Black Bits, recensione: un thriller quasi distopico made in Italy che flirta con la fantascienza

Black Bits - Jordan Alexandra, Yvonne Mai
Black Bits - Jordan Alexandra, Yvonne Mai

Ecco la nostra recensione di Black Bits, raro esempio di thriller distopico all’italiana con inserti sci-fi e quasi “horror”: un film indubbiamente coraggioso e ambizioso ma un po’ frenato, sui limiti e le alterazioni dello sguardo

La lenta rinascita del cinema di genere italiano non passa solo per l’horror ma anche per il thriller sci-fi, genere in cui i fratelli Mainetti hanno trovato una loro poetica e una loro definizione autoriale ma che ora appartiene anche al regista Alessio Liguori. Black Bits è infatti un film pulito e piuttosto preciso nella messa in scena e nelle intenzioni, non sempre a fuoco nella scrittura  ma anche in grado di sfruttare al meglio sia l’ambientazione claustrofobica casalinga che gli spazi aperti del bosco, grazie anche ad una prova tutto sommato convincente delle due protagoniste Yvonne Mai e Jordan Alexandra.

Due ladre in trappola

Raggirare e derubare la Black Bits, società attiva nel dark web, sembrava un’impresa impossibile che Dora (Jordan Alexandra) e Beth (Yvonne Mai) hanno però portato a termine. Adesso sono in possesso di due neurochip di ultima generazione dall’inestimabile valore e si nascondono in una futuristica Safe House lontana dal resto del mondo. Tuttavia la meritata tranquillità viene stravolta da strani eventi e da una presenza umana inaspettata: si tratta di Hank (Sebastian Fabijanski), un uomo all’apparenza taciturno che non rientra affatto nei loro piani. Chi è veramente? Che cosa vuole da loro? Le due ragazze devono guardarsi le spalle e prepararsi al peggio, ma la realtà che le circonda è più pericolosa di quanto possano immaginare.

Black Bits - Yvonne Mai
Black Bits – Yvonne Mai

L’importanza della contaminazione

Black Bits è uno di quei film costruiti per tentare di svecchiare un certo tipo di grammatica cinematografica da un lato, e dall’altro per aprirsi a un cinema più contaminato e multiforme, contemporaneo nella forma e nel linguaggio. Sono tanti i riferimenti cinematografici che si avvertono guardando questo thriller dal retrogusto sci-fi che il regista Alessio Liguori ha plasmato sulle contrapposizioni tra ambiente domestico e boschivo e tra maschile e femminile, sullo scontro con una forza ignota e potenzialmente nociva che si nasconde al di là del nostro sguardo. Ci sono impronte di Matrix e Black Mirror, i revenge movie ed echi del cinema paranoico degli anni ’70, ma anche qualche strascico proveniente da Michelle Remembers e da quel filone di opere in cui la realtà viene costantemente manipolata a favore di un mondo tanto illusorio quanto per questo più appetibile.

Black Bits - Sebastian Fabijanski
Black Bits – Sebastian Fabijanski

Due donne

In Black Bits il sottotesto tematico ha a che vedere col mondo femminile, e non solo perché sono due donne le protagoniste della vicenda ma anche perché tutto l’impianto messo in piedi da Liguori si alimenta di una non troppo sottile matriarcalità nello sguardo. Dora e Beth sono infatti prede ma anche predatrici, braccate nel bel mezzo del nulla ma anche spietate e abili criminali che devono dar vita ad una corsa di sopravvivenza, cercando di rimettere assieme i pezzi di una vita, di una relazione (la loro) e di un futuro mai così distante. Nei suoi 80 minuti scarsi Black Bits le erge a protagoniste assolute, sia nella linea temporale presente che nei vari flashback a cui assistiamo, finché un plot twist nel climax del terzo atto non le riporta ad uno stato quasi brado e primitivo, rimettendole al centro sotto una luce completamente diversa.

Black Bits - Jordan Alexandra
Black Bits – Jordan Alexandra

Ambizione sfrenata e qualche inciampo

Certo, a questo punto si dovrebbe sottolineare come tutta l’operazione messa in piedi da Black Bits si riveli forse un po’ troppo pretestuosa a livello diegetico e tematico, perché la scrittura non ha sufficiente forza nelle proprie gambe per gestire eventuali sottotesti politici nella sua critica al dominio della tecnologia. Quel che resta è un film indubbiamente molto ambizioso e con un’idea di cinema comunque chiara nel suo essere un filo derivativa, un ottimo uso degli spazi sia interni che esterni e della macchina a spalla e una costruzione della tensione di buona fattura. Non cambierà certamente le regole del gioco, ma per una serata estiva di discreto cinema di genere potrebbe rivelarsi una sorpresa comunque piacevole, anche in virtù di un tono cupo ma mai troppo opprimente.

Black Bits. Regia di Alessio Liguori con Jordan Alexandra, Yvonne Mai e Sebastian Fabijanski, uscito nelle sale giovedì 3 agosto distribuito da Altre Storie.

VOTO:

Tre stelle

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