Ant-man and the Wasp: Quantumania, recensione: il viaggio nel regno quantico non vale il biglietto

Ant-man and the Wasp Quantumania - Paul Rudd, Kathryn Newton ed Evangeline Lilly (foto Walt Disney Italia)
Ant-man and the Wasp Quantumania - Paul Rudd, Kathryn Newton ed Evangeline Lilly (foto Walt Disney Italia)

La recensione di Ant-man and the Wasp: Quantumania, primo tassello della fase 5 del Marvel Cinematic Universe: nemmeno Michael Douglas, Michelle Pfeiffer e Kang il Conquistatore salvano un film fiacco e prevedibile

A pochissimi mesi di distanza dal riuscito Black Panther: Wakanda Forever il MCU compie un pesante passo falso con questo Ant-man and the Wasp: Quantumania, primo tassello della quinta fase che porterà allo scontro finale con il temibile Kang il Conquistatore (o perlomeno con uno delle sue tante versioni). Questo terzo capitolo, di nuovo diretto da Peyton Reed come i precedenti, dedicato all’uomo formica è una pellicola scialba e piuttosto inetta, con un umorismo spesso forzato e fuori luogo e un villain potenzialmente carismatico e minaccioso che non viene mai sfruttato a dovere.

Bentornati nel regno quantico

Scott Lang (Paul Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline Lilly) continuano a godersi la vita di coppia e quella da supereroi famosi: Scott ha scritto un libro, Hope sostiene cause umanitarie e la loro famiglia – i genitori di Hope, Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer) e Hank Pym (Michael Douglas) e la figlia di Scott, Cassie (Kathryn Newton) – fa finalmente parte della loro vita quotidiana. Cassie condivide la passione per la scienza e la tecnologia, in particolare per il Regno Quantico, con tutta la sua nuova famiglia pur cacciandosi di tanto in tanto nei tipici guai da adolescente. Un giorno però la sua curiosità e un errore di progettazione conducono Cassie e tutto il resto della famiglia di nuovo nel Regno Quantico, che stavolta è minacciato da instabilità sociale e da un uomo potentissimo di nome Kang il Conquistatore (Jonathan Majors), un despota spietato disposto a tutto pur di realizzare il suo piano. Con Scott e Cassie trascinati in una direzione e Hope, Janet e Hank in un’altra, dovranno riuscire a ritrovarsi e sopravvivere alla minaccia di Kang senza sapere come o se riusciranno a ritrovare la strada di casa.

Ant-man and the Wasp Quantumania - Jonathan Majors (foto Walt Disney Italia)
Ant-man and the Wasp Quantumania – Jonathan Majors (foto Walt Disney Italia)

Qui mancano le idee

Il problema principale di un film come Ant-man and the Wasp: Quantumania sta proprio nel cortocircuito che lo ha generato, e quel cortocircuito – inutile girarci attorno – si chiama Disney. Tutto in questo ennesimo capitolo del Marvel Cinematic Universe sembra voler tornare ad un modo di intendere il cinema, e di conseguenza la narrazione cinematografica, come un modello di business in cui creatività, rischio e ambizione non sono mai davvero presenti e in cui tutto ciò che succede sullo schermo è perfettamente calibrato e studiato per non uscire fuori dai binari. La conseguenza più palese è una totale aridità creativa, ma quella meno palese e forse più pericolosa è l’impossibilità di rompere davvero gli schemi, di raccontare qualcosa di scomodo e di prorompente, di sfondare gli argini del politicamente corretto e del cinema fatto a modino. Ant-man and the Wasp: Quantumania è un prodotto senza idee, senza cuore, senz’anima. Un enorme guazzabuglio visivo i cui riferimenti giocano in casa (Strange World, Star Wars) ma il cui impianto drammaturgico debole affossa completamente il film nel terzo e decisivo atto. La posta in gioco non è mai davvero così alta come il film vorrebbe farla sembrare, alcuni personaggi sono protagonisti di uno sviluppo totalmente incoerente e fin troppo fulmineo e la sensazione è che la minaccia portata da Kang non sia mai così davvero minacciosa.

Ant-man and the Wasp Quantumania - Michelle Pfeiffer e Michael Douglas (foto Walt Disney Italia)
Ant-man and the Wasp Quantumania – Michelle Pfeiffer e Michael Douglas (foto Walt Disney Italia)

Per fortuna c’è Kang, più o meno

Durante tutto il corso del MCU il ruolo e la costruzione stessa degli antagonisti ha sempre o quasi rappresentato un grosso punto debole della macchina di Kevin Feige e soci. Sono davvero poche le eccezioni a questa regola, ma a giudicare da quello che si è visto in questo Ant-man and the wasp: Quantumania c’è una forte speranza che Kang il Conquistatore possa unirsi a questa cerchia molto ristretti di villain convincenti. Aiutato da una buona performance di Jonathan Majors Kang si presenta fin da subito come un temibile e spietato avversario, in grado di poter rappresentare una minaccia quantomeno credibile e concreta per Scott e famiglia, ma la brutta sceneggiatura di Jeff Loveness lo costringe ad un’involuzione onestamente inspiegabile sacrificando anche il personaggio di MODOK, qui ridotto da pericoloso nemico nei fumetti a macchietta semi comica. L’augurio è che per il futuro della fase quinta e di quelle successive si riesca a lavorare molto meglio sul conflitto interiore del personaggio, senza renderlo un cattivo formulaico e manicheo che dev’essere malvagio in quanto tale ma regalandogli maggiore tridimensionalità e un’evoluzione molto più coerente con l’arena narrativa e con il tema.

Ant-man and the Wasp Quantumania - Paul Rudd e Jonathan Majors (foto Walt Disney Italia)
Ant-man and the Wasp Quantumania – Paul Rudd e Jonathan Majors (foto Walt Disney Italia)

Un film che non si schioda dalla sua mediocrità

Nonostante un cast tendenzialmente in parte, di cui Michael Douglas e Michelle Pfeiffer sono gli assoluti protagonisti, un gustoso cameo di Bill Murray e un mondo narrativo dalle potenzialità enormi Ant-man and the Wasp: Quantumania si accontenta del compitino, con il solito tema della responsabilità morale ormai declinato in tutte le salse e pure un po’ annacquato e la capacità non comune di gettare al vento anche gli spunti potenzialmente più interessanti e di rottura. Il risultato è un film Marvel in tutto e per tutto che lavora molto più dalle parti della commedia dei Thor di Waititi rispetto alla maggiore “serietà” degli Avengers o dei Black Panther, finendo così per annullare quasi totalmente l’epica, la tensione e gli stakes diegetici ed emotivi. Ant-man and the Wasp: Quantumania manca di respiro cinematografico, di ambizione e di coraggio e quando prova a metterci il cuore (come nei momenti di confronto tra Cassie e il padre Scott) lo fa con troppa melassa e poca incisività; “Devi smetterla di comportarti da cazzone” grida Cassie all’indirizzo di MODOK in una scena del film. Ecco, forse è ora che la Marvel cominci a seguire i suoi stessi consigli.

Ant-man and the Wasp: Quantumania. Regia di Peyton Reed con Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Douglas, Michelle Pfeiffer, Kathryn Newton, Jonathan Majors e Bill Murray, in uscita domani 15 febbraio nelle sale distribuito da Walt Disney Italia.

VOTO:

Due stelle e mezzo

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