Silent Land, recensione: una coppia, un immigrato, una serenità perduta

Silent Land - Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska (foto I Wonder Pictures)
Silent Land - Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska (foto I Wonder Pictures)

La nostra recensione di Silent Land, lungometraggio d’esordio della regista Aga Woszczynska con Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska: un film che non riesce andare oltre al suo interessante concept, perdendosi

Cosa succede quando il tuo mondo viene invaso da qualcun altro, quando le tue certezze di coppia e personali si sgretolano di fronte ad una variabile impazzita? È a queste domande che cerca di rispondere Silent Land, opera prima della regista polacca Aga Woszczynska con protagonisti Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska, ma la sua rappresentazione diegetica incredibilmente rarefatta si scontra con un la necessità di dare una maggiore temperatura emotiva al racconto, che invece risulta troppo freddo.

La vacanza ideale

Una giovane coppia polacca composta da Anna (Agnieszka Żulewska) e Adam (Dobromir Dymecki) affitta una villa in Sardegna per godersi la vacanza ideale. Le aspettative dei due però si scontrano con la realtà quando si rendono conto che la piscina della villa non è agibile. Ignorando i problemi di siccità dell’isola, insistono perché venga riparata e riempita. Ma la presenza di un operaio addetto alla riparazione di nome Rahim (Ibrahim Keshk), apre una crepa nell’apparente idillio e innesca una serie di eventi che porterà i due ad agire in modo istintivo e irrazionale, trascinandoli verso il punto più oscuro della loro relazione.

Silent Land - Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska (foto I Wonder Pictures)
Silent Land – Dobromir Dymecki e Agnieszka Żulewska (foto I Wonder Pictures)

Il terzo incomodo

La relazione tra Anna e Adam è il cuore narrativo e tematico di Silent Land, ma sappiamo o comunque capiamo fin dall’inizio che non è una relazione perfetta. L’arrivo di Arnaud rappresenta perciò la miccia che fa deflagrare un rapporto già in bilico, ma questa deflagrazione non ha una portata distruttiva istantanea e violenta. È questo l’aspetto più interessante del film d’esordio della giovane Aga Woszczynska, un aspetto che si fa strada lentamente nel corso della narrazione fino ad intaccarne completamente la struttura e il payo-off emotivo. Nel tentativo di giocare infatti con i vuoti e i silenzi dell’attesa Silent Land pecca infatti di eccessiva vacuità, lasciandosi andare in una storia in cui succede poco e quei pochi eventi non hanno elementi particolarmente interessanti o innovativi neanche dal punto di vista dell’adozione dello sguardo da cui si tenta di leggerli.

Silent Land - Dobromir Dymecki (foto I Wonder Pictures)
Silent Land – Dobromir Dymecki (foto I Wonder Pictures)

Ridondanza estetica

Silent Land è quindi una pellicola costruita da una parte sulla sottrazione narrativa e dall’altra sull’accumulo visivo di simbolismi, simbolismi che avrebbero avuto bisogno di una sceneggiatura molto meno rinunciataria per potersi esprimere in tutta la propria forza. L’eccessivo estetismo rischia così di distrarre lo spettatore, che si trova ad assistere ad una storia in cui il punto di rottura è costantemente rimandato e i cui personaggi, nonostante l’impostazione quasi da thriller della vicenda, non sembrano mai essere realmente messi in condizione di poter crollare. Ed è un peccato, perché lo sviluppo diegetico lasciava presagire una serie di possibilità che poi non si è verificato.

Silent Land - Agnieszka Żulewska (foto I Wonder Pictures)
Silent Land – Agnieszka Żulewska (foto I Wonder Pictures)

La borghesia sotto la lente

A finire nel mirino di Silent Land è la società borghese con le sue incoerenze, le sue idiosincrasie e le sue ipocrisie. Aga Woszczynska ne realizza un ritratto tutt’altro che lusinghiero, tanto spietato in certi affondi quanto superficiale in altri. Il rapporto tra Anna e Adam diventa così un j’accuse verso il mito dell’uomo salvatore o della donna damigella in pericolo, una vera e propria invettiva all’impotenza dei luoghi comuni nei confronti della complessità e del velo di apparenza che ricopre le relazioni e i sentimenti contemporanei. Silent Land si dimostra però un film capace sì di afferrare quella superficialità ma incapace di sviscerarla del tutto, arrivando ad esserne contagiato e a raccontare una storia che fa dell’egoismo dei suoi personaggi l’unica chiave di lettura possibile; un circolo vizioso che è incapace di aprirsi all’altro, di accoglierlo, di provare a comprenderlo davvero.

Silent Land. Regia di Aga Woszczynska con Agnieszka Żulewska, Dobromir Dymecki e Ibrahim Keshk uscito al cinema giovedì 29 giugno distribuito da I Wonder Pictures.

VOTO:

Due stelle e mezzo

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