Due, recensione: una storia d’amore piena d’umanità, che sfida i tabù

Due - Martine Chevallier e Barbara Sukowa
Due - Martine Chevallier e Barbara Sukowa

La nostra recensione di Due, il premiatissimo film di Filippo Meneghetti capace di vincere un César e due Prix Lumières: una storia d’amore tenera ma al tempo stesso inossidabile, che invita a chiedersi quanto influisca lo sguardo degli altri sulle nostre azioni

Nina e Madeleine

Nina (Barbara Sukowa) e Madeleine (Martine Chevallier) sono ormai due anziane donne in pensione. Uniche inquiline dell’ultimo piano di un edificio, vivono da anni in gran segreto una storia d’amore. Nessuno sa nulla del sentimento che le lega e che dura praticamente da tutta la vita. Agli occhi della gente, sono solo due vicine di casa tra le quali è nata una profonda amicizia. D’altronde Madeleine è stata sposata, è rimasta vedova e non riesce a confessare ai figli la verità. Quando viene colpita da un male improvviso, sua figlia Anne (Léa Drucker) di colpo scopre tutto. Per lei è una doccia fredda e quel segreto, celato così bene nel corso degli anni, mette a dura prova la relazione tra le due donne.

Due - Barbara Sukowa e Martine Chevallier
Due – Barbara Sukowa e Martine Chevallier

Come condiziona lo sguardo degli altri

Filippo Meneghetti, regista di Due ma anche co-sceneggiatore insieme a Malysone Bovorasmy, ha espresso chiaramente le intenzioni della sua pellicola: “Il film racconta la storia di una sfida e di una passione insieme dolce e caparbia, ma questa sfida è anche un modo di esplorare alcuni temi che mi affascinano: quanto influisce sulle nostre azioni lo sguardo degli altri? Quale conflitto interiore si accende nel confronto con questo tipo di censura? Gli ostacoli che incontrano sul loro cammino spingono spesso Nina e Madeleine a comportamenti estremi, ma non dobbiamo dispiacerci per loro: sono eroine che combattono per il loro amore”, ha detto. Bisogna riconoscere che il coinvolgimento è elevato all’ennesima potenza: la regia di Meneghetti è estremamente empatica e ricca di immagini che vanno ben oltre quanto mostrato esplicitamente.

Una regia empatica

Basti pensare al primissimo piano che stringe sugli occhi di Madeleine, malata e incapace di comunicare verbalmente, mentre la figlia Anne parla in modo enfatico (e in fondo inveritiero, come lo spettatore ben sa) del matrimonio tra sua madre e suo padre. Oppure si pensi alla primissima scena, che mostra il parco che più volte offrirà rifugio alle protagoniste nel corso della storia. Lì, una ragazzina vestita di bianco si nasconde fino a sparire del tutto, mentre un’altra bambina, vestita di scuro, la cerca dappertutto. Inutilmente. La metafora è chiara: la bambina vestita di bianco è una rappresentazione di Madeleine, che prova troppa vergogna per manifestare la propria identità di fronte ai propri cari, mentre l’altra rappresenta Nina, pronta a tutto pur di difendere il suo amore.

Due - Martine Chevallier e Barbara Sukowa
Due – Martine Chevallier

Estrema difesa di un amore

Perché in effetti le due protagoniste, così ben delineate da Meneghetti, posseggono la forza di chi è disposto a tutto pur di difendere il proprio sentimento. Sebbene lo facciano in modo diverso, sono pur sempre due eroine romantiche che sfidano un tabù “voluminoso” come l’omosessualità tra due donne anziane. Da apprezzare soprattutto la caratterizzazione di Nina, che appare da subito la più determinata e diventa via via sempre più disperata col sopraggiungere della malattia di Madeleine. Per lei è insopportabile il pensiero di non potersi prendere cura della persona che le è stata accanto tutta la vita. Quasi in una escalation che la vede affrontare a viso aperto tutto e tutti, è più che mai determinata a riprendersi il futuro che voleva. Un romanticismo forte e dolce al tempo stesso che colpisce per i suoi contorni decisi, espresso musicalmente dalle efficacissime note di Michele Menini.

Due, presentato al Toronto International Film Festival 2019 e alla Festa del Cinema di Roma 2019 (qui il video integrale della conferenza stampa), ha rappresentato la Francia agli Oscar ed è stato candidato ai Golden Globe. Il film arriva nelle sale italiane il 6 maggio grazie a Teodora Film. Nel cast anche Jérôme Varanfrain, Daniel Trubert, Hervé Sogne, Tara Klassen, Eugénie Anselin e Véronique Fauconnet.

VOTO:
4 stelle

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