RoFF17: Rapiniamo il Duce, recensione del film di rapina con Pietro Castellitto e Matilda De Angelis

RoFF17 - Rapiniamo il Duce - Luigi Fedele, Alberto Astorri, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto, Coco Rebecca Edogamhe e Tommaso Ragno
RoFF17 - Rapiniamo il Duce - Luigi Fedele, Alberto Astorri, Maccio Capatonda, Pietro Castellitto, Coco Rebecca Edogamhe e Tommaso Ragno

La nostra recensione di Rapiniamo il Duce, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma 2022: una banda di ladri improbabili è protagonista di un film di rapina ambientato durante la Seconda guerra mondiale in una Milano caotica e devastata

Rapiniamo il Duce è stato presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma 2022.  Il regista Renato De Maria ha voluto esplorare l’heist movie portando al cinema un film di genere che ha come protagonisti dei furfanti improbabili che decidono di imbattersi in un’impresa folle: rapinare il Duce.

Rapiniamo il Duce 

Milano 1945. La Seconda guerra mondiale sta per concludersi e la città è distrutta dai bombardamenti. Nel caos generale Isola (Pietro Castellitto) riesce a farsi spazio nel mercato nero diventando il re del commercio clandestino. È innamorato di Yvonne (Matilda De Angelis) star dell’unico locale notturno rimasto a Milano nonché amante di Achille Borsalino (Filippo Timi), spietato gerarca fascista. Isola scopre dell’esistenza di un immenso tesoro nel momento in cui intercetta la comunicazione criptata che annuncia l’intenzione dei fascisti di attraversare il confine. Il ladro e la sua banda decidono di rapinare Mussolini, riusciranno nella loro impresa?

RoFF17 - Rapiniamo il Duce - Matilda De Angelis
RoFF17 – Rapiniamo il Duce – Matilda De Angelis

La colonna sonora

Rapiniamo il Duce si apre sulle note di Se bruciasse la città di Massimo Ranieri. La scelta della canzone, seppur inesatta dal punto di vista storico, è funzionale ad alleggerire l’atmosfera e comunicare subito il tono del film. Forse non è casuale che le parole anticipino le dinamiche della storia d’amore tra i due protagonisti ma questo il pubblico ancora non lo sa. La colonna sonora è composta interamente da grandi successi italiani interpretati in maniera magistrale da una Matilda de Angelis in veste di un’iconica diva anni ’40. Si passa da Caterina Caselli ai CCCP, gruppo al quale il regista è particolarmente legato si da una vecchia collaborazione. La selezione di questa tipologia di brani rispecchia la volontà del regista Renato De Maria di staccarsi dal film storico per dipingere un ritratto potenziale e spregiudicato di quello che poteva significare vivere a Milano negli ultimi giorni di guerra.

L’assurdità della missione

Protagonista della storia è una banda di delinquenti con animo rivoluzionario. Seppur accomunati dallo spesso spirito, questi ultimi si differenziano dai partigiani poiché il loro obiettivo non è fare la storia e i loro nomi «non sono di guerra ma d’arte». Il piano è quello di entrare nella “Zona nera” controllata a vista da soldati fascisti, sfondare la porta che contiene il “malloppo” e fuggire. Hanno tutti dei compiti pratici ben definiti e vengono presentati individualmente in una sorta di identikit che ne mostra le peculiarità, il tutto accompagnato da ritratti fumettistici giustificati dalla presenza nella banda di un abile disegnatore, utile nella raffigurazione del piano. Anche in questo caso, non è funzionale andare a ricercare una coerenza storico-visiva con le ambientazioni e il periodo di riferimento. La Seconda guerra mondiale e tutto ciò che ne consegue, rappresenta un espediente che conferisce alla narrazione una vena assurda. Chi mai sognerebbe di rapinare Mussolini?

La banda 

Negli ultimi anni la “banda” è protagonista di numerosi film di successo come Smetto quando voglio di Sydney Sibilia o Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno. Questa entità viene dipinta in maniera comica attraverso nuovi tipi di criminali, persone comuni che per caso o necessità quotidiane si ritrovano ad aver a che fare con la criminalità. Si tratta di rappresentazioni parodistiche di un immaginario alimentato da serie come Romanzo Criminale di Stefano Sollima che rimanda all’idea di banda come organizzazione criminale violenta e senza scrupoli. Rapiniamo il duce si pone su questa scia ma lo fa in maniera originale e mai noiosa poiché unisce questi due volti della banda, è il connubio tra criminalità e comicità. Isola e i suoi compagni sono dei ladri di professione ma la loro delinquenza non è fredda e disumana bensì goffa ma ed inverosimile.

Caratteristiche generali 

Il film è caratterizzato da una sceneggiatura pregna di eventi che scandiscono un ritmo frenetico in cui si alternano situazioni di equilibrio e rottura. Viene dato ampio spazio a scene di azione ben girate che colpiscono lo spettatore e tengono viva l’attenzione. La difficoltà sta nel riuscire a lasciare spazio anche alla psicologia dei personaggi ma Renato De Maria sa come riuscirci. Tutti cambiano e alla fine del film non sono più gli stessi. Isola, ad esempio, che viveva in funzione del denaro, darà più importanza all’amore. Non tutti però diventano eroi, fanno eccezione Nora (Isabella Ferrari) moglie devota di Borsalino e lo stesso Achille che tenterà invano un cambiamento attraverso l’amore per Yvonne. La vena drammatica è legata alla tormentata storia d’amore tra i protagonisti e raggiunge il suo apice nella sequenza in cui la splendida Matilda De Angelis interpreta intensamente Amandoti.

Rapiniamo il duce. Regia di Renato De Maria con Pietro Castellitto, Matilda de Angelis, Filippo Timi, Isabella Ferrari, Maccio Capatonda, Luigi Fedele, Coco Rebecca Edogamhe, Maurizio Lombardi e Lorenzo De Moor. Uscirà su Netflix il prossimo 26 ottobre.

VOTO:

3 stelle e mezza

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