Scream VI, recensione: Ghostface è arrivato nella Grande Mela per farla e farci a fette

Scream VI - Ghostface in una scena del film (foto di Paramount Pictures)
Scream VI - Ghostface in una scena del film (foto di Paramount Pictures)

La recensione di Scream VI, sesto attesissimo capitolo della saga slasher cominciata ben ventisette anni fa: Ghostface è arrivato a New York e ha tutta l’intenzione di chiudere i conti con Jenna Ortega e Melissa Barrera

Ad un anno o poco più dal precedente capitolo, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett tornano di nuovo in sala con Scream VI, sesto capitolo della saga che probabilmente più di tutte ha ridefinito i canoni dell’horror contemporaneo. Ghostface lascia la cara vecchia Woodsboro e si sposta a New York City per continuare a dare la caccia ai sopravvissuti del film precedente. Tornano quindi anche Melissa Barrera, Jenna Ortega (reduce dal clamoroso successo di Wednesday), Jasmin Savoy Brown e Mason Gooding, assieme alla veterana Courtney Cox e alla resurrezione del personaggio di Hayden Panettiere. La carneficina sta per cominciare.

New York, New York

Tara (Jenna Ortega), sua sorella Sam (Melissa Barrera) e i gemelli Chad (Mason Gooding) e Mindy (Jasmin Savoy Brown) si sono trasferiti a New York dopo il massacro di Woodsboro, tentando di sfuggire all’orrore che hanno vissuto. Mentre Tara e i gemelli si barcamenano tra gli impegni dell’università, Sam è in cura dal dottor Stone (Henry Czerny), uno psicoterapeuta specializzato nella cura del disturbo da stress post-traumatico. Quando però una nuova serie di omicidi comincia a sconvolgere la città, i quattro sopravvissuti si ritroveranno ad avere a che fare con un nuovo Ghostface, più violento e assetato di sangue che mai. Per riuscire a fermarlo prima che possa arrivare a loro, dovranno ancora una volta affidarsi all’aiuto di Gale Weathers (Courtney Cox) e della rediviva Kirby Reed (Hayden Panettiere), nel frattempo diventata agente dell’FBI. Ad affiancarli nelle indagini ci sarà inoltre il detective Bailey (Dermot Mulroney), padre della nuova compagna di stanza di Tara, Quinn (Liana Liberato). Il piano di Ghostface è però stato già messo in atto, tutti sono dei possibili sospettati e nessuno può dirsi davvero al sicuro, come ogni buon sequel di un requel vorrebbe.

Scream VI - Melissa Barrera, Jenna Ortega, Jasmin Savoy Brown e Mason Gooding (foto di Paramount Pictures)
Scream VI – Melissa Barrera, Jenna Ortega, Jasmin Savoy Brown e Mason Gooding (foto di Paramount Pictures)

Nuova città, vecchie abitudini

Scream VI arriva a poco più di un anno dal predecessore col compito, non facile, di continuare a regalare freschezza e inventiva ad una saga fondata sul modello forse più schematico e meno libero che ci sia: quello dello slasher. Per farlo gli sceneggiatori James Vanderbilt e Guy Busick, già autori dello Scream precedente nonché (Busick) di quella piccola perla chiamata Ready or Not, spostano l’arena nella città per eccellenza, quella New York così grande, caotica e labirintica da divenire un campo perfetto per questo nuovo gioco al massacro. I registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett lavorano sull’ampliamento dello sguardo, sulla moltiplicazione delle insidie e dei pericoli, delle possibilità, tralasciando quindi in parte la struttura tradizionale dello slasher che vuole gli omicidi compiuti in spazi chiusi e senza possibilmente testimoni. In Scream VI invece Ghostface scorrazza liberamente per la città, uccide nei vicoli, assalta i negozi armato di fucile, attacca persino nel bel mezzo di una metropolitana (in una scena già cult) o all’interno di un grattacielo di lusso. È un capitolo più a briglia sciolta questo, una pellicola in cui le morti abbondano e il tasso di emoglobina non è mai stato così alto; i coltelli affondano nella carne, strappano via nasi e occhi, lacerano e fanno a pezzi con una rabbia e una violenza inaudite e, forse per questo, persino liberatorie.

Scream VI - Hayden Panettiere (foto di Paramount Pictures)
Scream VI – Hayden Panettiere (foto di Paramount Pictures)

Sconfiggere i propri mostri

Prima ancora che un film slasher però, Scream VI decide di essere un film sul trauma e sul suo superamento. A differenza di tanti altri mostri cinematografici infatti, Ghostface non ha un’identità precisa perché ne ha tante; non rappresenta un male supremo e irraggiungibile o un demone lontano dalla realtà, ma un male comune che vive tra di noi, che potrebbe nascondersi nei panni del nostro migliore amico o della nostra dolce metà, che magari  dorme con noi. Tutto questo aumenta a dismisura il fattore emozionale e traumatico perché è un male che sentiamo molto vicino, come lo sente molto vicino Sam all’inizio della pellicola. Se già il suo percorso verso una sorta di oscurità era stato anticipato dal film precedente, in Scream VI il suo personaggio sembra compiere un ulteriore passo verso un’evoluzione che si prospetta interessante in vista di un (probabile) settimo capitolo. In fondo, come Sam, tutti i personaggi di Scream hanno sempre dovuto fare i conti con il trauma, a partire da Gale ancora sconvolta per quella morte lì fino ad arrivare a Kirby, personaggio “riportato in vita dal regno dei morti” che qui sembra avere ancora di più una funzione di mentore non tanto diegetica quanto tematica. In tutto questo, il sesto capitolo di una saga che ha riscritto totalmente tutti i paradigmi del metacinema non riesce a scrollarsi del tutto di dosso la sensazione che manchi il guizzo del campione, come se tutto o quasi quello che c’era da dire sull’evoluzione del cinema horror e sul suo senso sia stato già detto.

Scream VI - Courtney Cox (foto di Paramount Pictures)
Scream VI – Courtney Cox (foto di Paramount Pictures)

Lunga vita a Ghostface

Scream VI si apre con una sequenza estremamente intelligente che sovverte tutte le nostre aspettative e per gran parte del film mantiene quell’intelligenza filmica e metafilmica, ma il gioco stavolta non ha la stessa forza espositiva e simbolica di quello di Scream 4 ad esempio, ponendosi in una sicura via di mezzo senza cedere alla volontà di rischiare il tutto per tutto. Per il resto, se escludiamo la già citata sequenza iniziale ed un paio di spunti interessanti per il futuro, siamo davanti ad uno Scream che non sovverte granché le regole, che lavora come un whodunit abbastanza tradizionale e che non ne detta di nuove. Non è però macelleria di bassa lega, rimane sempre discretamente affilato specialmente quando mette alla berlina le situazioni già viste e riviste tipiche di molti sequel e riesce a divertire tenendo lo spettatore alle corde, nonostante i quasi 120 minuti di visione. Aiutato da un cast di attori e attrici ormai calati nei rispettivi ruoli (quelli storici) e tutto sommato dignitosi (quelli nuovi), Scream VI è ferale, violento e selvaggio, lascia ben poche pause per respirare e ci costringe ancora a fare i conti con le nostre paure più ataviche. Perché se ormai abbiamo imparato che andare da soli in un vicolo buio, gridare “chi c’è?” quando sentiamo un rumore sospetto o nasconderci in un armadio sono soluzioni da evitare pena una morta atroce, il merito è (anche) di film come Scream.

Scream VI. Regia di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett con Jenna Ortega, Melissa Barrera, Hayden Panettiere, Samara Weaving, Mason Gooding, Dermot Mulroney, Jasmin Savoy Brown, Jack Champion, Liana Liberato e Courtney Cox, in uscita il 9 marzo nelle sale distribuito da Paramount Pictures  in collaborazione con Eagle Pictures.

VOTO:

Tre stelle e mezzo

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