Harvey Weinstein è in stato di arresto, accusato di stupro e reati a sfondo sessuale. Morgan Freeman è invece accusato di molestie.
L’ormai ex produttore cinematografico Harvey Weinstein si è consegnato poche ore fa alla polizia di New York, dopo aver ricevuto un mandato d’arresto dalla procura di Manhattan. Oltre alle decine di accuse di molestie e violenze sessuali lanciate contro di lui da donne del mondo del cinema, dello spettacolo e non solo, Weinstein è accusato di aver violentato due attrici, (tra cui Lucia Evans nel 2004 durante un provino). I procuratori di Manhattan lo avrebbero incriminato per stupro di primo e terzo grado, e di atti sessuali di primo grado. Weinstein è stato ammanettato e (secondo la Cnn) sarà rilasciato dopo aver pagato una cauzione di due milioni di dollari. Indosserà un bracciale elettronico alla caviglia affinchè possa essere tenuto sotto controllo e i suoi spostamenti saranno limitatissimi. L’ex produttore si trovava in una rehab californiana per curare la dipendenza da sesso.

Travolto da pesanti accuse di moleste il premio Oscar Morgan Freeman. Ben otto donne hanno confessato di aver subito molestie, palpeggiamenti, commenti inopportuni e comportamenti discutibili sui set cinematografici e anche in altri contesti. Queste le dichiarazioni di un’assistente alla produzione che stava lavorando al film Insospettabili sospetti: «tentò di alzarmi la gonna domandandomi se indossassi le mutandine. Se mi allontanavo, ci provava di nuovo. Alan Arkin (nel cast del film) gli disse di smettere, lui non seppe più cosa dire». Le accuse contro Freeman si riferiscono ad episodi di molestie avvenute in pubblico e in presenza quindi, di testimoni e in alcuni casi anche di telecamere. Ad esempio, durante la conferenza stampa Insospettabili sospetti, accorgendosi che la giornalista Chloe Melas era incinta ha commentato con un “Mi piacerebbe essere lì” suscitando l’imbarazzo dei presenti, compresi i colleghi Michael Caine e Alan Arkin. L’attore ha risposto alle accuse con un comunicato stampa: «Chi mi conosce o ha lavorato con me sa che non sono una persona che intenzionalmente offenderebbe o farebbe qualcosa per far sentire un altro a disagio. Chiedo scusa a chi si è sentito offeso. Non era mia intenzione».
