La conferenza di Santocielo, il nuovo film di Ficarra e Picone diretto da Francesco Amato con Giovanni Storti, Barbara Ronchi e Maria Chiara Giannetta: “La religione è molto meno arretrata degli uomini che la rendono tale, perciò abbiamo immaginato un Dio figo”
Ne Il primo Natale avevano raccontato la nascita di Gesù cambiandone alcuni avvenimenti chiave, quattro anni dopo Ficarra e Picone sono tornati alla religione con il loro nuovo film, Santocielo. Una commedia che flirta con il grottesco e che affronta il tema del pregiudizio e tanti argomenti, anche scottanti, dei nostri tempi: il ruolo della donna all’interno di una società ancora fortemente maschilista, il riconoscimento dell’amore e dei diritti omosessuali, il senso della fede e della preghiera. Sempre ridendone, però, perché come affermava George Bernard Shaw per dire la verità alla gente bisogna farla ridere.
In Santocielo il consiglio degli angeli, presieduto da Dio in persona, si riunisce a causa delle continue dimostrazioni di violenza, volgarità, egoismo e inadeguatezza del genere umano. Dopo una votazione si decide che, invece di far cadere un altro diluvio universale, verrà inviato un nuovo messia sulla Terra. A fare l’Annunciazione e ad insufflare nel grembo della nuova Madonna il nuovo Messia, viene inviato l’angelo Aristide (Valentino Picone). Questi però per errore finisce per “ingravidare” non la prescelta, ma tale Nicola Balistreri (Salvo Ficarra), un professore bigotto e ossessionato dal giudizio altrui. Ed è proprio da questo incidente scatenante che Ficarra è voluto partire per raccontarci il nuovo film della coppia.
“Tutto è nato da un desiderio che avevamo di fare un film sugli angeli e l’idea è arrivata di getto. Credo che lo sceneggiatore più importante del film sia il film stesso, perché mentre lo scrivevamo ci suggeriva dove andare ed è nato sulla volontà di parlare di temi che sono all’ordine del giorno come il pregiudizio o l’amore” – ha dichiarato Ficarra parlando dell’idea di concept – “Si può quindi mettere un’etichetta sull’amore? Forse no. Ma questo è anche un film sulla fede, la quale però ha un aspetto di interiorità e non dogmatico, quindi qui affrontiamo il valore della preghiera.” Picone, invece, ci ha tenuto a rimarcare il tema che veicola la storia di Santocielo, quello del pregiudizio.
“Questo film rivela che la saggezza ti impone di vedere una cosa in maniera naturale, e non c’è niente di più naturale dell’amore. Santocielo parla dell’eliminazione dei pregiudizi e lo fa anche in maniera provocatoria. Abbiamo capito subito che all’interno della provocazione ci potessero essere delle possibilità di seminare degli interrogativi. Questo voleva fare il film, non risaltare i punti esclamativi. Poi abbiamo visto che veniva fuori un aspetto umano non indifferente, ed è ciò che alla fine ci ha interessato di più. La stessa religione è molto più progredita e interessante di quanto gli uomini la facciano apparire, perché ci abbiamo messo dentro delle barriere che non le sono forse mai appartenute.”
“Siamo stati a noi a renderla antipatica e scomoda, ed è per questo che abbiamo pensato che avere un Dio figo potesse essere un’ottima idea.” E, a proposito di Dio, il suo interprete Giovanni Storti – che per l’occasione si preso una piccola pausa dal trio – ci ha svelato quanto si sia divertito a partecipare al progetto. “Quando mi hanno proposto la parte ho accettato subito, avevo una gran voglia di entrare nel progetto anche perché non siamo in molti quelli che possono affermare di aver interpretato Dio. Solo io e Morgan Freeman, che mi ha anche chiamato. È una pellicola che tocca tantissimi argomenti attuali e interessanti, e inoltre mi ha stupito il modo organizzato e pacato con cui loro due lavorano.”
Spazio anche alle due interpreti femminili Barbara Ronchi e Maria Chiara Giannetta, rispettivamente Giovanna e suor Luisa. “Quello che mi ha divertito e intenerito è che c’è stata cura nel raccontare come finisce una storia attraverso una serie di avventure fantastiche, senza tralasciare l’amore. Questo è stato un altro tema molto bello da raccontare”, ha dichiarato Barbara Ronchi, che è anche una fan del duo. “Sono una loro ammiratrice perché credo riescano sempre a parlare della vita che viviamo e di metterci di fronte a delle cose che vediamo, con grande ironia, leggerezza e puntualità ed è ciò che avviene in Santocielo. Ti dimentichi dell’elemento fantastico perché è tutto molto reale.”
Maria Chiara Giannetta ha invece rimarcato quanto sia stato importante partecipare al film, anche per via della propria visione personale. “È stato un percorso bello perché, da persona non credente, ho affrontato un ruolo che mi chiedeva di andare incontro al credo puro che possiede Suor Luisa, e alla crisi che deve affrontare dopo tutto quello a cui assiste.” Il regista Francesco Amato ci ha parlato soprattutto delle musiche del film, ad opera di Andrea Farri, e della loro importanza all’interno del tema e della storia. “Andrea ha musicato il film secondo alcuni elementi per noi importanti e fondativi, cioè la favola e la magia del Natale. Gli ho fatto una richiesta di ritmo perché volevamo avere una velocità di esecuzione nel racconto e quindi serviva questa brillantezza musicale che ci ha regalato.”
Infine Picone ha voluto sottolineare un paio di aspetti fondamentali per i quali questa pellicola è una delle più importanti che abbiano realizzato. “Come ne Il primo Natale, e nel resto della nostra filmografia, anche qui vogliamo dare voce agli ultimi, agli innocenti. Alla politica degli innocenti non è mai fregato nulla, e invece sono fondamentali per questa umanità.” Santocielo uscirà il 1 dicembre in oltre 600 copie distribuito da Medusa Film, diretto da Francesco Amato con Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giovanni Storti, Barbara Ronchi, Maria Chiara Giannetta e Carlo De Ruggieri.
