Fuga in Normandia, recensione: Michael Caine e Glenda Jackson giganteschi tra ricordo e rimpianto

Fuga in Normandia - Glenda Jackson e Michael Caine
Fuga in Normandia - Glenda Jackson e Michael Caine

La nostra recensione di Fuga in Normandia, film di Oliver Parker che segna l’ultima apparizione cinematografica di Michael Caine e Glenda Jackson: un dramedy incredibilmente struggente e intimo ma anche arguto e spassoso, che funge da commiato senza retorica

Fuga in Normandia, film diretto da Oliver Parker, non è solo la pellicola che rappresenta l’addio al mondo del cinema di Sir Michael Caine dopo una carriera a dir poco memorabile, ma è anche il film di commiato verso la meravigliosa Glenda Jackson morta poco dopo le riprese. Un’opera testamento che però non si ammanta mai troppo di malinconia, che si mantiene sempre perfettamente sul crinale tra commedia e dramma senza rinunciare al potere salvifico della nostalgia e del ricordo anche quando emergono prepotenti i rimpianti e il dolore; splendido il duo protagonista, intenso, arguto, divertente e commovente, dotato di classe e una sensibilità rarissime.

Fuga in Normandia - John Standing e Michael Caine
Fuga in Normandia – John Standing e Michael Caine

Una reunion imperdibile

La grande fuga dell’ottantenne inglese Bernie Jordan (Michael Caine) comincia il giorno del 70° anniversario dallo sbarco in Normandia, quando scappa dalla casa di riposo in cui vive con la moglie Rene (Glenda Jackson) per unirsi ad altri veterani di guerra e commemorare i compagni caduti in Francia. La notizia fa il giro del mondo e il veterano finisce in prima pagina ma, in prima pagina, viene raccontata solo una parte della storia.

Fuga in Normandia - Michael Caine e Glenda Jackson
Fuga in Normandia – Michael Caine e Glenda Jackson

Un ritorno necessario

È un film in qualche modo di ritorni, o forse di partenze mai davvero avvenute, Fuga in Normandia di Oliver Parker. Ritorni che però vogliono dire ferite che si riaprono, traumi e fantasmi del passato che riaffiorano alla luce e il peso di una storia, della Storia, che si fa prepotente, che irrompe all’interno delle esistenze di Bernie e Rene. È quel momento, in fondo, che ha cambiato il corso della più grande guerra della storia dell’umanità, il D-Day del 6 giugno 1944 in cui gli alleati sbarcarono sulle coste normanne occupate dai tedeschi.

Parlavamo però di traumi e fantasmi e sono loro in qualche modo a guidare i due protagonisti, soprattutto il Bernie di un dolente e meraviglioso Michael Caine ancora oppresso dal senso di colpa per la morte del fratello avvenuta proprio su quella spiaggia. E allora via alla palette cromatica dei grigi e dei rossi, ai tramonti macchiati di sangue e alla spenta desolazione di un luogo in cui la Storia ha pagato il prezzo più alto, ancora peggiore della morte: il rimpianto. Però Bernie è fuggito, è diventato un “escaper” come lo apostrofano i giornali (appellativo che richiama il ben più efficace titolo originale) e questa fuga non ha nulla di onorevole agli occhi della gente.

Al regista britannico però sembra interessare di più lo studio dei volti, dei movimenti, dei segni lasciati su Bernie e Rene, sul loro matrimonio lungo quasi sei decenni, sulla loro condizione attuale di prigionieri “in un posto che puzza di morte”. Perciò quella fuga diventa un gesto rivoluzionario e vitale di un film che parla comunque anche di vita, nonostante l’età anagrafica dei protagonisti, e che li mette di fronte al dolore del ricordo, alla consapevolezza dell’impotenza, persino al peso insostenibile della sopravvivenza.

Fuga in Normandia - Michael Caine
Fuga in Normandia – Michael Caine

Due interpreti che fanno il film

Non poteva che però appartenere completamente a Caine e a Jackson questo Fuga in Normandia, alla loro capacità espressiva che lavora sempre in sottrazione o per suggerimento, senza mai strafare, senza mai lasciare che tutto il racconto sprofondi nella retorica o nell’eccesso melodrammatico. Un lavoro di grande sensibilità, di grande finezza e di grande esperienza quello dei due interpreti, entrambi due volte premio Oscar, che dipinge il quadro di una coppia aggrappata ad un matrimonio e ad un amore forse ormai un po’ sfioriti, ma comunque in grado di vivere attraverso uno sguardo sfuggente, una battuta arguta, una provocazione.

Per il resto Parker lavora sullo schema più classico di un dramedy  che sembra quasi abbracciare il finale di Saving Private Ryan, specialmente quando la macchina da presa volteggia sul cimitero in cui riposano tutti i soldati caduti in quel giorno o quando stringe sugli occhi di Caine/Bernie ad anticipare un’analessi improvvisa. Il risultato è quello di un film che sa commuovere e sa regalare intensità drammaturgica senza strafare, schivando i pericoli di didascalismo e retorica quasi sempre e dandoci la possibilità di godere per l’ultima volta del talento di due attori straordinari. Uno è ancora con noi, l’altra ci ha lasciati ma con il cinema vivranno per sempre.

TITOLO Fuga in Normandia
REGIA Oliver Parker
ATTORI Michael Caine, Glenda Jackson, John Standing, Danielle Vitalis, Will Fletcher, Laura Marcus, Ann Queensberry, Jackie Clune, Victor Oshin, Brennan Reece
USCITA 20 giugno 2024
DISTRIBUZIONE Lucky Red

 

VOTO:

Tre stelle

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