Arthur Rambo, recensione: Cantet adatta il caso Meklat e riflette sull’era social con imparzialità

Arthur Rambo - Rabah Naït Oufella
Arthur Rambo - Rabah Naït Oufella

La nostra recensione di Arthur Rambo – Il blogger maledetto, imparziale disamina di Laurent Cantet della parabola di un astro nascente della letteratura che si scopre violento leone da tastiera, ispirato al caso Meklat

Dalle banlieue parigine a una terrazza lussuosa nel centro della capitale francese; e di nuovo nella periferia metropolitana dove si agitano le complicate esistenze di giovani di seconda generazione in cerca di una voce. Laurent Cantet nel suo nuovo film Arthur Rambo – Il blogger maledetto segue con sguardo umano e imparziale la vertiginosa parabola del suo protagonista, liberamente ispirata al caso Mehdi Meklat. Il cinema, medium della dissimulazione e della messa in scena ineluttabilmente finzionale del reale, diventa la lente più consona a cogliere le ambiguità della vicenda del giovane giornalista francese travolto dalla gogna mediatica a causa di vecchi tweet dai contenuti aberranti.

Arthur Rambo - Rabah Nait Oufella
Arthur Rambo – Rabah Nait Oufella

L’altra faccia dello scrittore

Karim D. (Rabah Nait Oufella) è un carismatico giovane di seconda generazione, astro nascente della letteratura francese. Il suo romanzo, che racconta dell’arrivo di sua madre in Francia dall’Algeria, è il nuovo trend topic della discussione culturale parigina e suscita tanto gli interessi del mondo borghese (da cui arriva la proposta di realizzarne una trasposizione cinematografica) tanto il coinvolgimento dei ragazzi delle banlieue che trovano in Karim il loro portavoce. Nella notte della celebrazione del suo trionfo, però, il giovane scrittore dovrà fare i conti con gli errori del passato: una serie di violenti tweet contenenti insulti omofobi, razzisti, xenofobi, misogini e antisemiti pubblicati sotto lo pseudonimo di Arthur Rambo. 

Arthur Rambo - Sofian Khammes, Rabah Naït Oufella e Antoine Reinartz
Arthur Rambo – Sofian Khammes, Rabah Naït Oufella e Antoine Reinartz

Il peso delle parole

Chi è Arthur Rambo? La provocazione insita nella scelta dello pseudonimo (come fu per il Marcelin Deschamps di Mehdi Meklat) è chiara: da un lato il riferimento al poeta Arthur Rimbaud dall’altro l’eco del leggendario personaggio cinematografico di Sylvester Stallone. Un poeta con un fucile tra le mani, la cui arma è, però, un social network attraverso cui sfoga le sue paturnie sferrando insulti e ignobili dichiarazioni. Eppure dietro a quel nome si nasconde il genio di uno scrittore che è stato in grado di raccontare le seconde generazioni parigine con un’umanità e una lucidità senza precedenti. Karim è Arthur? I tweet di Rambo costituiscono per davvero una sorta di esperimento sociale con il quale verificare i risultati dell’eccesso della provocazione sugli utenti (come continua a ripetere Karim) o è piuttosto quella del giornalista impegnato la maschera di una bestia virtuale omofoba, xenofoba e razzista?

Arthur Rambo - Rabah Naït Oufella e Bilel Chegrani
Arthur Rambo – Rabah Naït Oufella e Bilel Chegrani

Un film che non prende posizioni

Cantet non vuole in alcun modo dare una risposta definitiva alle questioni etiche e morali che mette in campo. Il suo interesse è stimolare una profonda riflessione sulla separazione tra autore e prodotto artistico, sulle responsabilità dell’intellettuale e, soprattutto, sulla distorsione della realtà operata dal mondo social. Il regista si muove sulla sottile linea che separa gli orrori pubblicati da Karim/Rambo e le minacce di morte rivolte allo scrittore da leoni da tastiera non meno brutali, con una lucidità estrema che si riflette in una messa in scena capace di utilizzare al meglio il linguaggio cinematografico per restituire la complessità della storia narrata. L’immagine si riempie di hashtag e tweet, come a significare l’annegamento della figura umana nel metaverso digitale; la macchina da presa pedina Karim, interessata a registrare gli effetti della gogna mediatica sul ragazzo che si manifestano attraverso lo sguardo prima luminoso poi sempre più ombrato e disorientato di Rabah Nait Oufella. E ad un certo punto il film finisce senza giungere ad un effettiva conclusione. Senza arrivare ad un punto fermo. Una scelta coraggiosa che se da un lato lascia questo Arthur Rambo sostanzialmente irrisolto (monco potrebbe ribattere qualcuno) dall’altro invita lo spettatore a problematizzare ciò che ha appena visto, mantenendo sempre uno sguardo critico che rifugga le semplificazioni.

Arthur Rambo – Il blogger maledetto. Regia di Laurent Cantet. Con Rabah Naït Oufella, Bilel Chegrani, Antoine Reinartz, Sofian Khammes, Sarah Henochsberg, Malika Zerrouki, Anne Alvaro, Zineb Triki, Anaël Snoek, Leila Fournier, Maurin Olles, Chouaib Arif, Prune Ventura e Soumaye Bocoum. Al cinema dal 28 aprile, distribuito da Kitchen Film.

VOTO:

3 stelle

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome