I tre moschettieri: Milady, recensione: una seconda parte più cupa e libera, ma altrettanto solida

I tre moschettieri: Milady - Eric Ruf e Eva Green (@Ben King)
I tre moschettieri: Milady - Eric Ruf e Eva Green (@Ben King)

La nostra recensione de I tre moschettieri: Milady, secondo capitolo del dittico ispirato al celebre romanzo di Dumas con Eva Green, Vincent Cassel e Louis Garrel: più oscuro e meno filologico del primo film, ma con un focus più chiaro sui personaggi in special modo femminili

A poco meno di un anno dalla prima parte arriva in sala I tre moschettieri: Milady, capitolo secondo di un dittico che però potrebbe diventare una trilogia visto e considerando anche il rilancio finale. Torna il folto cast del film precedente ma stavolta, come da titolo, il focus è principalmente sulla Milady di una sempre meravigliosa Eva Green, magnetica, fredda e calda allo stesso tempo, sensuale e spietata eppure anche più umana che in precedenza. È lei che catalizza tutti gli eventi ed è su di lei che tutto si concentra, in una seconda parte più oscura e più libera dai dettami del romanzo di Dumas che parla in maniera ancora più esplicita di fantasmi, di rimpianti e di morte.

I tre moschettieri: Milady - François Civil (@Julien Panie)
I tre moschettieri: Milady – François Civil (@Julien Panie)

À la cour française

Constance (Lyna Khoudri) è stata rapita proprio sotto gli occhi di D’Artagnan (François Civil). In una frenetica ricerca per salvarla, il giovane moschettiere è costretto a unire le sue forze con quelle della misteriosa Milady de Winter (Eva Green). Mentre il Re Luigi XIII (Louis Garrel) è in balia del Cardinale Richelieu (Eric Ruf), D’Artagnan e i Moschettieri sono l’ultimo baluardo prima del caos. Ma, con la Francia che rischia di essere messa a ferro e fuoco, il destino li porterà davanti a una scelta: sacrificheranno coloro che amano per portare a termine la loro missione?

I tre moschettieri: Milady - Eva Green e François Civil (@Ben King)
I tre moschettieri: Milady – Eva Green e François Civil (@Ben King)

Una donna sola

Non c’è alcun dubbio che I tre moschettieri: Milady sia legato a doppio, triplo filo alla sua splendida antagonista. Quella Milady de Winter che nel primo capitolo si stagliava come una macchia dai contorni oscuri e indefiniti ora acquisisce un po’ più di chiarezza (ma non troppa per fortuna), grazie ad un focus molto più preciso e alla solita incredibile performance di Eva Green. È così che la pellicola di Martin Bourboulon si fa carico di un’indagine su di un personaggio dal passato terribile, una vera e propria sopravvissuta i cui traumi hanno finito per trasformarla in un’assassina spietata e corrotta, alle volte apparentemente disumana.

Una donna sola contro tutti Milady, la quale rifugge certi cliché contemporanei per cui le donne più sono forti e più interessanti ma non perché non lo sia, forte, anzi. Soltanto che non viene mai resa eroica, non come l’avrebbe trasformata Hollywood, per cui le sue azioni sono orribili e tali restano. Non c’è compatimento o empatia da parte dello spettatore, o almeno c’è solo in piccola parte, ma c’è la voglia e la capacità di disegnare una villain a tutto tondo, magnetica e diabolica, fragile e imperfetta. Non si assiste insomma a quella ruffianeria yankee che finisce per stancare e per appiattire tutto, perché  a Bourboulon e soci interessano davvero gli spigoli.

Ed è una storia di tanti spigoli quella de I tre moschettieri: Milady, forse ancor più che quella del primo capitolo, sicuramente più cupa, più indipendente dal romanzo di partenza di cui modifica alcuni passaggi chiave ma anche più consapevole di dove stia andando e di come vorrebbe arrivarci. In questo modo la giostra del regista francese e dei suoi due co-sceneggiatori non si ferma mai, tra intrighi di potere e tradimenti, tra lotte interne e minacce sterne, tra uomini e donne costretti a sfuggire ad un passato che potrebbe fagocitarli in qualsiasi momento.

I tre moschettieri: Milady - Eva Green (@Julien Panie)
I tre moschettieri: Milady – Eva Green (@Julien Panie)

Non il solito blockbuster

Nonostante una certa aderenza ai canoni del più classico swashbuckling ( o cappa a spada per dirla all’italiana), I tre moschettieri: Milady resta una produzione profondamente debitrice dello stile, del tono e del linguaggio europei. Certo, l’influenza statunitense si sente nel momento in cui la storia si apre ad un potenziale universo già stabilito, sfoderando tutti i trucchi diegetici più disparati per mantenere le linee narrative vive e pulsanti, come nel rilancio finale in cui uno dei personaggi chiave si trova ancora una volta di fronte ad un pericolo potenziale e ad un punto di domanda gigantesco.

Però, come già accennato, qui siamo dalle parti di un blockbuster decisamente più piccolo a livello produttivo (70 milioni spesi per due film), ma forse anche per questo più centrato, più attaccato ai suoi personaggi, al tema della responsabilità legata al potere e alle tante diramazioni che questa storia concentra nell’arco di meno di due ore. Perché sono molteplici gli spunti e i pattern diegetici che ne I tre moschettieri – Milady si vanno ad accumulare, e anche se non tutti trovano una risoluzione completamente soddisfacente rimane comunque una sensazione di grande compattezza e solidità strutturale.

Un film da vedere rigorosamente sul grande schermo questo, se non altro per godere appieno dell’ottimo lavoro di ricostruzione scenografica, del montaggio ben serrato ma mai confusionario, dell’utilizzo intelligente dei non troppi mezzi a disposizione mascherati perfettamente con alcune buone idee di messa in scena (si veda ad esempio l’attacco notturno alla roccaforte protestante). Un ottimo termine di paragone rispetto alla concorrenza che uscirà proprio quest’oggi e che dimostra, come non mai, quanto in fatto di spettacolo il cinema europeo ( e francese in primis) sappia fare la propria figura.

TITOLO I tre moschettieri: Milady
REGIA Martin Bourboulon
ATTORI Vincent Cassel, François Civil, Pio Marmaï, Romain Duris, Louis Garrel, Vicky Krieps, Éric Ruf, Lyna Khoudri, Eva Green
USCITA 14 febbraio 2024
DISTRIBUZIONE Notorious Pictures

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

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