Mon Crime – La colpevole sono io, recensione: il bel ritorno di Ozon alla commedia tinta di giallo

Mon Crime - La colpevole sono io - Rebecca Marder e Nadia Tereszkiewicz (foto Bim Distribuzione)
Mon Crime - La colpevole sono io - Rebecca Marder e Nadia Tereszkiewicz (foto Bim Distribuzione)

La recensione di Mon Crime – La colpevole sono io, il nuovo film di François Ozon con Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert e Dany Boon: tra farsa, commedia e giallo il sensazionalismo si fa potere

Il prolifico François Ozon (20 film in 25 anni) torna al cinema di 8 donne un mistero e Potiche, ovvero un connubio di farsa, giallo e commedia brillante, con questo Mon Crime – La colpevole sono io. Lo fa con un film che scarta di continuo, pieno di twist e di trovate spesso irresistibili e con un cast assolutamente in stato di grazia dove, oltre alla strepitosa Isabelle Huppert, troviamo una bravissima Nadia Tereszkiewicz già protagonista per Valeria Bruni Tedeschi.

Un caso decisamente inusuale

Parigi, anni ’30. Madeleine (Nadia Tereszkiewicz) è una giovane e squattrinata attrice senza particolare talento per la recitazione, che condivide un piccolo appartamento con la sua migliore amica Pauline (Rebecca Marder). Un giorno Madeleine viene accusata dell’omicidio di Montferrand, un famoso produttore che aveva cercato di molestarla in cambio di un ruolo, e non potendosi permettere un avvocato chiede proprio a Pauline di difenderla. Quest’ultima si rivela un portento in tribunale e riesce clamorosamente a far assolvere Madeleine, ma con l’assoluzione arriveranno anche soldi e successo per la giovane attrice perché tutte le donne di Francia cominciano a considerarla un’eroina della causa femminista. Il successo di Madeleine scatenerà però l’invidia di Odette (Isabelle Huppert), un’attrice celebre ormai sul viale del tramonto, la quale si servirà del caso per recuperare la fama scomparsa; a sparigliare ulteriormente le carte ci penseranno anche Palmarède (Dany Boon), un architetto che aveva stipulato una rendita vitalizia con Montferrand, il giudice istruttore del caso Rabusset (Fabrice Luchini) e il padre del miglior amico di Madeleine, il signor Bonnard (André Dussollier).

Coup de theatre

Ozon torna al genere che forse più di tutti gli altri gli ha permesso di rendere il suo cinema davvero esplosivo e impattante, quello in cui ha potuto unire perfettamente senso dell’autorialità e dello spettacolo puro; Mon Crime – La colpevole sono io è la perfetta rappresentazione di un cinema intelligente e trascinante, in cui ogni dettaglio e ogni svolta di sceneggiatura sono calibrati al millimetro per rendere la vicenda sempre più coinvolgente, ma senza dimenticare una critica feroce all’inconsistenza della verità assoluta e alla spettacolarizzazione della giustizia. Girato e costruito come una pièce teatrale, Mon Crime – La colpevole sono io si muove però tra il cinema di Wilder (il cui Bad Seed viene omaggiato in una scena del film) e l’Eva contro Eva di Mankiewicz, senza dimenticare Cukor e Lubitsch che rappresentarono forse gli esponenti più indimenticabili della screwball comedy americana. Un’opera irresistibile, questa ventesima fatica di Ozon, che diverte, coinvolge e per un momento fa anche commuovere poiché ci ricorda di come al cinema, e per estensione nella vita, quello che scegliamo di raccontare ha un prezzo.

Mon Crime - La colpevole sono io - François Ozon, Fabrice Luchini e Isabelle Huppert (foto Bim Distribuzione)
Mon Crime – La colpevole sono io – François Ozon, Fabrice Luchini e Isabelle Huppert (foto Bim Distribuzione)

Donne e uomini

La contrapposizione tra maschile e femminile è il centro nevralgico di Mon Crime – La colpevole sono io ma è anche la chiave di lettura di un intero periodo che viene rappresentato, di una mentalità distorta che ancora ai giorni nostri in qualche modo resiste e che quasi un secolo fa era imperante. Se nell’intera sequenza del processo a Madeleine questa lotta viene rappresentata dall’arringa dell’accusa e da quella della difesa, in seguito questa contrapposizione verrà esplicitata in maniera più sottile nel momento in cui ciascun personaggio del film piegherà la verità a proprio vantaggio. Sarà il personaggio vulcanico di Odette a farsi carico di questo compito grazie all’interpretazione travolgente di Isabelle Huppert, che ritrova Ozon proprio dopo 8 donne e un mistero e che dona alla sua Odette una spregiudicatezza e un’intensità comica in grado di far accelerare il film d’improvviso, oltre a regalarci dei siparietti esilaranti come quello in cui Odette e Madeleine discutono su chi debba addossarsi “l’onore” della colpa, o quello in cui Odette rifiuta indignata i casi irrisolti di Rabusset perché non abbastanza interessanti o degni di un’attrice come lei.

Mon Crime - La colpevole sono io - Dany Boon e Fabrice Luchini (foto Bim Distribuzione)
Mon Crime – La colpevole sono io – Dany Boon e Fabrice Luchini (foto Bim Distribuzione)

Le tante facce della verità

In Mon Crime – La colpevole sono io è però la verità stessa ad essere messa in discussione, come in una specie di gioco delle parti in cui ognuno è chiamato a manipolarla secondo i propri interessi. Dissimilmente da quanto accadeva in un Rashomon, qui i punti di vista diversi non sono frutto dell’osservazione o di una prospettiva, anche parziale, ma solo ed esclusivamente di una visione manipolata e distorta. Non c’è una verità assoluta, sembra diric ozon, perché ognuno ha la sua e non c’è possibilità di stabilire quale sia più o meno vera, sempre che poi importi davvero. E allora Ozono si diverte a prenderci anche un po’ in giro, a cambiare strada una volta e un’altra ancora, chiedendoci di partecipare a quello che è sostanzialmente un gioco di mezze verità e mezze bugie. Alla fine gli uomini e le donne di Mon Crime – La colpevole sono io, pur con le debite differenze sociali e di genere, si ritrovano ad essere continuamente fregati dagli altri, dal destino e da sé stessi. Non c’è colpevole, non c’è vittima, non c’è inganno; c’è solo la spietata verità di ciò che la macchina da presa inquadra e del potere del racconto.

Mon Crime – La colpevole sono io. Regia di François Ozon con Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Dany Boon, Fabrice Luchini e André Dussollier, esce al cinema oggi 25 aprile distribuito da Bim Distribuzione.

VOTO:

Tre stelle e mezzo

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