La recensione di Viaggio in Giappone di Élise Girard, presentato alle Giornate degli Autori a Venezia 80: una straordinaria Isabelle Huppert in un film-viaggio intimo e raffinato che connette la fine del lutto e l’inizio dell’amore
Elaborazione del lutto
Sidonie Perceval (Isabelle Huppert), un’affermata scrittrice francese, ha rinunciato a scrivere dopo la perdita del marito (August Diehl). Invitata in Giappone per promuovere la riedizione del suo primo libro, viene accolta dal suo editore locale (Kenzo Mizoguchi Ihara) che la porta a Kyoto, la città dei santuari e dei templi. Mentre viaggiano insieme in Giappone tra i ciliegi in fiore, lei si apre lentamente a lui. Ma il fantasma del marito la segue: Sidonie dovrà imparare a lasciare andare il passato per riuscire ad amare di nuovo
Le anime dei defunti accanto a noi
Viaggio in Giappone è la storia di una donna che deve elaborare il suo lutto per poter continuare a vivere. In questo doloroso percorso, intimo e commovente, quale miglior luogo se non appunto il Giappone, un Paese che culturalmente trasuda spiritualità da ogni suo angolo. Nella cultura locale le anime dei defunti restano accanto ai propri cari come presenza silenziosa, per consolarli e proteggerli. Non è un caso, quindi, che Élise Girard abbia scelto questa destinazione per la sua protagonista, che ha il volto della raffinatissima Isabelle Huppert.
Un viaggio interiore ed esteriore
L’attrice francese regala al pubblico una performance calda, che arriva dritta al cuore. Il personaggio che interpreta – per il quale non ha avuto rivali, visto che la Girard ha subito pensato di affidarlo a lei – è una donna autentica, ferita ma estremamente propensa all’ascolto. È grazie a questa sua capacità di lasciarsi coccolare da ogni sensazione esterna che riuscirà a non rimanere ferma nel suo lutto, facendosi coinvolgere 360 gradi da quello che sarà a tutti gli effetti un viaggio dentro e fuori di lei.
Il film ha il pregio di restituire tutto ciò con grazia ed eleganza, caratteristiche che traspaiono nei dialoghi, nei gesti che intercorrono tra i vari personaggi, nell’attenzione riservata ad ogni luogo, nel ritmo cadenzato che accoglie senza porre limiti.
Componente autobiografica
Presentato a Venezia 80 in occasione delle Giornate degli Autori, Viaggio in Giappone rappresenta il terzo lungometraggio di finzione della regista francese Élise Girard. La storia, da lei stessa scritta, ha una componente autobiografica e nasce dalle sensazioni suscitate in lei da un viaggio in Giappone venuto nel 2013: “Attraverso questo film-viaggio, volevo parlare del lutto, della rinascita, dell’amore che ritorna inaspettatamente. Viaggio in Giappone riprende la connessione tra passato e presente, tra la fine del lutto e l’inizio dell’amore. Mostra l’incontro di due personaggi che potrebbero incarnare la Francia e il Giappone”, ha dichiarato la cineasta.
Nasce così un film che sa essere romantico e profondo, accogliente e a suo modo spensierato, con molte anime una più bella dell’altra.
TITOLO | Viaggio in Giappone |
REGIA | Élise Girard |
ATTORI | Isabelle Huppert, Tsuyoshi Ihara, August Diehl |
USCITA | 11 gennaio 2024 |
DISTRIBUZIONE | Academy Two |
4 stelle