La lunga notte – La caduta del Duce, recensione dei primi due episodi: di Bellocchio ce n’è uno solo

La lunga notte - La caduta del Duce - Alessio Boni e Duccio Camerini (foto Di Benedetto)
La lunga notte - La caduta del Duce - Alessio Boni e Duccio Camerini (foto Di Benedetto)

La nostra recensione dei primi due episodi de La lunga notte – La caduta del Duce, miniserie Rai diretta da Giacomo Campiotti con protagonisti Alessio Boni e e Aurora Ruffino: un’opera vanamente enfatica e pomposa nei dialoghi e nella recitazione, oltre che nelle intenzioni

Sbarca stasera su Rai 1 con i primi due episodi La lunga notte – La caduta del Duce, una nuova miniserie Rai prodotta da Luca Barbareschi e diretta da Giacomo Campiotti con Alessio Boni e Aurora Ruffino tra i protagonisti. Un racconto sulla carta pieno di tensione drammaturgica e affilato sulle tre settimane precedenti la notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 in cui si svolse l’ultima riunione del Gran Consiglio, organo supremo presieduto da Benito Mussolini, che segnò la fine del regime fascista. Solo sulla carta, però, perché c’è davvero poco da salvare in questo guazzabuglio enfatico e anche un po’ troppo retorico che abbraccia i meccanismi di una fiction vetusta, irricevibile e quindi superata.

La lunga notte - La caduta del Duce - Martina Stella e Duccio Camerini (foto @Di Benedetto)
La lunga notte – La caduta del Duce – Martina Stella e Duccio Camerini (foto Di Benedetto)

Tre settimane

10 luglio 1943. Mentre le truppe angloamericane sbarcano in Sicilia e Hitler è scontento dell’alleanza con l’Italia Dino Grandi (Alessio Boni), Presidente della Camera dei fasci, intuisce che bisogna destituire Mussolini (Duccio Camerini) in maniera legittima per poi rimettere il Paese nelle mani della famiglia Reale, riallacciando i rapporti con Inghilterra e Vaticano. Vittorio Emanuele III (Luigi Diberti) non prende una posizione e cerca di mantenere il potere mentre la principessa Maria Josè (Aurora Ruffino) trama con il Vaticano e gli Inglesi per rimuovere Mussolini allo scopo di liberare l’Italia dalla morsa delle dittatura ma anche per vedere suo marito Umberto (Flavio Parenti) ascendere al trono.

Edda Ciano (Lucrezia Guidone), figlia di Mussolini, è combattuta tra l’amore intenso per il padre e quello per il marito Galeazzo (Marco Foschi), desideroso di prenderne il posto. E poi ci sono le due donne del Duce, la moglie Rachele e l’amante Claretta Petacci (Martina Stella), entrambe preoccupate per l’esito tragico che comincia a profilarsi, entrambe valide strateghe e consigliere che in questo frangente rimangono inascoltate.

La lunga notte - La caduta del Duce - Aurora Ruffino (foto @Di Benedetto)
La lunga notte – La caduta del Duce – Aurora Ruffino (foto Di Benedetto)

Indietro nel tempo

Un uomo solo davanti a quello che sembra quasi un plotone d’esecuzione, e fuori la notte. Una notte lunga, lunghissima, proprio come quella del titolo, una notte che ha deciso le sorti di un intero Paese cambiandone le traiettorie, le intenzioni e persino l’ideologia. Comincia in medias res La lunga notte – La caduta del Duce e, dopo un’introduzione di ben 100 minuti, ritorna esattamente a dove ci aveva lasciati con quell’apertura così promettente. Peccato che, tolti prologo ed epilogo, il resto della narrazione risulti totalmente fuori tempo massimo, completamente avulsa dallo zeitgeist contemporaneo perché ancora legata a dei modelli produttivi e di racconto francamente datati.

Il nuovo prodotto di Rai 1 è infatti una fiction a tutti gli effetti, opulenta e ambiziosa certo ma anche drammaticamente enfatica, ampollosa, senza nessun tipo di lavoro sul sottotesto (a parte in un singolo momento) e per di più anche priva di carattere e di carisma. A partire dagli interpreti, tutti sotto la soglia minima di sufficienza tranne per un Alessio Boni un po’ imbolsito ma almeno in grado di evitare le derive caricaturali di una storia raccontata con un gusto fin troppo antico; la sensazione non è quella di trovarsi davanti ad un prodotto televisivo coi piedi nella modernità e la testa al passato, bensì con la riproposizione di un modo d’intendere la serialità che speravamo fosse scomparso.

La lunga notte - La caduta del Duce - Alessio Boni (foto @Di Benedetto)
La lunga notte – La caduta del Duce – Alessio Boni (foto Di Benedetto)

Una notte troppo lunga

E allora, il paragone con il capolavoro di Bellocchio andato in onda sulla stessa Rai poco più di un anno fa appare inevitabile. Sia perché si tratta di due miniserie  che raccontano due momenti cardine della storia d’Italia e sia perché c’è più di una somiglianza, quantomeno tematica, tra le due storie (che in parte è data anche dalla parola notte, presente nel titolo di entrambe). Se quella su Moro era infatti una riflessione lucidissima, amara e spietata sulla connessione tra piano politico e privato, tra i fantasmi del passato che plasmano il presente e quelli di un futuro che non è ancora arrivato, anche ne La lunga notte – La caduta del Duce si parla di un fantasma

Lì era Moro, qui è Mussolini con tutto ciò che rappresenta. A fare da contrapposizione ideale al Duce è però il Dino Grandi di Alessio Boni, un po’ come se fosse un eroe e un anti-eroe assieme e anche qui, come nel caso dell’opera di Bellocchio, l’aspetto privato è vitale per comprendere quello pubblico. Solo che qui tutto viene sottolineato, evidenziato, sovraccaricato dai dialoghi e dalle espressioni facciali, oltre che da una colonna sonora martellante e fin troppo pomposa. Sembra davvero di ritornare ad un modello produttivo vecchio di vent’anni e più, in cui la Storia si fa minuscola di fronte all’incapacità di gestire un racconto di così grande portata senza farlo passare attraverso le gabbie del melò.

Non c’è spazio per il dubbio o l’ambiguità, figuriamoci per una qualche forma di sottotesto: La lunga notte – La caduta del Duce procede per tesi, prova a costruire e ad accumulare tensione non attraverso ciò che non si vede ma solo attraverso ciò che si vede e che viene raccontato, esplicitato, formulato. Eppure, qualche fulmineo lampo di luce sembra esserci tra un gioco al massacro e l’altro, tra un segreto mal custodito e un tradimento che si va sempre più formando. Sono però brevi linee dialogiche o intuizioni che restano lì e di cui La lunga notte – La caduta del Duce non sembra voler tener conto. L’impressione è che, se il buongiorno si vede dal mattino, questa sarà una notte lunghissima.

La lunga notte – La caduta del Duce interviste

Guarda anche le nostre video interviste al cast

Alessio Boni (guarda) – Duccio Camerini (guarda) – Martina Stella (guarda– Aurora Ruffino (guarda)– Emma Benini e Ludovico Fremont (guarda) – Giacomo Campiotti e Maurizio Donadoni (guarda)

TITOLO La lunga notte – La caduta del Duce
REGIA Giacomo Campiotti
ATTORI Alessio Boni, Duccio Camerini, Marco Foschi, Lucrezia Guidone, Ana Caterina Morariu, Flavio Parenti, Aurora Ruffino, Martina Stella, Luigi Diberti, Riccardo De Rinaldis, Emma Benini, Ludovico Fremont
USCITA 29, 30 e 31 gennaio 2024
DISTRIBUZIONE Rai 1

 

VOTO:

Due stelle

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