The Boogeyman, recensione: chi ha paura dell’Uomo Nero?

The Boogeyman - Vivien Lyra Blair (foto 20th Century Studios)
The Boogeyman - Vivien Lyra Blair (foto 20th Century Studios)

La recensione di The Boogeyman, classico horror sull’elaborazione del trauma con protagoniste le giovani Sophie Thatcher e Vivien Lyra Blair: due sorelle orfane di madre sono in lotta contro una terrificante creatura

La stagione estiva degli horror viene inaugurata da The Boogeyman, film diretto da Rob Savage con protagoniste le giovani Sophie Thatcher e Vivien Lyra Blair nel ruolo di due sorelle alle prese con una terrificante forza oscura, una creatura che minaccia di distruggere per sempre la loro famiglia. Peccato che in tanta oscurità la paura latiti.

Nascosto nell’ombra

La sedicenne Sadie (Sophie Thatcher) e sua sorella di 10 anni, Sawyer (Vivien Lyra Blair), sono sconvolte dalla recente e tragica morte della madre. Il loro padre, Will Harper (Chris Messina), sta cercando di fare del suo meglio per crescere le sue figlie, ma inciampa miseramente nel relazionarsi con loro a livello emotivo e psicologico. Nonostante Will sia un terapeuta con uno studio a domicilio di successo, la sua incapacità di aprirsi con loro e di parlare della devastante perdita della loro madre sta lacerando la loro famiglia già fratturata. Quando un misterioso nuovo paziente, Lester Billings (David Dastmalchian), si presenta inaspettatamente a casa loro addolorato per la tragica morte dei suoi figli, morte per cui è stato accusato, si lascia alle spalle una presenza malvagia che abita nell’ombra e si nutre della sofferenza delle sue vittime. Da quel momento Sadie e Sawyer vivono una serie di eventi terrificanti a causa del manifestarsi dell’entità soprannaturale nella loro casa, entità rafforzata peraltro dall’incapacità di Will di credere alle ragazze. Il mostro attende l’intera famiglia Harper nell’oscurità, pronto a distruggerla una volta per tutte.

The Boogeyman - Sophie Thatcher (foto 20th Century Studios)
The Boogeyman – Sophie Thatcher (foto 20th Century Studios)

Tanta atmosfera, poca paura

The Boogeyman, detto in soldoni, rinuncia alla paura. Non perché non ci provi, sia detto, visto l’abbondante uso di trucchetti un po’ troppo di mestiere quali luci che sfarfallano quando non si spengono proprio, apparizioni improvvise, impennate di volume, oscurità onnipresente e quant’altro. Piuttosto, ed è forse il peccato mortale vero, infrange l’unica vera regola della paura, quella che vuole l’immaginazione stessa come veicolo in assoluto più spaventoso e destabilizzante della mente umana. Il mostro di The Boogeyman lo si vede eccome, specialmente nel terzo e fin troppo caotico atto, e quindi la sua minaccia viene disinnescata, la sua presenza maligna resa fin troppo mansueta, la paura del buio e di ciò che può nascondere irresponsabilmente annacquata. Alla fin fine non è nient’altro che un film di caccia in cui le prede diventano cacciatori e viceversa, un viaggio nell’oscurità e nei suoi terrori che però non sfrutta mai l’elemento orrorifico come leva sulle nostre paure più inconsce ma solo come strumento per un brivido sfuggente e per questo dimenticabile. I mostri esistono eccome, ma non spaventano più granché.

The Boogeyman - Vivien Lyra Blair (foto 20th Century Studios) 1
The Boogeyman – Vivien Lyra Blair (foto 20th Century Studios) 1

Elaborazione del trauma e affini

Se nel settore puramente più viscerale The Boogeyman non spicca per brillantezza, non lo fa altrettanto nella sua struttura narrativa e tematica. Quasi dieci anni fa un film australiano di nome The Babadook (che curiosamente condivide una somiglianza anche nel titolo) aveva raccontato in maniera indelebile gli orrori che si celano dietro al superamento di un trauma improvviso, attraverso la relazione di una madre e di suo figlio alle prese con il lutto per la morte del padre. The Boogeyman sceglie una via molto simile, ma purtroppo la differenza tra la gestione emotiva, diegetica e tematica delle due pellicole è troppo grande per poter essere colmata. Questo accade per un motivo semplice, un motivo che ha a che vedere con la pigrizia e la faciloneria di scrittura a cui quest’ultimo film è stato sottoposto. Non c’è un elemento narrativo che spicchi in The Boogeyman, non c’è un’idea concettuale vera e onesta, non c’è la voglia o forse la capacità di raccontare una storia attraverso i non detti e i sottotesti. Nonostante l’ispirazione letteraria provenga dal maestro del terrore Stephen King, del suo mondo non vi è praticamente quasi mai traccia perché le poche suggestioni felici vengono completamente spazzate via da una messa in scena confusa e troppo frettolosa di arrivare al jumpscare di turno. E allora anche il tema dell’elaborazione del trauma appare totalmente arbitrario e velleitario, come se fosse stato inserito per dare più corpo e fiato ad una storia troppo debole per reggersi in piedi da sola.

The Boogeyman - Sophie Thatcher, Chris Messina e Vivien Lyra Blair (foto 20th Century Studios)
The Boogeyman – Sophie Thatcher, Chris Messina e Vivien Lyra Blair (foto 20th Century Studios)

Le performance danno una mano

The Boogeyman punta gran parte delle sue carte, oltre che su di una costruzione epidermica della tensione, sulle sue due protagoniste Sophie Thatcher e Vivien Lyra Blair. Pur non potendo da sole salvare la pellicola si dimostrano quantomeno convincenti soprattutto nelle sequenze più concitate, quando sembrano essere le uniche a credere davvero fino in fondo nel progetto. Il loro rapporto che evolve durante la storia e che le fa unire contro una minaccia comune rimane l’elemento più interessante di questo The Boogeyman, vista anche la capacità di entrambe di saper utilizzare gli spazi ristretti di un’inquadratura che tende a soffocarle, i tanti interni, le tante scene al buio e i momenti più fisici in cui avviene lo scontro vero e proprio col mostro. In particolare la Blair fa totalmente sua una delle poche scene davvero efficaci, quella in cui la sua terapista prova con un esperimento a farle combattere e superare la paura del buio. Un po’ troppo poco alla fine della giostra, ma almeno l’ambiente ne gioverà: non sarà necessario tenere la luce accesa.

The Boogeyman. Regia di Rob Savage con Sophie Thatcher, Vivien Lyra Blair, Chris Messina e David Dastmalchian, in uscita domani nelle sale distribuito da 20th Century Studios.

VOTO:

Due stelle e mezza

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