Mixed by Erry, recensione: la storia (vera) del primo e più grande pirata musicale italiano

Mixed by Erry - Emanuele Palumbo, Luigi D'Oriano e Giuseppe Arena (foto di A. Pirrello)
Mixed by Erry - Emanuele Palumbo, Luigi D'Oriano e Giuseppe Arena (foto di A. Pirrello)

La recensione di Mixed by Erry, il nuovo film di Sydney Sibilia: la storia vera del più grande giro di pirateria musicale in Italia raccontata con brio e spregiudicatezza, ma anche con un eccesso di convenzionalità

Dopo averci fatto conoscere l’incredibile storia dell’Isola delle Rose, il regista Sydney Sibilia ci porta nella Napoli a cavallo tra anni ’80 e ’90 per raccontarci la storia altrettanto incredibile di Enrico Frattasio e dei suoi fratelli. Mixed by Erry vive di ritmo sincopato, di atmosfere pop e di alcuni scambi di dialoghi fulminanti, ma non scava del tutto in profondità ed è fin troppo formulaico nel racconto e convenzionale nella messa in scena.

Un affare miliardario

Nella Napoli degli anni ’80 dove Maradona è una divinità e impazzano le guerre di camorra, Enrico detto “Erry” (Luigi D’Oriano) sogna di fare il deejay ma vive ancora con i suoi genitori Pasquale (Adriano Pantaleo) e Marisa (Cristiana Dell’Anna), perché nessun locale è disposto ad assumerlo. I mixtape amatoriali che realizza per i suoi amici sono richiestissimi, ma non è facile per un ragazzo che viene dai quartieri bassi far conoscere le proprie capacità. Con l’aiuto dei fratelli, Peppe (Giuseppe Arena) e Angelo (Emanuele Palumbo), riesce a mettere in piedi un piccolo negozio di musica in cui vendere le
sue compilation col marchio “Mixed by Erry”. Quello che parte come un piccolo business si tramuta presto, e inaspettatamente, in un giro d’affari sensazionale. “Mixed by Erry”, benché emblema del falso, diventa la prima etichetta in Italia, con una produzione che travalica i confini nazionali e la nascita di un vero e proprio impero dell’industria musicale, grazie anche all’appoggio del manager milanese Arturo Maria Barambani (Fabrizio Gifuni). Il loro successo però non passerà di certo inosservato, perché oltre alla criminalità organizzata che vorrebbe una fetta della torta c’è un altro pericolo all’orizzonte: un ispettore della Guardia di Finanza, Fortunato Ricciardi (Francesco Di Leva), il quale è disposto a tutto pur di far chiudere loro bottega e assicurarli alla giustizia.

Mixed by Erry - Greta Esposito e Luigi D'Oriano (foto di A. Pirrello)
Mixed by Erry – Greta Esposito e Luigi D’Oriano (foto di A. Pirrello)

Un racconto ultrapop

Lo stile di Sydney Sibilia è sempre stato quasi fumettistico, dalla fotografia ipersatura, dal montaggio visivo e sonoro incalzante fino al modo in cui tratteggia gli stessi personaggi con le loro paranoie, le loro idiosincrasie e le loro imperfezioni. Per questo la storia (vera) di Mixed by Erry era troppo ghiotta affinché il regista di origine salernitana se la facesse scappare, e Sibilia la racconta con un passione e un entusiasmo travolgenti e sinceri. Si percepisce che c’è un forte legame affettivo e personale con questa storia da parte di Sibilia, perché Mixed By Erry è un film studiato al millimetro per funzionare, curatissimo nella messa in scena, nella ricostruzione d’epoca della Napoli tentacolare, festosa ma anche tragica degli anni ’80 e con una colonna sonora che spazia da Fiorella Mannoia agli Spandau Ballet, dai Tears for Fears agli Eurhythmics. Una pellicola, questa, che in realtà parla di un tema e di argomenti serissimi ma lo fa alleggerendoli della loro carica drammatica, innaffiandoli con dello champagne tra una festa in discoteca e un pranzo d’affari in un ristorante esclusivo di Milano.

Mixed by Erry - Francesco Di Leva (foto di A. Pirrello)
Mixed by Erry – Francesco Di Leva (foto di A. Pirrello)

“Io volevo solo fare il DJ”

È un po’ in questa frase pronunciata da Enrico Frattasio, l’Erry di Mixed by Erry, che risiede l’anima di questo personaggio e di questa quinta opera di Sydney Sibilia. In fondo questa non è altro che la storia di un piano B, un piano B nato per caso ma comunque frutto di un talento inespresso, di una possibilità negata, di un desiderio di rivalsa e di affermazione profondissimo. Perché Mixed by Erry parla proprio di questo, di un ambiente che non ti dà la possibilità di emergere e quindi di sbagliare “onestamente”, costringendoti ad infrangere la legge e le regole pur di ottenere quello che vuoi. Pur di farti finalmente ascoltare, in tutti i sensi. Poi, certo, il film non fa nulla per dissimulare o minimizzare le responsabilità di Enrico e dei suoi fratelli, piuttosto ci costringe a chiederci cosa avremmo fatto noi al loro posto. E allora l’opera quinta di Sibilia si muove incessantemente tra condanna del fenomeno della pirateria (al quale non fa nessuno sconto) e una rappresentazione, se non di certo assolutoria, quantomeno più morbida e molto meno ferma di coloro che ci hanno costruito un impero sopra.

Mixed by Erry - Fabrizio Gifuni (foto di A. Pirrello)
Mixed by Erry – Fabrizio Gifuni (foto di A. Pirrello)

Una costruzione meno formulaica

Lo si è anticipato e lo si ribadisce, Mixed by Erry funziona e funziona su più livelli grazie anche ad un cast in cui oltre ai tre fratelli Frattasio (Erry / Luigi D’Oriano su tutti) spiccano le prove di Cristiana Dell’Anna e Adriano Pantaleo nei panni del genitore, un trascinante Gifuni nei panni di uno squalo della finanza milanese e soprattutto Francesco Di Leva nei panni dell’ispettore Ricciardi, a cui riesce a regalare una gamma di sfumature caratteriali e psicologiche superiori perfino alla scrittura del suo personaggio. Quello che a Mixed by Erry manca è il coraggio di rompere gli schemi della narrazione classica del biopic, alle cui regole invece si attiene come e forse in maniera maggiore che nel precedente L’incredibile storia dell’Isola delle Rose. Un approccio forse più irruento, meno timoroso avrebbe donato alla storia più profondità e più respiro, proprio perché la vicenda dei fratelli Frattasio richiedeva un po’ di sana hybris cinematografica, di sana incoscienza che alle volte si traduce in tonfo, ma altre volte in trionfo. Alla fine resta una pellicola divertente, a tratti irresistibile, con qualche idea brillante (come l’imperdibile scena dopo i titoli di coda) e tante sincere intenzioni, ma che non esplode del tutto come avrebbe potuto. Però, in un panorama spesso desolato e desolante come quello della nostra cinematografia attuale, l’avere un autore come Sydney Sibilia è grasso che cola. E chi se ne importa se quello che ci racconta è del tutto vero, oppure no.

Mixed by Erry. Regia di Sydney Sibilia con Adriano Pantaleo, Cristiana Dell’Anna, Fabrizio Gifuni, Emanuele Palumbo, Francesco Di Leva, Giuseppe Arena, Luigi D’Oriano e Greta Esposito, in uscita nelle sale il 2 marzo distribuito da 01 Distribution.

VOTO:

Tre stelle e mezzo

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