La recensione di Fairytale – Una fiaba, il nuovo visionario film del maestro Aleksandr Sokurov: Hitler, Mussolini, Stalin, Churchill e Napoleone discutono in un limbo in attesa del Giudizio di Dio
Dopo il passaggio ai festival di Locarno e Torino arriva finalmente in sala Fairytale – Una fiaba, nuovo film del maestro russo Aleksandr Sokurov (Taurus, Moloch, Il sole, Faust). Attraverso un viaggio allucinato e visionario Sokurov (di cui trovate qui l’incontro per parlare del film) conduce le anime di Hitler, Mussolini, Stalin, Churchill e Napoleone in un limbo in attesa del Sommo Giudizio, trattando così di politica e storia ma non solo.
Cinque anime da giudicare
Adolf Hitler, Benito Mussolini, Winston Churchill, Iosif Stalin e Napoleone Bonaparte si ritrovano intrappolati in una sorta di limbo, nell’attesa del giudizio finale di Dio sulle loro anime. Mentre aspettano di essere giudicati cominciano a discutere dello stato del mondo, delle loro vite, della loro bramosia di potere, dei loro più profondi rimpianti (ma non rimorsi) mentre a loro si aggiunge perfino la figura di Gesù Cristo, ancora incredulo e addolorato per il fatto di dover fare anche lui “la fila” come tutti gli altri. In un purgatorio fatto di rovine e boschi infiniti e inquietanti allo stesso tempo e squarciato da continui temporali, la loro sarà l’ultima occasione per venire a patti con la propria coscienza prima che il loro destino venga segnato per l’eternità.
Un film etico
Dopo la sua tetralogia del potere Aleksandr Sokurov decide di prendere una strada differente, scegliendo di raccontarne o meglio di rappresentarne le sfumature e le contraddizioni attraverso cinque personaggi che col potere stesso si sono assicurati un posto nella Storia. Sokurov però li inserisce in un contesto ambientale a loro del tutto astruso ed estraneo, una sorta di dimensione spazio-temporale che segue la vita terrena e in cui le anime dei morti aspettano di essere purificate attraverso la salvezza o incenerite nella dannazione eterna. Dio è sempre all’interno dell’inquadratura, anche se non compare mai se non nelle brevi vesti di suo figlio, ed in un certo senso anche lo spettatore e Sokurov stesso interpretano lo stesso ruolo. Non è però un film religioso questo Fairytale – Una fiaba e non vuole esserlo, quanto piuttosto un film etico. Un racconto che attraverso la costruzione e la decostruzione di un’etica individuale mira a tirar fuori la responsabilità collettiva, mettendoci davanti agli occhi cinque personaggi colpevoli di alcune delle più grandi atrocità mai commessi e chiedendoci di giudicare noi stessi più che loro.
Il prezzo della Storia
Non è un caso che Sokurov abbia scelto proprio quei personaggi in questo Fairytale – Una fiaba. Se quattro di loro rappresentano la quintessenza del cieco despotismo, Churchill è invece la rappresentazione di quanto la democrazia sia spesso nata dal sangue e di come in un modo o nell’altro solo nel sangue potrà realizzarsi in maniera compiuta. Sokurov parla di schieramenti politici, di come Lenin apprezzi Mussolini in quanto ex-socialista e di come il fascismo sia una realtà definita mentre il comunismo di Stalin un’utopia irrealizzabile, ma scava anche nelle pieghe e nelle piaghe di ogni possibile ideologia mettendole tutte alla berlina senza essere un film politico o politicamente schierato. Cinque personaggi non in cerca d’autore, ma di un prezzo da pagare: quello della Storia che, come Dio, è pronta per giudicarli anche se quel giudizio dovesse farsi attendere per molto tempo ancora. Giudizio che Sokurov si guarda però bene dal pronunciare. A lui interessa scrutare, osservare, interrogarsi sulle nostre responsabilità e su ciò che non ha funzionato ma per farlo ha bisogno che i suoi personaggi non siano mai del tutto a proprio agio, mai del tutto a posto con la loro coscienza.
Un sogno/incubo escheriano
Questa sorta di limbo o Purgatorio in cui questi cinque personaggi si incontrano, chiacchierano e si interrogano sul senso della Storia e del Potere stesso è un vero e proprio dedalo sospeso tra sogno ed incubo. Ricorda in parte Dante con la sua selva oscura e la sua città dolente, ma anche i mondi inaccessibili, disturbanti e onirici di Doré ed Escher. Le rovine decadenti che abbracciano una città dai contorni oscuri, il bosco infinitamente grande e silenzioso ma alieno ai nostri occhi, alberi ammucchiati, rami pieni di foglie o privi di vita, un temporale da cui non piove mai ma che scarica al suolo lampi e fulmini con una rabbia e una violenza inaudite, una folla rumorosa e indistinta che inneggia a qualcosa o a qualcuno. Forse al prossimo dittatore, forse alla fine dei tempi. Una dimensione da cui è impossibile fuggire, un mondo sull’orlo de precipizio in attesa dell’Apocalisse, ma anche (forse) il tentativo di assegnare al Cinema il compito gravoso del contrappasso. Una condizione di straniamento e di inquietudine acuita dalla scelta di far doppiare ogni personaggio con una voce non corrispondente a quelle reali, probabilmente ancora di più per rimarcare la distanza tra lo spettatore e questi uomini ormai parte dell’immortalità.
Fairytale – Una fiaba è una sorta di viaggio all’interno della mente e dell’anima di cinque dei personaggi storici tra i più rappresentativi della contemporaneità. Un viaggio che però non vuole avere contorni politici o partitici, né vuole offrire un giudizio a posteriori sugli uomini e sul loro operato bensì ridurli alla loro condizione umana. Trattarli cioè alla stregua di tutti gli uomini piccoli, stupidi ed egoisti che hanno abitato questo mondo e che nella maggiorparte dei casi ne sono usciti da dimenticati; uomini incastrati in una Babele di lingue diverse che va dall’aramaico al tedesco, dall’inglese al francese passando per italiano e georgiano e soprattutto nella loro stessa umanità. Uomini a cui Sokurov guarda quasi con affetto, mettendoli in mostra come fossero quadri di un museo e privandoli, così, della loro sacralità.
Fairytale – Una fiaba. Regia di Aleksandr Sokurov con le voci di Alexander Sagabashi, Fabio Mastrangelo, Lothar Deeg, Pascal Slivansky, Tim Ettelt e Vakhtang Kuchava, in uscita nelle sale il 22 dicembre distribuito da Academy Two.
Tre stelle e mezzo