Margherita delle stelle, recensione: il biopic sulla Hack è un bell’inno alla libertà

La recensione di Margherita delle stelle: Giulio Base dirige il biopic sull’astrofisica Hack e mette in scena un bell’inno alla libertà con Cristiana Capotondi, Cesare Bocci, Sandra Ceccarelli e Flavio Parenti

Da Nove vite come i gatti

Margherita delle stelle ripercorre la vita di Margherita Hack (interpretata da Cristiana Capotondi) da bambina autonoma e curiosa a ragazza libera e anticonformista, fino a diventare la prima donna a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste. Scritto da Monica Zapelli con Federico Taddia e liberamente ispirato al libro autobiografico Nove vite come i gatti scritto da Margherita Hack insieme allo stesso Taddia, il film restituisce un ritratto intimo ed emozionante della grande astrofisica italiana, vero modello di emancipazione ed eccezionale autenticità.

Capelli spettinati e mente sempre operativa

Cristiana Capotondi mette da parte il viso da eterna fidanzatina d’Italia per vestire i panni ben più concreti di una giovane (e, sul finale, anche meno giovane) Margherita Hack. Capelli spettinati, dialetto fiorentino, voglia di arrivare, ironia pungente e mente sempre operativa, il ruolo della scienziata le calze in modo egregio e conferma la capacità dell’attrice nell’inserirsi in progetti assai diversi l’uno dall’altro con la consueta maturità artistica ma anche con un velato senso di responsabilità nei confronti del personaggio che porta sul piccolo schermo.

Un personaggio all’avanguardia

Dall’infanzia in bici con pochi amici all’adolescenza segnata dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, passando per le vittorie nell’atletica leggera e il colpo di fulmine per lo studio delle stelle, la biografia della Hack non si fa mancare nemmeno un grande amore fuori dagli schemi dell’epoca – quello per il letterato Aldo De Rosa (interpretato da Flavio Parenti), che gli resterà accanto finché la morte non li separerà – e i tanti viaggi all’estero che la porteranno ad essere all’avanguardia tanto come persona che come astrofisica.

Un delizioso inno alla libertà

Importante l’influenza dei genitori anticonformisti e aperti al dialogo, interpretati da Cesare Bocci e Sandra Ceccarelli, ma anche dello sport che stimola nella giovane Hack una crescente ambizione e, non ultimo, il desiderio di rincorrere fino in fondo i suoi obiettivi. Tutti questi elementi, aggiunti alla verace simpatia che ha sempre caratterizzato la ricercatrice italiana, rendono il film diretto da Giulio Base un delizioso inno alla libertà.

Un racconto rispettoso ed onesto

Margherita delle stelle è una coproduzione Rai Fiction – Minerva Pictures, prodotto da Santo Versace e Gianluca Curti. A risultare particolarmente riuscito è il raggiungimento di un compromesso tra chiarezza espositiva e veridicità: perché, come dirà la stessa Hack, dimostri di sapere davvero una cosa solo se riesci a spiegarla ad un bambino. Un’operazione ben riuscita, che celebra una donna straordinaria e un’astrofisica rivoluzionaria senza limitarsi ad osannarla ma, piuttosto, cercando di raccontarla con rispetto ed onestà.

4 stelle