La recensione di Wander, il thriller giallo pieno di vaneggiamenti diretto da April Mullen: Aaron Eckhart, Heather Graham e Tommy Lee Jones si affannano per dipanare una fitta rete di cospirazioni, ma il finale è più pasticciato che efficace
Una fitta reti di cospirazioni
Arthur Bretnik (Aaron Eckhart) è un investigatore privato trasformatosi in fanatico complottista dopo il terribile incidente automobilistico che ha ferito la moglie e ucciso la figlia. Le sue giornate trascorrono tra dosi massicce di pillole tranquillanti e birre in compagnia del fedele amico Jimmy (Tommy Lee Jones). In una quotidianità costruita intorno alle paranoie e vissuta in un’angusta roulotte nel mezzo del deserto, la sola compagnia di cui beneficia è quella del proprio cane e della premurosa amica e avvocato Shelly (Heather Graham). Tutto cambia, però, quando Arthur comincia ad indagare sulla misteriosa morte di una ragazza trovata col cuore esploso al confine della polverosa cittadina di Wander. Quel caso infatti sembra avere a che fare proprio con la morte di sua figlia.
Le coincidenze non esistono
Aaron Eckhart veste i paranoici panni di Arthur Bretnik, un personaggio schiacciato dal dolore e profondamente legato ad un passato che gli impedisce di guardare al presente in modo obiettivo. Il suo motto – le coincidenze non esistono – la dice lunga sul tipo di deformazione che passa attraverso i suoi occhi. E in effetti la sceneggiatura di Wander tende a fare molti giri su se stessa, trascinando con sé lo spettatore in un susseguirsi di colpi di scena e macabre scoperte fino a convincerlo che effettivamente ci sia molto di più sotto.

Aspettative deluse
Se questo è il più grande pregio della pellicola, bisogna ammettere che esso diventa anche il suo più grande difetto. Un simile crescendo di emozioni, pathos e inganni danno vita ad una trama interessante e coinvolgente, arricchita per giunta da un ottimo cast che forma un trio convincente nel quale spiccano le eclettiche bizzarrie di Tommy Lee Jones (particolarmente riuscito l’esperto in cospirazioni da lui interpretato). Si arriva così al finale carichi di aspettative che, purtroppo, sono destinate ad essere per lo più deluse. La conclusione del film diretto da April Mullen, in effetti, appare goffa e pasticciata oltre che poco esaustiva.
Un finale che arranca
In un mare di “forse” e “chissà”, domandosi se davvero ci sia qualcosa di vero in tutto ciò che circonda i tre protagonisti, lo spettatore non sembra destinato a ricevere sufficienti spiegazioni. Peccato, perché l’aspetto cervellotico è ben sviluppato e si presta a elucubrazioni interessanti. L’indagine apre la strada a numerosi sentieri, uno più polveroso dell’altro, che potrebbero giungere alle più esaltanti conclusioni come anche alla più semplice delle rivelazioni. Dispiace quindi che non si sia optato né per l’uno né per l’altra, che sia per paura o per mancanza del guizzo finale poco importa.
Wander è un film del 2020 scritto da Tim Doiron. Nel cast anche Katheryn Winnick, Raymond Cruz e Brendan Fehr.