Piggy, recensione: il lato sadico e sanguinolento del bullismo

Piggy - Laura Galàn (foto I Wonder Pictures)
Piggy - Laura Galàn (foto I Wonder Pictures)

La nostra recensione di Piggy, primo lungometraggio della spagnola Carlota Pereda: un revenge movie ad alto tasso di emoglobina che affonda i denti nella piaga del body shaming, ma che non morde abbastanza

Tutto cominciò nel lontano 1976 con Carrie – Lo sguardo di Satana con un’indimenticabile Sissy Spacek, film seminale in cui l’idilliaco volto della provincia americana mostrava il suo lato selvaggio, bigotto, spietato ai danni di una ragazzina che, pur di sopravvivere, è stata costretta ad abbracciare quella stessa oscurità. Nel debutto cinematografico di Carlota Pereda, Piggy, l’America è lontana ma solo geograficamente: qui si prende di petto il tema del bullismo, ma la critica prova ad andare oltre e a rappresentare tutti gli ingranaggi malati di un sistema sociale di sopraffazione; non sempre il film brilla per coerenza e originalità (soprattutto) nel finale, ma nei primi due atti ha più di un momento memorabile.

La vendetta di Sara

Spagna, Estremadura. Siamo in piena estate e Sara (Laura Galán), la figlia di un macellaio nel cui negozio ogni tanto serve al banco, viene costantemente fatta oggetto di body shaming da sue tre coetanee di nome Maca (Claudia Salas), Roci (Camille Aguilar) e Claudia (Irene Ferreiro). Una mattina in cui si è reca in piscina l’aggressione da verbale diviene fisica, con tanto di sottrazione degli indumenti, e la povera ragazza è costretta a compiere un lungo percorso con addosso solo il bikini. Mentre procede verso casa scopre che le sue persecutrici sono state sequestrate in un furgoncino da un uomo misterioso (Richard Holmes) che aveva già visto in piscina. Tornata a casa, mentre iniziano le ricerche delle tre scomparse, non rivela ciò che ha visto ma presto dovrà affrontare le  conseguenza della sua scelta; il rapitore non ha ancora finito ed è proprio Sara che vuole.

Piggy - Laura Galàn e Julián Valcárcel (foto I Wonder Pictures)
Piggy – Laura Galàn e Julián Valcárcel (foto I Wonder Pictures)

L’adolescenza peggiore

L’adolescenza fa schifo, si sa. Soprattutto se si è poveri, se non si condividono interessi o hobby affini a quella della maggior parte dei tuoi coetanei o se, semplicemente, hai problemi di obesità. Sara ha un po’ tutti e tre i problemi, ma soprattutto l’ultimo le crea particolari disagi e la fa finire spesso preda degli scherzi vessatori delle ragazze del paesello da cui proviene; Piggy comincia proprio così, come un racconto sull’inferno dell’adolescenza, sulle ferite psicologiche e fisiche del bullismo e del body shaming e su quella rabbia, repressa ma montante che si fa strada man mano nella mente degli oppressi. Una rabbia che viene amplificata dall’arena rappresentata da un piccolo paese nell’estrema provincia sud-occidentale spagnola, quell’Estremadura (nomen omen) inospitale, arroventata da un caldo soffocante, tempestata di blatte, zanzare e parassiti. Carlota Pereda, qui al suo esordio in un lungometraggio, non a sconti a livello visivo, tutto è perfettamente visibile, sempre nell’occhio dell’inquadratura e il corpo – anzi i corpi – sono alla sua totale mercè. Quello di Sara, imponente per dimensioni e forma ma anche aggraziato sotto certi aspetti, e quelli delle sue amiche/nemiche, divelti e straziati da una furia senza nome ma non senza ragione.

Piggy - Laura Galàn (foto I Wonder Pictures)
Piggy – Laura Galàn (foto I Wonder Pictures)

Debito di sangue

L’aspetto però certamente più interessante di Piggy, o meglio della sua evoluzione diegetica anche un po’ forzata, risiede nel cambio di prospettiva di Sara, un cambio che avviene all’inizio del secondo atto quando il rapitore entra in azione. Da vittima la ragazza diviene prima una potenziale testimone, poi una potenziale sospettata agli occhi del paese e infine una potenziale complice. È un’evoluzione forte e oltremodo coraggiosa perché impedisce al personaggio di appiattirsi su un vittimismo e una banalità di fondo che probabilmente non gli sarebbero appartenuti, ma è anche una scelta che avrebbe meritato una scrittura più incisiva e meno affrettata, oltretutto anche guardando ad un finale in cui l’ennesimo turnaround non rende del tutto giustizia all’arco di trasformazione di Sara. Certo, si potrebbe obiettare sul fatto che quella del finale sia una scelta coerente con il modo in cui Sara ci viene presentata e che per questo in fase di scrittura non si sia voluto snaturarla troppo, ma l’epilogo rimane troppo addolcito e rassicurante, contrastando di molto con l’atmosfera malsana da grand guignol a metà tra torture porn e revenge movie di tutto il terzo atto. Perché in Piggy il coraggio visivo abbonda, a partire da una splendida sequenza in piscina girata in parte anche in soggettiva, ma quello narrativo rimane incastrato nella stessa rete che si attorciglia sopra la testa di Sara, e che non la lascia più andare via.

Piggy - Julián Valcárcel e Laura Galàn (foto I Wonder Pictures)
Piggy – Julián Valcárcel e Laura Galàn (foto I Wonder Pictures)

Un tour de force, soprattutto attoriale

Ciò che rimane di Piggy comunque, oltre ad alcune belle intuizioni registiche della Pereda, è il volto scavato dal dolore prima e poi dalla paura di una meravigliosa Laura Galán, credibilissima nei panni di un’adolescente nonostante la sua età reale e in grado di portare su di sé il tormento di una vita di sopraffazioni, di rinunce, di desideri inespressi e inesprimibili, di sogni che non si realizzeranno mai a meno che non si decida di scappar via da quel buco infernale. La repressione, la malvagità dell’animo umano in tante sue sfumature e il desiderio di una rivalsa tossica permeano il film di un’atmosfera affannosa e pesantissima, ancora più violenta forse di ciò che avviene sullo schermo. Poi, certo, c’è tanto black humour a stemperare e anche un paio di sequenze da commedia pura come quella del dialogo tra i genitori di Sara in macelleria, ma Piggy preferisce il machete allo scalpello, l’arto mozzato al pizzicotto. E, paradossalmente, non ha il coraggio di andare fino in fondo.

Piggy. Regia di Carlota Pereda con Laura Galán, Claudia Salas, Camille Aguilar, Irene Ferreiro e Richard Holmes, in uscita domani 20 luglio nelle sale distribuito da I Wonder Pictures.

VOTO:

Tre stelle

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