La chimera, recensione RoFF18: Alice Rohrwacher e il mondo dei tombaroli, tra sogno e realtà

La chimera - Alba Rohrwacher
La chimera - Alba Rohrwacher

Dalla festa del Cinema di Roma la nostra recensione de La chimera, il quarto film di Alice Rohrwacher già presentato a Cannes: torna la riflessione sul passato della regista toscana assieme alle sue ossessioni, in bilico tra reale e immaginario

Il ritorno di Alice Rohrwacher a cinque anni da Lazzaro felice e a pochi mesi dal mancato Oscar per Le pupille si tramuta in un viaggio allucinato che scava nel passato di una terra per portarne alle luce i tesori più preziosi. La chimera (qui la conferenza di Cannes) conferma la propensione della cineasta toscana per i racconti in bilico tra realtà e immaginazione, alla ricerca del senso della vita e della morte.

“Predatori” di tombe

Di ritorno in una piccola città sul mar Tirreno, Arthur (Josh O’Connor) ritrova la sua sciagurata banda di tombaroli, ladri di corredi etruschi e di meraviglie archeologiche. Arthur ha un dono che mette al servizio della banda: sente il vuoto. Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo passato. Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. In un viaggio avventuroso tra vivi e morti, tra boschi e città, tra feste e solitudini, si svolgono i destini intrecciati di questi personaggi, tutti alla ricerca della Chimera.

Disseppellire il passato

Nella mitologia greca (e poi in quella etrusca e romana) la Chimera era un mostro composto da diversi animali, con tre enormi teste che sputavano letteralmente fuoco. In pratica era la personificazione della forza della natura, della distruzione, di un mondo costantemente sul baratro di un’eruzione gigantesca. Per Alice Rohrwacher una distruzione c’è, in qualche modo, ma non è nulla di così apocalittico o almeno non lo è all’apparenza. Perché ne La chimera le forze distruttrici fanno il paio con quelle creatrici, così come il presente fa il paio con il passato, il mondo reale con quello spirituale e la terra con il sottoterra.

La chimera - Isabella Rossellini
La chimera – Isabella Rossellini

Ciò che Arthur e i suoi allegri compari fanno ha in un certo senso a che vedere con questo processo di distruzione, poiché diseppellendo il passato e portandolo alla luce rompono un equilibrio precario che si reggeva da migliaia di anni sul segreto privato di un non detto, di un non rivelato. E allora come per il dono della rabdomanzia che Arthur possiede, anche la Rohrwacher procede lentamente sul suo stesso terreno intrecciando i piani, gli spazi, i ricordi; gioca con la mitologia riprendendone alcuni personaggi, come il ricettatore/la ricettatrice Spartaco nel suo sgargiante abito giallo a simboleggiare il potere del denaro, che ingloba e inghiotte tutto seppellendolo per sempre. Come una tomba.

I fantasmi di Alice

Quella de La chimera però non poteva che essere (anche) una storia di fantasmi ,o di spiriti se preferiamo, perché da che mondo e mondo dove ci sono delle tombe ci devono essere dei morti che le abitino. Solo che qui i fantasmi sono letteralmente indistinguibili dai vivi perché vivono nella nostra mente contaminando la percezione della realtà, e un po’ come Teseo nel labirinto anche noi abbiamo un bisogno di un filo rosso che ci indichi la direzione verso la luce, quando ci sentiamo perduti. La Rohrwacher ha sempre avuto una fascinazione tutta particolare verso l’altrove, ma questa storia le permette di scavare letteralmente e metaforicamente ancora più a fondo alla ricerca di quell’ingresso.

La chimera - una scena del film
La chimera – una scena del film

Ed è così che La chimera procede di simbolismo in simbolismo, di tagli al montaggio violenti e furiosi, improvvisi come la fine, di inquadrature che rovesciano il punto di vista e lo sguardo, ma anche di momenti di sbando in cui la scrittura sembra cedere sotto il peso di un’ambizione eccessiva. Se allora la pellicola non rischia il tracollo è perché sa perfettamente cosa vuole raccontare, anche al costo di sacrificare un po’ della sua chiarezza espositiva sull’altare dell’esperienza visiva più viscerale e cristallina. D’altronde, lo sappiamo, il talento della maggiore delle sorelle Rohrwacher nella composizione delle inquadrature è sempre stato evidente e la sua personalità prorompente.

Aiutata anche da un parterre di attori perfetti nell’incanalare il senso di meraviglia unito all’attesa spasmodica o alla frustrazione che precedono la scoperta (Josh O’Connor e una delicata e dolente Isabella Rossellini meritano una menzione a parte, così come l’apparizione a sorpresa di Alba Rohrwacher), La chimera abbraccia completamente un finale in cui il senso di questo viaggio si sublima del tutto, lasciando forse più domande che risposte ma ribadendo come, ancora una volta, per certe storie serva una dose enorme di coraggio e di fiducia. Come per scendere in una tomba oscura e inesplorata, sperando che da qualche parte lassù qualcuno quel filo rosso ce lo tenda.

TITOLO La chimera
REGIA Alice Rohrwacher
ATTORI Josh O’Connor, Isabella Rossellini, Carol Duarte, Vincenzo Nemolato, Alba Rohrwacher
USCITA 23 novembre 2023
DISTRIBUZIONE 01 Distribution

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

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