Terezin, recensione: l’orrore del ghetto alleviato dalla magia della musica

Terezin - Mauro Conte
Terezin - Mauro Conte

La recensione di Terezin, diretto da Gabriele Guidi: musica per sopravvivere al ghetto, con Mauro Conte, Dominika Moravkova, Alessio Boni, Cesare Bocci e Antonia Liskova

Terezin

Antonio (Mauro Conte), clarinettista italiano e Martina (Dominika Moravkova), violinista cecoslovacca, si innamorano a Praga durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1942 vengono deportati a Terezin dove la loro storia si intreccia con le incredibili vicende dei tanti artisti e intellettuali rinchiusi nel ghetto. Eccellenze umane ed artistiche del centro Europa che, durante la guerra, realizzarono centinaia di produzioni musicali – ancora oggi rappresentate ed uniche al mondo – riuscendo a far divenire l’arte uno strumento di sopravvivenza per migliaia di persone segregate.

Terezin - Mauro Conte e Dominika Moravkova
Terezin – Mauro Conte e Dominika Moravkova

Una storia poco conosciuta

Gabriele Guidi – per la cronaca, figlio di Johnny Dorelli e Catherine Spack – fa il suo esordio cinematografico firmando la regia di Terezin. La pellicola deve il suo nome alla città in cui il ghetto fu organizzato, ad una sessantina di chilometri da Praga, e racconta una storia poco conosciuta. Terezin infatti fu organizzata seguendo un modello diverso, che doveva controbilanciare gli orrori dei campi di concentramento: concerti, arte, attività ricreative per i bambini e molto altro. Peccato che fosse solo un modo per gettare fumo negli occhi di chi ormai si stava accorgendo delle condizioni di vita disumane cui venivano costretti gli ebrei.

Cast internazionale

Non che Terezin fosse un’sola felice, infatti. Come sottolinea la didascalia posta a chiusura del film, “i documenti dei trasporti ferroviari indicano che tra il 1941 e il 1945 vennero deportati a Terezin circa 145.000 ebrei (tra i quali 5000 bambini). 33.000 morirono nel ghetto a causa delle pessime condizioni di vita (malattie, privazioni, fame); oltre 88.000 furono deportati verso i ghetti dell’est Europa e i campi di sterminio. Quando la guerra finì, erano sopravvissuti solo 17.247 prigionieri”. Per riportare alla luce questa particolare vicenda, il film chiama a raccolta un cast internazionale in cui figurano Mauro Conte, Dominika Moravkova, Alessio Boni, Cesare Bocci e Antonia Liskova.

Terezin - Cesare Bocci
Terezin – Cesare Bocci

Nessuna emozione

Ciò non toglie che a Terezin si siano svolte molte attività considerate impensabili altrove, con ampi spazi dedicati all’arte e allo sviluppo delle idee. Questo dovrebbe essere il fulcro della storia: il potere salvifico della musica, capace di far sopravvivere l’anima persino di fronte alle torture della segregazione razziale. Eppure il film è davvero troppo debole e superficiale per centrale l’obiettivo. Il racconto appare appena abbozzato e rende impossibile qualsiasi tipo di empatia. La musica rimane solamente un affascinante accompagnamento e nulla più. Per lo spettatore è difficile emozionarsi o provare un qualsiasi trasporto emotivo: anche di fronte alle esecuzioni, completamente decontestualizzate e lasciate troppo fini a se stesse, si resta freddi. Colpa purtroppo di una sceneggiatura che non scava e che per questo non riesce a coinvolgere.

Terezin, distribuito da Minerva Pictures, arriva al cinema il 26 gennaio in occasione della Giornata della Memoria 2023. Diretto da Gabriele Guidi, il cast è formato da Mauro Conte, Dominika Moravkova, Alessio Boni, Cesare Bocci, Antonia Liskova, Jan Revai, Bořek Slezáček e Marián Mitaš.

VOTO:
3 stelle

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