Dalla Mostra del Cinema di Venezia 2022 ecco la conferenza stampa con i vincitori: il Leone d’Oro Laura Poitras, Luca Guadagnino, Cate Blanchett, Alice Diop, Martin McDonagh, Taylor Russell, gli attori di Jafar Panahi
Dalla 79ª Mostra del Cinema di Venezia, ecco la conferenza stampa con tutti i premiati. Luca Guadagnino, Leone d’argento per la miglior regia, e Cate Blanchett, Coppa Volpi per migliore attrice, esprimono la loro gratitudine al Festival. Laura Poitras, Leone d’oro per il miglior film, solleva la questione legata all’assenza del regista premiato Panahi e invita tutti a combattere per la sua libertà. In conferenza erano presenti anche gli interpreti del film del regista che hanno ritirato il premio.
Luca Guadagnino, questo premio arriva finalmente a Venezia. Che cosa rappresenta anche per il futuro del suo cinema? È il terzo anno che il Leone d’oro va ad una donna, che cosa significa questo?
Luca Guadagnino: Questi due premi per Bones and All sono un incoraggiamento, un segno di passione da parte della giuria. Era una scommessa rischiosa questo film, sono felice.
Laura Poitras: È un onore ricevere questo premio come regista di documentari e come donna. Uno dei film che ha ricevuto un premio è quello del regista Panahi, che non è qui con noi ma dobbiamo combattere per la sua libertà.

Cate, tutti i premi li hai ricevuti tu a partire da questo di Venezia. Perché questo premio è speciale per te?
Cate Blanchett: Questo festival è caro per me per molti motivi. È importante per il cinema in tutto il mondo poiché è un centro e se guardate la giuria, avere il loro rispetto e ricevere un premio da un gruppo di persone così importante è un onore. Todd Field ha scritto un capolavoro eccezionale, è stata una collaborazione straordinaria. Credo di essere stata cambiata per sempre da questa esperienza e questo premio gli appartiene perché il personaggio proviene da lui.
Il suo discorso ha ricordato quello di Guillermo del Toro quando ha parlato di un “posto per i mostri”…ci ha pensato quando l’ha fatto e soprattutto dove vuole arrivare, in futuro, Luca Guadagnino con i suoi mostri?
Luca Guadagnino: Nel film c’è questa frase: «Non c’è posto per i mostri nel mondo dell’amore». Ho capito vedendo la reazione del pubblico che, in effetti, il nostro desiderio di portare lo spettatore all’altezza dello sguardo di chi non è esattamente conforme e che ha una diversità assoluta in qualche modo sta riuscendo.

Quanto sono importanti per te i premi? Ti hanno cambiato la vita? Credi che questo film avrà successo?
Cate Blanchett: Credo che i premi celebrino il cinema. Abbiamo mostrato così tanto in questi ultimi dieci giorni sulla potenza di questa arte poiché sul grande schermo le idee sono grandi, i sentimenti sono pericolosi. I festival come questo sono fondamentali. Sembrerò ingenua ma sono certa che nessuno sia arrivato qui per altri motivi, sono qui spinti solamente da una grande passione per il cinema.
Nan Goldin come ha ricevuto la notizia del premio?
Laura Poitras: Nan sta preparando una retrospettiva a Stoccolma ma le sarebbe piaciuto essere qui per il suo processo creativo. È stata informata da noi e non vedo l’ora di parlarle. Questo premio significa così tanto per lei e i suoi lavori sono esposti alla Biennale d’Arte come parte della mostra.

È la seconda volta che un documentario vince il Leone d’oro ed è una cosa straordinaria. Alice, tu vieni dal mondo dei documentari, come credi che questi contribuiscano al mondo del cinema?
Alice Diop: Sono una grande ammiratrice del lavoro di Laura e sono molto felice per il premio che ha ricevuto. Ho ricevuto il premio per un film di finzione ma ho vissuto questo set partendo proprio dalla mia esperienza di documentarista. Sicuramente continuerò a fare sia documentari che film di fantasia, non c’è differenza tra l’uno e l’altro.
Laura Poitras: È nella tua architettura, nella tua struttura di cineasta il fatto di aver fatto dei documentari e credo che questo abbia contribuito molto.

I film premiati si occupano di differenti questioni sociali, crede che il cinema come piattaforma abbia delle responsabilità nello stimolare la discussione sui temi della nostra quotidianità?
Martin McDonagh: Si, credo che sia una responsabilità per tutti discutere. Deve esserci spazio per tutto nel cinema che si tratti di documentari, realismo sociale e film di fantasia.
Cate Blanchett: Non so se responsabilità e arte siano due parole che possano andare insieme.

Voi siete i due interpreti del film di Panahi che come già detto non è qui e non può ritirare il premio. Quali sono i vostri stati d’animo al riguardo?
Reza Heydari: È molto triste che lui non sia qui con noi però ha ricevuto un premo così prestigioso che questo forse ricompensa la sua assenza. Oggi mi è arrivato dalla prigione un messaggio di Panahi che diceva: «Non metterti nei guai per me». Io sono qui che non so cosa dire e come comportarmi. Questo premio cela un messaggio ossia che un artista dentro o fuori una prigione riesce a produrre perché ama la sua arte.
Mina Kavani: Questa sedia vuota non posso non guardarla. Questo posto vuoto è un segnale fantastico che state mandando. L’unica cosa che posso dire è che ho delle emozioni fortissime, vorrei vederlo ricevere il premio e credo che adorerebbe essere qui al Festival. Posso dirvi che indipendentemente da ciò che è accaduto, Panahi riesce a fare i suoi film perché ama il cinema. Io e gli attori siamo tristi perché lui non è qui ma noi crediamo che stia resistendo in prigione e starà già pensando al suo prossimo film.

Taylor, quali sono le tue sensazioni in questo momento e quali sono i tuoi piani per il futuro?
Taylor Russell: Guardo Cate perché spero di leggere nei suoi occhi qualche consiglio. Ascoltando tutte le cose che sono state dette dai miei colleghi questa sera mi sono chiesta cosa io ci faccia qui. Tutto quello che è accaduto è un dono così come tutto quello che verrà. Non ho grandi aspettative è già straordinario essere qui al presente.
Martin, in questo film hai messo insieme due attori che hanno erano già presenti in In Bruges – La coscienza dell’assassino.
Martin McDonagh: Non pensavo ad una linea di continuità nei personaggi. Amo semplicemente la loro anima di attori e volevo lavorare di nuovo con loro. Sono due persone intelligenti e riflessive, lì rimetterei insieme per anni ed anni. Mi sembra plausibile che il pubblico abbia apprezzato.

Lei pensa che in questo periodo storico dove c’è un certo conformismo del pensiero, l’arte sia a rischio oppure rimane l’unico spazio di libertà?
Cate Blanchett: Credo che l’arte sia sempre in pericolo perché è una provocazione poco gentile e di solito molti artisti rimangono ai margini della società. Vengo da una cultura in cui l’arte non esiste neppure. Credo che nessuno di noi lavori solo per il successo, tutti sono alla ricerca di uno spazio in cui esprimersi.