Halloween Ends, recensione: Jamie Lee Curtis contro Michael Myers un’ultima volta

Halloween ends - Jamie Lee Curtis e James Jude Courtney ( foto di Universal Pictures)
Halloween ends - Jamie Lee Curtis e James Jude Courtney ( foto di Universal Pictures)

La nostra recensione di Halloween Ends, ultimo capitolo della trilogia di David Gordon Green con protagonista Jamie Lee Curtis: è davvero la fine del Male?

Dopo Halloween e Halloween Kills David Gordon Green conclude la sua trilogia dedicata a Laurie Strode e a Michael Myers con Halloween Ends, un film altrettanto teso e brutale ma allo stesso tempo coerente a livello tematico con il dittico precedente. La lotta di Jamie Lee Curtis e della sua Laurie contro l’Ombra è all’atto finale, e nessuno può considerarsi al sicuro.

Dove eravamo rimasti

Halloween 2019, Haddonfield. È passato un anno dalla brutale carneficina avvenuta in Halloween Kills, quando l’adolescente Corey Cunningham (Rohan Campbell) viene accusato dell’omicidio di un bambino a cui stava facendo da babysitter. Il ragazzo continua a proclamare la sua innocenza, mentre sia la famiglia del bambino che il resto della città lo credono un mostro. Contro tutte le previsioni Corey viene assolto, ma l’odio che la comunità cova nei suoi confronti non si è affatto sopito. Tre anni dopo Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) si è trasferita in un piccolo villino con la nipote Allyson (Andi Matichak), sopravvissuta alla tragica morte dei genitori e del fidanzato Cameron per mano di Michael Myers. Laurie, ancora scossa dal senso di colpa per la morte della figlia Karen, sta scrivendo un libro memoriale sulla sua lotta contro Michael Myers (James Jude Courtney/Nick Castle) provando a non cedere alle lusinghe del vice-sceriffo Hawkins (Will Patton), mentre Allyson lavora come infermiera al General Hospital dove incontra proprio Corey finendo per innamorarsene. Una nuova serie di omicidi, però, fa di nuovo precipitare Haddonfield nel caos costringendo sia Laurie che Allyson ad affrontare l’Ombra, per cercare di sconfiggerla una volta per tutte.

Halloween ends - Andi Matichak (foto di Universal Pictures)
Halloween ends – Andi Matichak (foto di Universal Pictures)

Welcome back to Haddonfield

È complicato sfuggire al proprio passato, specialmente quando quel passato è diventato un marchio che grava ancora su di te. Vale per Corey, la cui presunta innocenza non è sufficiente per togliergli di dosso il sangue di quel bambino che avrebbe dovuto proteggere. Vale per Laurie, che ha passato gran parte della vita a combattere il Male per poi diventarne quasi un messaggero o una sorta di anticipazione, come più di un personaggio le ricorda durante Halloween Ends. E vale anche per Allyson, la quale si ritrova coi pezzi di una vita da ricostruire dopo la tragedia ma che ancora deve fare del tutto i conti con quello che le è accaduto. Ha vent’anni in fondo e dovrebbe poter uscire di casa la sera senza avere il terrore di essere costantemente seguita, braccata. In un certo senso più che Michael, la cui figura comunque aleggia spettrale fino alla sua effettiva apparizione, sembra essere la stessa Haddonfield un luogo foriero di morte e dolore. Una terza protagonista, tanto quanto Laurie e Michael, un luogo in cui è impossibile guardare al futuro, pieno com’è di persone che hanno visto il Male troppe volte per non diventarne in qualche modo contaminate. Come da un virus.

Halloween ends - Will Patton (foto di Universal Pictures)
Halloween ends – Will Patton (foto di Universal Pictures)

Il Male è contagioso, ma non solo

Se l’Halloween del 2018 ragionava in maniera più sottile e meno evidente sul rapporto strettissimo che corre tra le azioni di un mostro e l’impatto che quelle azioni hanno su una comunità solo apparentemente unita, già con Halloween Kills e in maniera ancora più netta con questo Halloween Ends David Gordon Green decide di rendere ancora più radicale la sua visione non certo ottimistica o consolatoria dell’essere umano. Senza cadere nel peccato mortale dello spoiler, basti dire che l’incontro di uno dei protagonisti con Michael all’inizio del secondo atto sarà fondamentale per evidenziare quanto e come basti una piccola scintilla, un piccolo accenno di oscurità affinché si possa rimanerne macchiati in maniera forse indelebile. Il Male in questo senso non è solo contagioso come un virus o come la peste, come afferma uno dei personaggi in un momento cruciale del film, ma appartiene a tutti noi e tutti noi ne siamo allo stesso tempo causa ed effetto. Se Michael è la rappresentazione personificata dell’oscurità che abita in noi, noi cosa siamo? E, soprattutto, cosa potremmo diventare? È altresì molto interessante il fatto che il film non accenni in alcun modo alla pandemia da Covid nonostante l’ambientazione odierna, o almeno non direttamente, ma che invece ne utilizzi il sottotesto di contagio e contaminazione per qualcosa di altrettanto subdolo e mortale e da cui è impossibile guarire del tutto.

Halloween ends - Jamie Lee Curtis e Rohan Campbell (foto di Universal Pictures)
Halloween ends – Jamie Lee Curtis e Rohan Campbell (foto di Universal Pictures)

Un omaggio al lavoro di Carpenter

In oltre quarant’anni e con 12 film alle spalle Laurie e Michael si sono già scontrati più di una volta. Sebbene la trilogia di David Gordon Green abbia completamente fatto tabula rasa dei vari sequel del primo e indimenticabile film firmato da John Carpenter, i due personaggi condividono una storia comune di rivelazioni tanto sconvolgenti quanto purtroppo incoerenti, di reboot o remake che non avevano sempre una direzione precisa in mente e, alla peggio, di adattamenti  in salsa teen-slasher raffazzonati. Questa volta, fortunatamente, le cose stanno in maniera diversa. Green ha già dimostrato nelle pellicole precedenti l’amore e la devozione nei confronti dell’Halloween capostipite e del suo regista, e anche in questo terzo film gli omaggi sono perfettamente centellinati e sensati. Uno dei più evidenti è il film che in una primissima scena Corey e il bambino si ritrovano a guardare in salotto, e non è affatto una scelta casuale: l’essere alieno e terribile che si cela all’interno dei corpi degli scienziati e che ne prende totalmente il possesso è la rappresentazione perfetta di ciò che Michael Myers sta arrecando ai danni di Haddonfield e dei suoi abitanti.

Halloween ends - Jamie Lee Curtis (foto di Universal Pictures)
Halloween ends – Jamie Lee Curtis (foto di Universal Pictures)

Un po’ tanti film in uno

In buona parte di Halloween Ends i rumori, le musiche sia diegetiche che extradiegetiche, i colori e il tono richiamano direttamente l’originale carpenteriano ma Green si concede anche dei momenti più leggeri soprattutto nel primo atto, per far respirare meglio la narrazione e i personaggi e per stemperare un po’ gli strascichi del film precedente. Certo, alle volte questo rimpallo di toni e di atmosfere potrebbe far storcere il naso ai puristi e non è sempre calibrato al meglio, però dà l’idea di quanto l’idea di cinema di Green sia lontana da una visione di genere eccessivamente schematica. Se nell’Halloween del 2018 miscelava l’horror e lo slasher puri con il drama in quanto film sull’elaborazione di un trauma personale da parte di Laurie, Halloween Kills era invece costruito quasi come un war movie spostando l’attenzione dal trauma personale a quello collettivo di una comunità. Per quest’ultimo atto invece Green sceglie quasi un film di possessione sul modello de L’esorcista (di cui curiosamente dirigerà un reboot in uscita il prossimo anno), cercando una mediazione tra i primi due capitoli. Per questo Halloween Ends appare come una conclusione definitiva, perlomeno per quanto riguarda i personaggi di Michael e Laurie.

Halloween ends - James Jude Courtney (foto di Universal Pictures)
Halloween ends – James Jude Courtney (foto di Universal Pictures)

Il potere della maschera

Cos’è che rende Michael Myers apparentemente invincibile? È la maschera che indossa, forse, o la paura che induce nelle sue vittime. O magari sono il suo nome o l’aura di leggenda che si è creata intorno a lui e di cui lui stesso si nutre. In fondo quella maschera e quel coltello da macellaio bastano già da soli a farci rabbrividire. Però si può anche scegliere di andare via da Haddonfield, magari recandosi in Giappone ad ammirare la fioritura dei ciliegi come vorrebbe fare il vice-sceriffo Hawking. Perché se Haddonfield è lo specchio delle paure che ci tengono prigionieri, allora dobbiamo trovare il coraggio di scappare da quel boogeyman con un coltello da macellaio. Trovare la forza di reagire, di rialzarci, di combattere, di perdonare e di perdonarci. Perdonare quel ragazzo che non ha potuto salvare il figlio di qualcuno o quella donna che non ha potuto salvare la sua di figlia. Laurie rappresenta quella forza e quel coraggio, ma anche lei può vacillare e perfino crollare. La lotta contro Michael Myers può essere vinta o persa ma quella maschera lì, illuminata dal sole del primo giorno, è indistruttibile e il Male nel tempo assumerà altre forme. Basta decidere di continuare a combatterlo.

Halloween Ends. Regia di David Gordon Green con Jamie Lee Curtis, Andi Matichak, James Jude Courtney, Nick Castle, Rohan Campbell e Will Patton in uscita oggi 13 ottobre nelle sale distribuito da Universal Pictures Italia.

VOTO:

Quattro stelle

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