RoFF17: Armageddon Time, recensione del film autunnale di James Gray con Anne Hathaway e Anthony Hopkins

Armageddon Time - Banks Repeta e Anthony Hopkins (foto Universal Pictures)
Armageddon Time - Banks Repeta e Anthony Hopkins (foto Universal Pictures)

La recensione di Armageddon Time, il nuovo film di James Gray con protagonisti Anne Hathaway, Jessica Chastain e Anthony Hopkins: alla Festa del Cinema di Roma il racconto dell’Apocalisse di una famiglia e di un Paese attraverso gli occhi di un bambino

James Gray torna al period drama dopo la parentesi fantascientifica di Ad Astra, e lo fa con il suo film più intimo e personale finora. Armageddon Time, presentato alla 17ª Festa del Cinema di Roma con Anne Hathaway, Jessica Chastain e Anthony Hopkins tra i protagonisti, è uno sguardo misurato verso le contraddizioni e i fantasmi di un’America che non esiste più continuando ad esistere, ma ad altezza di bambino.

New York City, 1980

Paul (Banks Repeta) è un ragazzino di 12 anni che frequenta la seconda media di un liceo del Queens. Il suo migliore amico è Johnny (Jaylin Webb), un ragazzino di colore dall’animo ribelle che lo spinge ad infrangere un po’ le regole di tanto in tanto. Un giorno Paul si lascia convincere a fumare una canna, ma mentre sono intenti a prepararla vengono scoperti dal preside della scuola. I genitori di Paul, Esther (Anne Hathaway) e Irving (Jeremy Strong) decidono così di mandarlo nello stesso collegio in cui studia Ryan (Ted Graff),il fratello maggiore, e Paul è costretto a chiedere il supporto di nonno Aaron (Anthony Hopkins) l’unico membro della famiglia con il quale ha costruito un rapporto speciale e che sembra capirlo davvero. Nella nuova scuola dovrà affrontare un ambiente ostile e ricco di insidie, rappresentato sia dai suoi coetanei che dall’inflessibile e opprimente atmosfera plasmata da Maryanne Trump (Jessica Chastain).

Armageddon Time - Anne Hathaway e Banks Repeta (foto Universal Pictures)
Armageddon Time – Anne Hathaway e Banks Repeta (foto Universal Pictures)

Paul Graff / James Gray

In quasi tutti i suoi film James Gray ha sempre affrontato un discorso sul rapporto tra genitori e figli, in particolare sui padri e sui figli. In questo Armageddon Time però lo affronta finalmente di petto, senza ricorrere al filtro del cinema di genere o di un’impalcatura narrativa complessa volta a supportarlo. È un film molto personale questo qui, lo abbiamo già detto, ma è anche un film in cui Gray mette a nudo i suoi fantasmi, le sue paure e le ferite della sua infanzia. Un film che ragiona sul concetto di Apocalisse, quella privata e quella pubblica, rappresentandola non solo come uno sconvolgimento violentissimo dello status quo ma anche come un’occasione di rinnovamento, non necessariamente in meglio. Il James Gray bambino è ancora in Paul Graff, il James Gray adulto è anche un po’ in Paul Graff. Due metà inscindibili, una sola proiezione.

Armageddon Time - Jaylin Webb e Banks Repeta (foto Universal Pictures)
Armageddon Time – Jaylin Webb e Banks Repeta (foto Universal Pictures)

Raccontare l’America 

Armageddon Time vuole essere però ,in parte, anche una riflessione sull’America reaganiana. Quell’America, cioè, costruita sull’arrivismo sfrenato e sulla totale noncuranza e mancanza di empatia verso i più deboli, gli emarginati, i diversi. La scuola guidata da Maryanne Trump, che recita un monologo pazzesco affidato alla sempre più magnetica Jessica Chastain, è la rappresentazione perfetta di quel tipo di visione del mondo, nonché di un’arroganza di fondo che non può non disturbare. I bulli che tormentano Paul o il suo amico Johnny non sono, almeno necessariamente, tra quelli che un giorno guarderanno con disprezzo il brusio delle formichine umane dall’alto di un ufficio all’angolo, all’80esimo piano di un grattacielo a Manhattan; sono però il sintomo di un’Apocalisse imminente, di un mondo che non che ingoia l’arte, la bellezza, il sentimento, l’emozione. Paul, che vorrebbe solo disegnare, si trova davanti ad un mondo che lo vorrebbe di successo a tutti i costi, ad un padre che non vuole che commetta i suoi stessi errori, ad una madre che non riesce a vederlo per ciò che è davvero. Il sogno americano si è infranto molto tempo fa, sembra dirci Gray, o forse non è mai neanche esistito.

Armageddon Time - Jeremy Strong e Anne Hathaway (foto Universal Pictures)
Armageddon Time – Jeremy Strong e Anne Hathaway (foto Universal Pictures)

C’è l’Apocalisse ma manca l’Armageddon

Se l’insieme di conflitti familiari, sociali e ambientali che Paul si trova a dover affrontare è ben rappresentato per quanto riguarda la sua interiorità, è all’esterno che sorgono i problemi del film. Nella sua (giusta) volontà di tenere il film lontano da quel cinema urlato e sovrascritto tipico delle nostre latitudini, Gray commette forse il peccato opposto: dilata gli eventi, lavora sin troppo di sottotesto e non sfrutta sempre a dovere le potenzialità di “esplosione” che l’arrivo di Paul nella nuova scuola gli offre. Sembra quasi che Gray si accontenti solo di suggerire, ma da un film che ha la parola Armageddon nel titolo forse ci si sarebbe potuti aspettare di scorgerne almeno un po’. Invece rimane tutto in continua attesa, e anche se di avvenimenti “apocalittici” nel film ne accadono non riusciamo mai a sentirne davvero la potenza nel mondo esterno di Paul.

Non c’è più speranza (?)

Eppure, in Armageddon Time la speranza latita. Ne fa le spese Johnny quando capisce di non poter mai davvero aspirare ad un futuro da astronauta in un’America simile, o Paul quando capisce che anche i suoi disegni sono destinati ad essere stracciati e buttati via, o peggio dimenticati. E allora forse è proprio nonno Aaron l’unico baluardo di quella speranza. L’unico che dice a Paul come un vero essere umano dovrebbe comportarsi, l’unico ad insegnargli il valore della tolleranza, dell’inclusività ma anche dell’intervenire in difesa dei deboli e degli outsider. L’unico, tra una massa di uomini e donne spaventati, confusi e senza una direzione, a indicargli la via per la salvezza. Perché nella valle di Armageddon sono le forze del bene e del male a combattersi, e si deve scegliere da che parte stare. Scegliere però, non fare finta di niente aspettando che l’Apocalisse finisca.

Armageddon Time. Regia di James Gray con Anne Hathaway, Anthony Hopkins, Jeremy Strong, Jessica Chastain e Banks Repeta, in uscita prossimamente nelle sale distribuito da Universal Pictures.

VOTO:

Tre stelle

 

 

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