Silent Night – Il silenzio della vendetta, recensione: John Woo torna con un revenge movie a modo suo

Silent Night - Il silenzio della vendetta - Joel Kinnamon
Silent Night - Il silenzio della vendetta - Joel Kinnamon

La nostra recensione di Silent Night – Il silenzio della vendetta, nuovo attesissimo film del maestro John Woo con Joel Kinnaman silenzioso protagonista: un revenge movie nei canoni, iperstilizzato e fedele alla poetica del regista di Hong Kong

Erano vent’anni esatti che John Woo non rimetteva piede ad Hollywood, e in questi due decenni molto del cinema da cui è stato prima ispirato per poi diventare ispiratore è cambiato. Silent Night – Il silenzio della vendetta sembra perciò voler riaffermare un ritorno alle origini, ad un cinema di genere purissimo che questa volta viene spogliato persino della parola per concentrarsi solo ed esclusivamente sul fragore dei corpi e dei colpi. L’impianto rimane un po’ statico e prevedibile, ma Woo conferma la sua grande capacità di essere un gran direttore d’orchestra dell’action grazie anche ad un Joel Kinnamon tutto sommato giusto nella parte.

Silent Night - Il silenzio della vendetta - Joel Kinnamon
Silent Night – Il silenzio della vendetta – Joel Kinnamon

La vendetta è un piatto natalizio

Brian (Joel Kinnaman) è un uomo la cui vita, e quella di sua moglie Saya (Catalina Sandino Moreno), viene sconvolta per l’omicidio del figlio ad opera di un proiettile vagante. I responsabili sono i membri di una gang capeggiata dallo spietato Playa (Harold Torres) il quale, come se non bastasse, spara anche alla gola di Brian senza ucciderlo per un soffio, ma impedendogli di poter parlare. La vendetta di quest’ultimo comincerà esattamente un anno dopo, deciso più che mai ad uccidere Playa, ma sulla strada di Brian si metterà anche il detective Vassel (Scott Mescudi).

Silent Night - Il silenzio della vendetta - Joel Kinnamon e Catalina Sandino Moreno
Silent Night – Il silenzio della vendetta – Joel Kinnamon e Catalina Sandino Moreno

Poche parole

Non è del tutto vero, com’è stato pubblicizzato, che in Silent Night – Il silenzio della vendetta i dialoghi non siano presenti: ci sono, sono pochi e molto centellinati e, a dirla tutta, sono anche abbastanza inutili. È però vero che Brian, causa anche un’intuizione furba di sceneggiatura, non parla praticamente mai in tutto il film. Una volontà radicale quella di John Woo, esacerbata dall’assenza quasi totale di un tappeto sonoro extra-diegetico e da un montaggio onoro più sporco e ruvido, grezzo tanto quanto le inquadrature che accompagna.

Il viaggio di vendetta di Brian è quindi ben sintetizzato dal sottotitolo italiano e soprattutto è essenziale sia nel suo aspetto puramente tematico (la vendetta come giustizia?) che narrativo, in quanto il pattern è sempre quello: nemici sempre più potenti che vengono fatti fuori per arrivare al grande capo, qui rappresentato in maniera piuttosto macchiettistica e senza tentativi di profondità o tridimensionalità. Lo stesso rapporto tra Brian e sua moglie Saya è spogliato di ogni pretesa drammaturgica per diventare quasi archetipico nella sua semplicità, a partire dai flashback un po’ smarmellati che raccontano la fine del sogno e l’inizio dell’incubo.

Silent Night - Il silenzio della vendetta - Scott Mescudi
Silent Night – Il silenzio della vendetta – Scott Mescudi

Molti proiettili

Alla fine Silent Night – Il silenzio della vendetta ci parla attraverso la violenza che mette in scena, efferata ma mai troppo autocelebrativa. La pellicola è un profluvio di sangue, proiettili, inseguimenti e cadaveri, in cui l’unico filtro possibile per raccontare un mondo preda delle gang e privo di una qualsivoglia forma di controllo è quello dell’esagerazione, dell’estremizzazione dei più biechi istinti animaleschi. Sesso e sangue quindi, eros e thanatos. Woo fa quindi quello che sa fare meglio, unisce il romanticismo del melodramma all’exploitation, lavora sul margine che costeggia il patinato dalla grana grossa, spingendosi sia da una parte che dall’altra.

In questo modo il maestro hongkonghese fa una summa celebrativa del suo cinema e della sua “poetica”, anche se per molti versi non siamo di fronte alla sua opera migliore. A Silent Night – Il silenzio della vendetta mancano infatti un po’ di quella sfacciataggine e di quella ambizione che caratterizzavano il Paycheck del 2003, oltre alla capacità di rendere il piano viscerale e visivo del racconto parte integrante del tema stesso. Qui John, forse ancora scottato dall’esperienza di vent’anni fa, lavora di cesello e di fino, di totale sottrazione basicizzando tutta la struttura per cercare di arrivare ad una narrazione il più dritta possibile.

Si tratta ora soltanto di capire che cosa si sta cercando. Si può decidere di farsi trasportare da un’ora e mezza di cinema artigianale e grezzo (in senso positivo), che non va troppo per le lunghe e per il sottile e che utilizza i movimenti di macchina con grande libertà e senso dello spettacolo, oppure decidere che forse il gioco non vale poi così tanto una candela fin troppo corta. Alla veneranda età di 77 anni, comunque, John Woo ha ben che deciso da che parte stare.

TITOLO Silent Night – Il silenzio della vendetta
REGIA John Woo
ATTORI Joel Kinnaman, Catalina Sandino Moreno, Harold Torres, Scott Mescudi
USCITA 30 novembre 2023
DISTRIBUZIONE Plaion Pictures

 

VOTO:

Tre stelle

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