Chiara Lubich – L’amore vince tutto, la recensione del film Rai con Cristiana Capotondi

Chiara Lubich - Cristiana Capotondi
Chiara Lubich - Cristiana Capotondi

La recensione di Chiara Lubich – L’amore vince tutto, che vede Cristiana Capotondi ripercorrere la vita della fondatrice del Movimento dei Focolari: una storia semplice di fede e fratellanza, che insegna come donarsi agli altri a prescindere dal proprio credo

Una leader moderna

Trento, 1943. Sotto i bombardamenti dovuti alla Seconda Guerra Mondiale, Chiara Lubich (Cristiana Capotondi) è una maestra elementare che vorrebbe realizzare il suo ideale di fratellanza universale. Libera, appassionata e coraggiosa, prende un Vangelo e in quelle pagine trova le risposte che le cambiano la vita. Decide così di dedicare tutta se stessa a Dio, senza però chiudersi in convento. Al contrario, Chiara vuole vivere tra la gente e aiutare i più bisognosi. Accanto a lei le amiche Ines (Aurora Ruffino), Giosy (Miriam Cappa), Natalia (Valentina Ghelfi), Dori (Sofia Panizzi) e Graziella (Greta Ferro). Dopo aver lasciato famiglie e fidanzati, aiutano chiunque sia in difficoltà e si supportano l’una con l’altra senza alcuna vanità. Il movimento comincia a crescere, tanto da attirare l’interesse della Chiesa… e l’invidia dei benpensanti, che non hanno mai vista nulla di così innovativo.

Il Movimento dei Focolari

Rai 1 punta su una storia vera dal grande impatto emotivo per aprire il 2021 all’insegna del cinema italiano. Lo fa raccontando la storia di Chiara Lubich, una semplice ragazza italiana che è stata in grado di cambiare il mondo con la sola forza del suo sogno e del suo credo. Dalla beneficienza a Trento nel 1943, con il solo scopo di sostenere la propria gente durante la Guerra, si arriva infatti alla fondazione del Movimento dei Focolari accettato dalla Chiesa solamente nel 1962 (oggi diffuso in oltre 180 Paesi al mondo, con più di 2 milioni di aderenti). La pellicola diretta da Giacomo Campiotti si sofferma sulla sua genesi, con particolare riguardo per due aspetti: la sconcertante modernità e la fede universale da esso professata. Chiara Lubich diventa un modello suo malgrado, il che genera enormi dissidi in un contesto maschilista come quello dell’Italia degli anni ’40-’50.

Chiara Lubich - L'amore vince tutto, il cast: da sinistra Miriam Cappa, Valentina Ghelfi, Cristiana Capotondi, Aurora Ruffino, Greta Ferro e Sofia Panizzi ©photo Federica Di Benedetto
Da sinistra: Miriam Cappa, Valentina Ghelfi, Cristiana Capotondi, Aurora Ruffino, Greta Ferro e Sofia Panizzi ©photo Federica Di Benedetto

Cristiana Capotondi e il dialogo interculturale di Chiara Lubich

Curioso pensare ai divieti imposti alle donne: non potevano leggere i Vangeli da sole (un prete doveva spiegare loro le Sacre Scritture), non potevano lasciare la casa dei genitori se non per entrare in quella del marito, non potevano invitare alla fratellanza se non era la Chiesa ad autorizzarle. La pellicola si sofferma su questi aspetti, sottolinenando il coraggio di una donna pronta ad infrangere le regole in nome di un ideale superiore. Cristiana Capotondi si cala efficacemente nei panni di questa leader guidata dal profondo desiderio di fare la differenza e riesce a mostrare il suo lato più delicato. Ecco perché diventa semplice provare solidarietà ed empatia a prescindere dal proprio credo. Ciò tra l’altro rispecchia il desiderio della vera Chiara Lubich, promotrice per tutta la vita di un dialogo interreligioso oltre che interculturale.

Sceneggiatura semplice per un messaggio altrettanto semplice

La sceneggiatura si sofferma sull’epifania vissuta dalla Lubich, partendo dalle domande della sua giovinezza e arrivando alle risposte trovate nel corso della vita. A parlare, tuttavia, è anche una marcata simbologia. Basti pensare alla Madonnina che spicca tra le macerie della Guerra e che segna la vocazione della giovane Chiara, al vento delle montagne che suggerisca la presenza di Dio, oppure alla fratellanza che spinge la protagonista a donare le sue scarpe ad una donna che non ha nemmeno quelle. Spingere su questi tasti a volte fa scivolare la storia verso un eccessivo pietismo che non premia, ma qualche difetto non impedisce alla pellicola di raccontare una bella storia in modo semplice e diretto. Caratteristiche proprie del messaggio che anima il Movimento dei Focolari sin dalla sua fondazione: “Che tutti siano uno”, nel rispetto e nella valorizzazione della diversità, senza troppi artifici o giri di parole.

Chiara Lubich – L’amore vince tutto è una coproduzione Rai FictionEliseo Multimedia prodotta da Luca Barbareschi che va in onda su Rai 1 il 3 gennaio 2021. Nel cast anche Eugenio Franceschini (nel ruolo di Gino Lubich), Roberto Citran, Raffaele Vannoli, Andrea Tidona e Paolo Graziosi.

VOTO:
3 stelle

1 commento

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