Fratello e sorella, recensione: quando la famiglia diventa la rappresentazione della tossicità

Fratello e sorella - Marion Cotillard e Benjamin Siksou (foto di Shanna Besson)
Fratello e sorella - Marion Cotillard e Benjamin Siksou (foto di Shanna Besson)

Ecco la nostra recensione di Fratello e sorella, dramma familiare con Marion Cotillard e Melvil Poupaud diretto da Arnaud Desplechin: un film sulla tossicità dei sentimenti che però tende ad alzare un po’ troppo la voce

Presentato allo scorso Festival di Cannes arriva nelle sale Fratello e sorella, dramma familiare francese di Arnaud Desplechin ad altissima temperatura con protagonisti Marion Cotillard e Melvil Poupaud. Le intenzioni ci sono, gli attori hanno la giusta intensità (forse anche troppa) ma è la scrittura estremamente calcata e poco equilibrata a non convincere granché.

Scontro in famiglia

Louis (Melvil Poupaud) e Alice (Marion Cotillard) sono fratello e sorella ma non si parlano né si vedono da quasi vent’anni. Lui è un poeta e un professore di letteratura, lei un’attrice alla costante ricerca del successo, ma a causa di antichi dissapori la loro relazione è inesistente. Un giorno, però, si incontrano per caso in strada e Alice non lo saluta neanche, finché la morte dei loro genitori non li costringerà a riprendere i rapporti.

Fratello e sorella - Melvil Poupaud (foto di Shanna Besson)
Fratello e sorella – Melvil Poupaud (foto di Shanna Besson)

Rapporto tossico

Nel tentativo di indagare con maggiore profondità e sottigliezza l’universo dei rapporti familiari Fratello e sorella si e ci immerge in un relazione tra fratelli incredibilmente tossica e disfunzionale, in cui un profonde rancore legato ad un evento del passato ha completamente trasformato Alice e Louis in due nemici, due entità in perenne conflitto la cui unica cifra comunicativa è un odio viscerale. Questa tossicità viene rappresentata e tradotta sia in immagini a cavallo tra il reale e l’onirico da Arnaud Desplechin, che attraverso i volti e i corpi respingenti di Melvil Poupaud e Marion Cotillard, i quali caricano la loro recitazione fino all’inverosimile e trascinano la storia in un continuo ripetersi di liti, bugie, tradimenti e reciprochi rinfacciamenti. Il risultato è un film che gioca con i nervi e le emozioni dallo spettatore, ma che sa anche essere fin troppo stancante e urlato, senza nessuno spazio per una qualsivoglia forma d’ironia né tantomeno di leggerezza.

Fratello e sorella - Marion Cotillard (foto di Shanna Besson)
Fratello e sorella – Marion Cotillard (foto di Shanna Besson)

Morti dentro

In tutto questo continuo e ondivago girovagare dei sentimenti Desplechin costruisce un film funebre e funerario, in cui la morte fisica ed emotiva aleggia continuamente come un’ombra. Fratello e sorella è infatti un elogio mortifero dell’unione familiare, un canto del cigno della casa come luogo in cui ripararsi o proteggersi dai mali del mondo e la famiglia come scudo. Qui la casa e, per estensione, la famiglia rappresentano l’inizio della fine dei nostri sogni, dei nostri desideri e della nostra indipendenza affettiva perché è il passato stesso a irarci sempre verso di esse. Un film di morti quindi che però esplode in dialoghi affilatissimi, in reazioni di rabbia feroce e incontrollabile, in momenti che ricordano quasi la screwball comedy. 

Fratello e sorella - Melvil Poupaud (foto di Shanna Besson)
Fratello e sorella – Melvil Poupaud (foto di Shanna Besson)

Si rivede del cinema nostrano

Fratello e sorella si avvicina perciò pericolosamente a certo cinema nostrano rinunciando a quella sana dose di black humour che il cinema d’Oltralpe ha saputo afferrare negli ultimi decenni e convogliare nelle proprie storie, anche le più drammatiche e intense. Inutile sottolineare come sia la Cotillard che Poupaud offrano prove granitiche, ma allo stesso tempo sembrano fermi nella loro recitazione a cui non riescono a donare particolari sfumature o toni diversi dalla rabbia o dal rancore. Non certamente un film memorabile questo Fratello e sorella, semmai piuttosto la dimostrazione di quanto il cinema debba sempre essere fondato su una scrittura equilibrata, e che sappia distinguere la differenza tra la ferocia dello sguardo e dell’intenzione dal manierismo puro e semplice.

Fratello e sorella. Regia di Arnaud Desplechin con Marion Cotillard, Melvil Poupaud, Benjamin Siksou e Golshifteh Farahani, in uscita giovedì 3 agosto nelle sale distribuito da Movies Inspired.

VOTO:

Due stelle e mezzo

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