Le mie ragazze di carta, recensione: quando il desiderio peccaminoso scuote la provincia

Le mie ragazze di carta - Maya Sansa e Alvise Marascalchi (foto Adler Entertainment)
Le mie ragazze di carta - Maya Sansa e Alvise Marascalchi (foto Adler Entertainment)

La nostra recensione de Le mie ragazze di carta, il nuovo film del regista Luca Lucini con Maya Sansa, Cristiano Caccamo e Neri Marcorè: un coming of age delicato che racconta anche l’ipocrisia della provincia

Luca Lucini raddoppia e a poco tempo di distanza da Io e mio fratello torna (questa volta in sala) con Le mie ragazze di carta, un coming of age sulla perdita dell’innocenza ma anche sull’ipocrisia della provincia. Maya Sansa, Cristiano Caccamo e Neri Marcorè sono alcuni degli interpreti di una storia che purtroppo non decolla mai, e che racconta la crescita sessuale di un adolescente negli anni ’70 con eccessivo didascalismo (in alcuni momenti) e insistita timidezza, quasi a non voler davvero squarciare il soffocante velo dell’ipocrisia.

Dalla campagna… a Treviso

Nell’Italia del 1978 vive la famiglia Bottacin composta dal padre Primo (Andrea Pennacchi), dalla moglie Anna (Maya Sansa) e dal figlio adolescente Tiberio (Alvise Marascalchi) i quali, per via del lavoro di Primo, si trasferiscono dalla campagna veneta a Treviso. Qui Tiberio fa amicizia con Giacomo (Christian Mancin), il figlio del proprietario del cinema locale che di lì a poco diverrà un cinema porno e assieme faranno parte della squadra di rugby guidata da Don Marcello (Neri Marcorè), mentre Primo conosce il transessuale Claudio (Cristiano Caccamo). Un giorno Tiberio e Giacomo si infilano di nascosto nel cinema durante una proiezione ed è in quel momento che Tiberio si innamora perdutamente della pornostar protagonista, Milly D’Italia (Raffaella Di Caprio). Da quell’istante farà di tutto per riuscire a incontrarla, mentre man mano il suo risveglio sessuale si avvia verso un cambiamento che può soltanto ancora immaginare.

Le mie ragazze di carta - Neri Marcorè (foto Adler Entertainment)
Le mie ragazze di carta – Neri Marcorè (foto Adler Entertainment)

Centrare il tema

Di cosa parla esattamente Le mie ragazze di carta? Difficile a dirsi con precisione, perché il film sembra lavorare su due archi narrativi completamente avulsi anche a livello tematico. Forse si potrebbe pensare che l’ultimo lavoro di Luca Lucini prenda di mira il perbenismo e l’ipocrisia di chi non si accosterebbe mai pubblicamente ad un cinema porno o ad un transessuale, salvo poi farlo di nascosto, piuttosto che raccontare i primi turbamenti amorosi e sessuali del protagonista Tiberio. Il problema è che la rappresentazione di un particolare spaccato d’Italia alla fine degli anni ’70 è troppo timido e poco preciso, e se sceglie saggiamente di lasciare fuori gli anni di piombo (il ’78 è anche l’anno della morte di Moro) non ha altrettanta lucidità drammaturgica nella sua critica sociale. E non è che Le mie ragazze di carta non ne abbia di carne al fuoco, anzi. Lucini è onesto e conosce bene quell’arena lì, non procede per luoghi comuni o per altri immaginari ma ne crea uno tutto suo, dimenticandosi però di dare forma e coerenza alla sua storia e ai suoi tanti (troppi) personaggi. Forse avrebbe dovuto sacrificarne qualcuno per amore di precisione, sarebbe stata una scelta i sicuro sofferta ma molto più efficace.

Le mie ragazze di carta - Maya Sansa, Andrea Pennacchi e Alvise Marascalchi (foto Adler Entertainment)
Le mie ragazze di carta – Maya Sansa, Andrea Pennacchi e Alvise Marascalchi (foto Adler Entertainment)

La provincia è qui

E se c’è un elemento che avrebbe dovuto, almeno in piccola parte, regalare una forte identità alla poetica di Lucini è proprio il racconto della provincia. In questo caso parliamo del nord-est italiano, terra industriosa e laboriosa, terra di uomini e donne che vivono una vita compassata e tranquilla tra il lavoro e la spesa dal macellaio o dal droghiere; è in questo luogo tutt’altro che idilliaco (o idilliaco solo a prima vista) che i conflitti esplodono perché non c’è possibilità di cambiamento, di apertura mentale, d’innovazione sociale. Le mie ragazze di carta procede però per eccessiva semplificazione, rinunciando a rappresentare l’esplosività di un simile scontro ma accontentandosi piuttosto di qualche accenno, come nella scena in cui Giacomo viene picchiato/a da lacuni suoi clienti. Inoltre si ha come l’impressione che l’arco narrativo migliore riguardi proprio il rapporto dolcissimo e quasi commovente che lentamente si instaura tra Primo e Giacomo, perché è attraverso la ferma ma rassicurante ripetizione di riti quotidiani come il giocare a scacchi che Lucini sembra voler parlare di normalità e di accettazione, senza essere didascalico come accade nell’arco narrativo di Tiberio, in cui il voice-over insistito prende fin troppo il sopravvento. Pochi gesti, poche parole alle volte rendono un film migliore.

Le mie ragazze di carta - Cristiano Caccamo e Andrea Pennacchi (foto Adler Entertainment)
Le mie ragazze di carta – Cristiano Caccamo e Andrea Pennacchi (foto Adler Entertainment)

La fine di un’era

Il cinema che lentamente muore schiacciato dall’avvento della televisione in una città che non è mai stata davvero tale, e che per questo amplifica le malelingue, le dicerie e le voci che si rincorrono, la volontà di lasciarsi dietro la sicurezza e la tranquillità della campagna per tentare il salto verso una nuova vita. Più che dell’inizio, per certi versi sembra che Le mie ragazze di carta voglia parlare della fine delle cose: la fine dell’innocenza per esempio, ma anche delle certezze borghesi come quelle legate alla sessualità o alla transessualità (elemento fortissimo che però non viene esplorato fino in fondo) e in qualche modo la fine di tutte le illusioni. Sì, perché il garbo e la tenerezza che avvolgono tutti i personaggi sono solo l’antidoto che il film offre ad un mondo cinico e disilluso che pian piano sta mostrando il proprio volto. E quando si arriva al nero, quando cominciano a scorrere i titoli di coda rimangono una piccola amarezza e un piccolo rimpianto: un po’ la stessa sensazione che si prova quando ci si accorge di essersi innamorati di un’illusione.

Le mie ragazze di carta. Regia di Luca Lucini con Andrea Pennacchi, Maya Sansa, Alvise Marascalchi, Christian Mancin, Neri Marcorè, Cristiano Caccamo e Raffaella Di Caprio, uscito ieri 13 luglio nelle sale distribuito da Adler Entertainment.

VOTO:

Due stelle e mezza

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