La recensione di Vicini di casa, commedia con protagonisti Claudio Bisio, Vittoria Puccini, Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni: due coppie alle prese con una proposta indecente per ritrovare o rafforzare l’amore
Arriva nelle sale Vicini di casa di Paolo Costella, con un supercast composto da Claudio Bisio, Vittoria Puccini, Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni: cosa succederebbe se i nostri dirimpettai ci tentassero con una proposta indecente in grado di rafforzare o magari distruggere una volta per tutte la nostra storia d’amore?
Buon appetito
Giulio (Claudio Bisio) è un professore di musica al conservatorio sposato da anni con Federica (Vittoria Puccini), con la quale ha avuto anche una figlia, Michela, e il cui matrimonio scricchiola però da troppo tempo. Un giorno Federica decide di invitare a cena i vicini del piano di sopra, Laura (Valentina Lodovini) e Salvatore (Vinicio Marchioni). Laura è una psicologa mentre Salvatore è un vigile del fuoco, ma cosa ancora più importante sono una coppia scambista che da qualche tempo ha “puntato” Giulio e Federica, e che durante la cena ha intenzione di fare loro una proposta indecente. Questa bomba appena sganciata provocherà un bel po’ di scompiglio tra Giulio e Federica, che dovranno capire come salvare la loro relazione prima che sia troppo o tardi o prima che uno dei due ceda a quell’irresistibile tentazione.

Relazioni appese ad un filo
Tutto cominciò con una scopata. O meglio, con i rumori di una scopata. Sì, perché la scintilla che fa scattare in Federica l’idea della cena sono i rumori molesti che Laura e Salvatore emettono durante ogni singolo amplesso, ma questa è soltanto la facciata del disagio che Federica e di conseguenza anche Giulio) stanno provando nella loro relazione. Una relazione letteralmente appesa ad un filo che non è quello di un tanga che spunta provocante da un paio di pantaloni attillati, ma quello della noia, del sopportarsi a vicenda, del vivere il sesso e quindi l’amore come una pratica da sbrigare nel minor tempo e con la minor fatica possibili. A far loro da contralto invece ci sono Laura e Salvatore, vibranti, appassionati e passionali, in grado di andare ben al di là delle logiche stantie del puritanesimo e del perbenismo per scoprire e scoprirsi come singoli prima, e poi come coppia. L’unione tra queste due realtà così opposte e distanti avrebbe potuto rappresentare un innesco fortissimo dal punto di vista drammaturgico, però in Vicini di casa quest’esplosione viene sempre rimandata fino ad essere troppo mitigata nel finale.

In amore e in guerra
Il regista Paolo Costella, già vincitore di un David per la sceneggiatura di Perfetti sconosciuti e reduce dal racconto dell’amore dei supereroi di Genovese, decide questa volta di abbassare l’asticella delle ambizioni drammaturgiche e di costruire un’opera più legata ad una singola unità di luogo e di tempo (le riprese si sono svolte in uno stabile a Trastevere), un’opera che in qualche modo potesse ricalcare le atmosfere del fortunatissimo film di Genovese ma senza averne né i personaggi spigolosi e sgradevoli, né il cinismo e neanche il ritmo di scrittura. Non che sia un film tutto da buttare questo Vicini di casa, anche perché se la coppia Bisio-Puccini non sembra essere sempre padrona della scena e completamente a fuoco quella formata da Lodivini-Marchioni regala il giusto piglio di scorrettezza e impertinenza in grado, se non altro, di bilanciare alcuni cali evidenti. Certo, si sarebbe potuto e dovuto fare di più ,avere più coraggio e più decisione nello smascherare i falsi tabù e l’ipocrisia di un certo tipo di morale, ma se non altro qualche scontro dialogico funziona piuttosto bene e le scene cui questi due mondi così all’opposto si scontrano mostrano tante possibilità e potenzialità drammaturgiche, non tutte andate a buon fine.
Vicini di casa è quindi costruito come una sorta di war movie dell’amore, in cui i personaggi come già accadeva in Perfetti Sconosciuti o Carnage devono letteralmente spolparsi a vicenda affinché quel muro di perbenismo possa crollare; il problema delle guerre è che però devono sempre lasciare qualche vittima dietro di sé, e qui di vere vittime non ce ne sono purtroppo.

Una commedia al pepe ma non al peperoncino
Se il duo Puccini e Marchioni funziona a fasi alterne e solo quando, paradossalmente, riescono ad uscire dai registri della commedia pura è il personaggio della Lodovini a rappresentare il vero deus ex machina, a volte spietato e a volte misericordioso del film. Laura è infatti la forza dirompente che ammalia, che seduce, che ci spinge a riconsiderare l’importanza del sesso come anticamera dell’amore. A lei si contrappongono Bisio e il suo Giulio, i quali tengono il film sui binari di un certo realismo e che forse è il personaggio con l’arco di trasformazione, se non migliore, quantomeno più pronunciato del film. Vicini di casa è una pellicola che però sembra quasi vergognarsi e voler tirare indietro gli artigli nel momento in cui avrebbe dovuto sferrare la zampata decisiva, e che per questo risulta solo leggermente piccante lasciando così in bocca un po’ un retrogusto di occasione mancata. In un lavoro profondamente italiano nell’impostazione e nella messinscena, nella gestione dei tempi narrativi, del ritmo e anche dei tempi comici sarebbe stata allora necessaria davvero un’esplosione, la volontà di parlare di sesso (e di amore) senza quei fastidiosi filtri residui, con la naturalezza e l'”innocenza” con cui il personaggio di Laura si approccia a questi argomenti.
Perché se il tema del film è in qualche modo legato alla ricerca di un’indipendenza affettiva e sessuale, alla necessità di liberarsi da quelle catene mentali per godere appieno della propria sessualità e del proprio corpo, allora Vicini di casa avrebbe dovuto liberarsi da quelle catene con altrettanta forza e convinzione.
Vicini di casa. Regia di Paolo Costella con Claudio Bisio, Vittoria Puccini, Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni, in uscita nelle sale il 1 dicembre distribuito da Medusa Film.
Tre stelle