Il meglio di te, recensione: Maria Grazia Cucinotta e Vincent Riotta in un film sulla difficoltà del perdono

La nostra recensione de Il meglio di te, film sentimentale con Maria Grazia Cucinotta e Vincent Riotta, in cui amore, odio e perdono convivono in una sintesi non del tutto riuscita di dramma e commedia, ma con un bel cast corale

Antonio (Vincent Riotta) e Nicole (Maria Grazia Cucinotta) si sono amati a lungo come marito e moglie, in modo complice e appassionato. Dopo aver scoperto il tradimento del consorte, Nicole lo abbandona e si ricostruisce una vita lontano da lui, legandosi a Simone (Simone Montedoro). Dopo due anni, torna nella sua città natale per rientrare in possesso della casa paterna, dove ancora vive Antonio. Ad attenderla una scoperta dolorosa e inattesa, che la costringerà a fare i conti con il passato.

Un uomo e le sue donne

Ne Il meglio di te, Antonio è un imprenditore di successo, brillante e carismatico, molto amato dalle donne, a cui non sa resistere. La sua esistenza, però, è ora giunta a un punto cruciale: un cancro gli lascia poco tempo da vivere e l’uomo decide così di riallacciare i rapporti con la moglie Nicole, ancora molto amata, e la sorella minore Paola (Anita Kravos), innamorata dell’artista Veronica (Vanessa Contucci) e allontanata dall’azienda di famiglia perché considerata irresponsabile. Gli antichi rancori sembrano non facilitare una possibilità di dialogo, facendo salire la tensione.

Intorno ad Antonio ruotano anche altre figure femminili: Mimì (Giusi Merli), la madre di Nicole rimasta ad accudire l’amatissimo genero e che ancora spera in un lieto fine; la giovane Sara (Daphne Scoccia), madre del piccolo Lorenzo (Mattia Iasevoli), legata all’uomo da un tenero ma ambiguo rapporto di amicizia; la dottoressa Sonia (Elvira Cuflic Basso) che lo cura con amorevole dedizione.

L’arte del perdono

Nicole è una donna forte, che non accetta compromessi. Per questo è andata via, lasciando un marito traditore a cui è comunque molto legata. Sarà lei a fare da perno emotivo alla girandola di reazioni e turbamenti che l’annuncio della malattia di Antonio provoca in tutte quelle donne che in modi diversi lo hanno amato. Costretta a contenere le proprie emozioni per arginare quelle degli altri, ingaggia una lotta con se stessa che forzerà un cuore indurito dal dolore.

Mentre l’infermità avanza inesorabile, le protagoniste svelano le proprie fragilità, rimettendo in discussione il loro legame con Antonio alla ricerca di nuovi e più stabili equilibri. Ne nasce una comunità al femminile dove, tra accesi contrasti, momenti di confronto e inaspettate intimità, si costruisce una inedita, imperfetta famiglia allargata. Alla fine, però, spetterà solo a Nicole e Antonio chiudere il cerchio, in cerca di un possibile perdono e dell’amore interrotto.

Un melodramma dal sapore di commedia

Il regista Fabrizio Maria Cortese attinge alla propria esperienza (l’addio del padre dopo una lunga malattia) per scrivere una sceneggiatura che sappia parlare di legami, amore, perdono e morte. Un progetto ambizioso, che non trova però nello sviluppo della storia un’adeguata realizzazione. Il dramma si stempera costantemente nei toni della commedia, fino a siparietti che strappano un sorriso, forzando però un po’ la mano alla regia.

La bella interpretazione corale del cast regge comunque le sorti del film, su cui spiccano le personalità di Maria Grazia Cucinotta e Vincent Riotta, ottima coppia che oscilla tra intemperanze e tenerezze in un rapporto di odio/amore da manuale, e la performance di Anita Kravos nel ruolo di Paola, irrisolta cinquantenne in cerca di un posto nel mondo, che sa egregiamente dosare cinismo, fragilità e autoironia.

Chiude il film il brano inedito Il meglio di te, composto e interpretato da Giusy Ferreri appositamente per questa storia, il cui testo si innesta alla perfezione con il mood delle battute finali della commovente pellicola.

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Due stelle e mezza