin facendo.

L’impossibile sinossi di Tenet

E per quanto sia esercizio arduo tentare di riassumere la trama di qualsivoglia film di Nolan, Tenet ci cala nel mondo dello spionaggio internazionale, con un agente segreto (John David Washington) al quale viene assegnato l’arduo compito di fermare una imminente apocalisse planetaria. Il solo modo per salvare il mondo sembra essere una parola, Tenet. Ad aiutare il protagonista in questa missione impossibile ci sarà un partner fedele (Robert Pattinson) e la capacità di invertire l’ordine naturale degli eventi attraverso una inversione del flusso temporale.

Tenet - John David Washington e Robert Pattinson
John David Washington e Robert Pattinson in una scena di Tenet

Tenet è Christopher Nolan all’ennesima potenza

Introdotto da uno degli incipit più belli e potenti visti al cinema negli ultimi anni – merito anche delle musiche di Ludwig GoranssonTenet è quindi Christopher Nolan all’ennesima potenza, nella sua capacità di produrre strani oggetti cinematografici perfettamente inseriti dentro cornici da blockbuster e di destreggiarsi tra i generi – qui si va dallo spionaggio al thriller sci-fi passando per il mélo – senza mai perdere di vista la propria personalissima cifra autoriale. Ma è anche un film nel quale lo stile dell’autore mostra per la prima volta la corda, laddove crea un parziale scollamento tra una perfezione tecnica indiscussa e una involuzione della grammatica narrativa che a tratti – anche a fronte delle due ore e mezza di durata – mette un po’ troppo alla prova lo spettatore.

In conclusione

Prima uscita cinematografica di rilievo dopo il lockdown, Tenet è un’opera che non mancherà di estremizzare ulteriormente le posizioni pro e contro Christopher Nolan. Ci sarà infatti chi parlerà di un pastrocchio metafisico senza né capo né coda, così come ci sarà chi cercherà tra i fotogrammi il senso stesso della vita. La verità, come spesso accade, forse sta nel mezzo. In un film innegabilmente straordinario per come sa intrattenere senza mai banalizzare il proprio concetto di base, ma talmente ossessionato da quest’ultimo da perdere di vista alcuni passaggi drammaturgici che, se meglio architettati, avrebbero reso la visione un po’ meno ardua.

Tenet, diretto da Christopher Nolan, con John David Washington, Elizabeth Debicki, Robert Pattinson, Aaron Taylor-Johnson, Dimple Kapadia, Clémence Poésy, Michael Caine, Kenneth Branagh, Himesh Patel, arriva nelle sale italiane il 26 agosto, distribuito da Warner Bros. Pictures.

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