Dal 15 al 20 maggio al Teatro India di Roma si ritorna ai mesi cupi del terrorismo, a 40 anni dell’uccisione di Aldo Moro, con Viva l’Italia scritto da Roberto Scarpetti e diretto da César Brie. In scena cinque interpreti impegnati a ricostruire un pezzo della nostra storia per un toccante esempio di teatro della memoria e di impegno civile, le morti di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, due giovani militanti del Leoncavallo uccisi al Casoretto il 18 marzo 1978.
Torna in occasione del quarantesimo anniversario di uno degli episodi più oscuri ed emblematici della storia del nostro paese, Viva l’Italia. Le morti di Fausto e Iaio; il racconto di due diciottenni milanesi frequentatori del centro sociale Leoncavallo, uccisi a colpi di pistola la sera del 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro da parte delle BR, in scena dal 15 al 20 maggio al Teatro India, una coproduzione Teatro di Roma e Teatro dell’Elfo.
Viva l’Italia, da quando ha debuttato nel 2013, continua a coinvolgere spettatori di ogni generazione, suggerendo riflessioni sui fascismi di ieri e di oggi e facendo rivivere la memoria come solo il teatro sa fare, perché il testo di Roberto Scarpetti, che non è cronaca storica ma una “finzione basata su fatti reali”, riesce a diventare tragedia civile, canto di passioni personali e politiche. Una drammaturgia storica pensata in forma di cinque monologhi intrecciati tra loro a ricostruire un quadro d’insieme per rivivere il passato, affinché la memoria di quegli anni diventi testimonianza della storia che ci ha preceduto.
A condurre gli spettatori nei segreti e nei retroscena della vicenda saranno i personaggi stessi, che si nutrono delle emozioni e della disperazione che il testo di Roberto Scarpetti (vincitore con Viva l’Italia della Menzione speciale Franco Quadri al Premio Riccione per il Teatro nel 2011, del Premio Franco Enriquez per la drammaturgia 2014, e nominato quale Autore di novità drammaturgica italiana al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2015) ricostruisce intrecciando vita privata e storia pubblica del nostro Paese. A portarlo in scena la regia affidata a César Brie che racconta i mesi cupi del terrorismo, dei molti misteri mai risolti, dalla morte di Aldo Moro fino alla grande strage nera della stazione di Bologna.
Durante le repliche dello spettacolo, il Teatro di Roma ospiterà nel foyer della Sala B di India la mostra di materiali d’epoca realizzati dagli studenti del liceo artistico Hajech nel 1979, in occasione del primo anniversario del duplice omicidio di Fausto e Iaio. La mostra venne realizzata infatti a pochi giorni dall’assassinio del loro compagno Fausto e del suo amico Iaio, un lavoro ideato, progettato e realizzato interamente dalla classe, un vero lavoro corale. Una preziosa testimonianza di quegli anni: la vita di quartiere, la periferia urbana, il problema della droga, la questione giovanile, il problema dell’informazione sono i temi posti in evidenza dagli studenti.
Così Paola Staccioli presentava la mostra in una recente riedizione: «…per un ragazzo di oggi, che ai tempi della loro morte non era ancora nato sono nomi che non suscitano emozioni. Coetanei vissuti qualche decennio prima e rimasti pietrificati a quell’età. Per chi ha partecipato con entusiasmo e passione a quell’ intenso momento storico è diverso. I loro volti che abbiamo visto stampati su volantini, manifesti, giornali, ci sono familiari. Erano al nostro fianco anche se non li abbiamo mai incontrati. Condividevamo idee sogni speranze gioia e rabbia. Quelle brevi esistenze assurte loro malgrado a simbolo, hanno fatto parte della nostra vita. Non erano figure eccezionali, ma solo giovani impegnati come migliaia di altri in una lotta condotta in nome di quegli stessi ideali che in precedenza avevano permesso di battere il nazifascismo… ».