Air – La storia del grande salto, recensione: un cast all star per inseguire l’American Dream

Air - La storia del grande salto - Matt Damon e Viola Davis (foto di Ana Carballosa)
Air - La storia del grande salto - Matt Damon e Viola Davis (foto di Ana Carballosa)

La recensione di Air – La storia del grande salto, nuova regia di Ben Affleck con un super cast: Matt Damon, Viola Davis, Jason Bateman e Affleck stesso per raccontare l’American Dream con delle Air Jordan ai piedi

A sette anni da La legge della notte Ben Affleck torna dietro la macchina da presa per un progetto ambizioso e interessante: il racconto della nascita delle Air Jordan, le scarpe sportive più vendute e celeberrime di tutti i tempi. Air – La storia del grande salto si dimostra però un film capace di raccontare anche molto altro, aiutato da una sceneggiatura di ferro precisa fino al millimetro e da un cast in stato di grazia composto tra i tanti da Matt Damon, Viola Davis, Jason Bateman e dallo stesso Affleck.

Una scommessa vinta

Oregon, 1984. La Nike è sull’orlo del fallimento a causa di un decremento sempre più drammatico delle vendite delle sue scarpe, soprattutto di quelle sportive. Per tentare di salvare l’azienda l’osservatore di basket e capo del marketing Sonny Vaccaro (Matt Damon) decide di ingaggiare un allora semisconosciuto, ma già estremamente promettente Michael Jordan per creare delle scarpe con il suo nome sopra che lo identificassero totalmente. Nonostante il parere iniziale contrario della Nike, che avrebbe preferito appoggiarsi a giocatori più celebri, Vaccaro riesce a convincere sia il presidente del CdA e fondatore della Nike Phil Knight (Ben Affleck), che l’executive manager Rob Strasser (Jason Bateman) della sua idea ma la strada è tutt’altro che in discesa. Infatti sia il manager di Michael, David Falk (Chris Messina), che i suoi genitori James (Julius Tennon) e Deloris (Viola Davis) hanno già diverse proposte in ballo da parte di Adidas e Converse, e inoltre Deloris ha intenzione di imporre un’ulteriore condizione affinché l’accordo venga firmato. Qualcosa che fino a quel momento non era mai stato fatto, e che potrebbe rappresentare un’enorme rischio per Sonny e la Nike stessa.

Air - La storia del grande salto - Matt Damon (foto di Ana Carballosa)
Air – La storia del grande salto – Matt Damon (foto di Ana Carballosa)

Born in the Usa

Ci si chiederà come mai utilizzare una delle più celebri canzoni di Springsteen come titolo. Ebbene, la risposta sta proprio nel film: Air – La storia del grande salto è una pellicola profondamente americana, in tutto e per tutto. Non è un caso certamente che la stessa canzone appaia in uno dei momenti cruciali del film e che tutta la sceneggiatura del (bravo) Alex Convery si appoggi a modelli cinematografici e letterari che fanno della caduta e dell’ascesa conseguente il loro trait d’union. La storia di Sonny Vaccaro e delle Air Jordan è solo superficialmente una storia sportiva, anche perché lo sport viene relegato ad immagini o video d’archivio e lo stesso Michael Jordan non appare praticamente quasi mai durante tutto il minutaggio. Piuttosto è una storia che parla di fede nel destino e nelle proprie capacità o in quelle altrui, un racconto alto di rivalsa, di un’ascesa che nel suo incedere contempla certamente qualche discesa o caduta e di quell’American Dream ancora ben lungi dall’essere un ricordo nella storia. Air – La storia del grande salto non è però un racconto troppo compiacente nei confronti degli Stati Uniti, né tantomeno un film che si bea di celebrare il reaganismo imperante degli anni ’80 attraverso una confezione politicizzata: è, piuttosto, la storia di un uomo con un’intuizione, un’idea e il coraggio di portarle avanti contro tutto e tutti. Un uomo capace di arrivare al cuore delle cose, alla loro essenza e quindi comprenderne il valore umano e affettivo prima ancora che economico; non è un caso che il monologo (o sales pitch) del personaggio di Matt Damon ricordi moltissimo quelli leggendari di Don Draper in Mad Men e che ne conservi la stessa forza emotiva e simbolica.

Air - La storia del grande salto - Viola Davis (foto di Ana Carballosa)
Air – La storia del grande salto – Viola Davis (foto di Ana Carballosa)

Una pellicola di ferro

È abbastanza raro imbattersi in pellicole in cui tutte le componenti artistiche in gioco risultano così ben calibrate, e che riescono a bilanciare una sagacia sferzante degna del miglior Sorkin o del miglior Kushner con un racconto appassionato e serissimo, come già affermato profondamente americano nello stile e nella messa in scena ma anche universale per quanto riguarda il tema del riscatto. Air – La storia del grande salto riesce nel non facile compito di parlare un po’ a tutti, perché la storia che racconta tocca quei momenti nella vita in cui dobbiamo affidarci alle nostre capacità, al nostro savoir faire e alla nostra capacità di creare empatia per potercela fare. La scena più toccante del film è proprio quella del primo incontro tra Sonny e Deloris a casa di quest’ultima, ed è una scena particolarmente significativa perché ci mostra due personaggi solo all’apparenza opposti ma che in realtà desiderano la stessa cosa: dare valore a ciò che si ama o a chi si ama. E allora Air – La storia del grande salto è anche un film sull’importanza del valore: delle cose, delle capacità, del talento, delle persone, del sacrificio. Cosa c’è di più universale di questo?

Air - La storia del grande salto - Ben Affleck (foto di Ana Carballosa)
Air – La storia del grande salto – Ben Affleck (foto di Ana Carballosa)

Fuochi d’artificio

Air – La storia del grande salto è una di quelle pellicole che necessitano di essere visionate in lingua originale sia per il grande lavoro sui dialoghi, che in italiano perderebbero forzatamente un po’ del loro colore, che per il lavoro mastodontico degli attori. È un vero e proprio tour de force di recitazione in cui tutti danno il meglio di sé, a cominciare da una Viola Davis perfetta nel ritrarre la forza e l’autorevolezza di Deloris Jordan fino ad arrivare al Sonny Vaccaro di Matt Damon, perfetta rappresentazione di un loser che diventa winner grazie alla forza della propria perseveranza. Poi, se proprio vogliamo fare i puntigliosi, si avverte una paraculaggine e una furbizia di fondo che sono anch’esse profondamente americane, e anche il lavoro sull’intreccio non è particolarmente originale né sorprendente; ma sono quisquilie a fronte di un’opera compatta, granitica, dove tutto è al posto giusto (o quasi) e dove l’immedesimazione e il divertimento dello spettatore non mancheranno. Una volta lo si sarebbe chiamato un film fin troppo perfettino, uno di quei film che vorrebbero essere i primi della classe e forse un po’ lo è. Se però i risultati sono sempre questi, ben vengano i film secchioni.

Air – La storia del grande salto. Regia di Ben Affleck con Ben Affleck, Matt Damon, Jason Bateman, Chris Messina, Viola Davis, Julius Tennon e Marlon Wayans in uscita domani 6 aprile nelle sale distribuito da Warner Bros Italia.

VOTO:

Quattro stelle

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