Venezia 79: Oliver Stone, conferenza Nuclear: «Spesso confusione tra energia nucleare ed armi nucleari»

Venezia 79 - conferenza Nuclear - Oliver Stone
Venezia 79 - conferenza Nuclear - Oliver Stone

Dalla Mostra del Cinema di Venezia 2022 ecco la conferenza stampa del film Nuclear con il regista Oliver Stone, il co-sceneggiatore Joshua Goldstein e il produttore Fernando Sulichin

È stato presentato questa mattina, nella sezione Fuori Concorso della 79ª Mostra del Cinema di Venezia, Nuclear di Oliver Stone. In conferenza, assieme al regista di JFK, c’erano anche il co-sceneggiatore Joshua Goldstein e il produttore del film Fernando Sulichin. I presenti hanno parlato di quanto l’energia nucleare rappresenti una risorsa realmente importante per il progresso economico e climatico del mondo.

Una domanda sulla dedica a Vangelis alla fine del film. 

Oliver Stone: È appena scomparso e purtroppo non ha visto il film. Abbiamo lavorato insieme per due anni, era un uomo straordinario. Mi mancherà, amava la Grecia e la odiava allo stesso tempo quindi viveva a Parigi o in India. Lui non amava viaggiare preferiva stare nel suo appartamento con i suoi quadri, sua moglie e suo figlio.

Da quanto tempo sta seguendo il dibattito sul cambiamento climatico e le possibili soluzioni?

Oliver Stone: Ho visto il film di Al Gore nel 2006 e mi ha spaventato. Ho continuato a leggere notizie sempre peggiori come la siccità, i fiumi quasi del tutto prosciugati, tempeste sempre più violente… Questi sono degli avvertimenti per noi ma non siamo concentrati. Mi preoccupo di questo e voglio che il mondo si salvi e che i miei figli e i miei nipoti vivano ancora. Joshua ha scritto un libro, A Bright Future, che è molto tecnico ma pieno di speranza, ci dice che possiamo fare qualcosa eliminando una mentalità alimentata dalla paura. Spiega in che modo alcuni paesi abbiano risolto i problemi legati al cambiamento climatico. La Francia, ad esempio, li ha risolti da se come una parte del Canada.

Venezia 79 - conferenza Nuclear - Oliver Stone e Joshua Goldstein
Venezia 79 – conferenza Nuclear – Oliver Stone e Joshua Goldstein

Quando hai incontrato Oliver e cosa hai pensato quando ti è stato proposto di realizzare un documentario, di trasformare in immagini questa ricca quantità di informazioni che nessuno di noi aveva prima?

Joshua Goldstein: Ci siamo incontrati tre anni fa ed ero emozionato di poter trasformare questo libro in un film. Io sono professore quindi scrivo e penso con questa mentalità. Con l’aiuto di un ingegnere nucleare abbiamo controllato che quello che stessimo scrivendo fosse corretto. La gente ha paura del nucleare ma questo film può colpire il lato emotivo delle persone per permettere loro di superare questo timore. Sono felice che un cineasta mi abbia aiutato a fare questo.

Fernando Sulichin: Credo sia un film molto importante. Dobbiamo cercare di risolvere la situazione senza blocchi mentali catastrofici cercando soluzioni pratiche ambientalmente sostenibili. Dobbiamo pensare in modo pratico ed essere chiari in proposito.

Oliver Stone: Il Giappone ha cambiato di recente la sua politica, l’Inghilterra sta cominciando a costruire centrali così come la Francia e la Polonia. Adesso i reattori nucleari francesi hanno sessanta anni e funzionano bene anche se sono stati difficili da costruire. Nel film abbiamo parlato di cinquanta start-up che costruiscono piccoli reattori marginali.

Nel suo film c’è un grande errore ovvero la cooperazione ottimistica tra Usa e Russia che adesso sembra davvero difficile. Pensa che rimonterà questa parte del film? Che cosa pensa delle sanzioni europee al gas russo?

Oliver Stone: Non ci sono sanzioni per il nucleare. Io sono un ottimista e un idealista, guardo a lungo termine. Ho visto finire un grande scontro tra questi paesi, sto parlando della Guerra Fredda, per cui non credo sia opportuno parlare di odio tra queste potenze. La cosa migliore che si può avere è la cooperazione tuttavia la guerra è sbagliata.

Venezia 79 - conferenza Nuclear - Oliver Stone e Fernando Sulichin
Venezia 79 – conferenza Nuclear – Oliver Stone e Fernando Sulichin

Nel film si dice che la serie su Chernobyl sia una propaganda e basta. Ci può dire cosa c’è di sbagliato in questa serie? La sua opinione è cambiata su Putin?

Joshua Goldstein: Oliver ha parlato con chi era a Chernobyl. Direi che ci sono stati dei malintesi sulla dimensione dell’incidente. A Chernobyl non c’era una struttura di contenimento a differenza di Fukushima. Nella città russa le persone sono state esposte ad altissimi livelli di radiazioni e i morti sono stati cinquanta, poi ci sono state radiazioni basse che si sono espanse. Queste nuvole di radiazioni hanno causato un danno talmente limitato alle persone da non essere misurabile. Tuttavia c’è comunque l’idea che le vittime siano state milioni. L’incidente è stato terribile ma sono passati 35 anni. La mia obiezione è che l’Hbo abbia reso sensazionalistico questo evento molti anni dopo tralasciando altri incidenti molto più gravi.

Oliver Stone: Non ho parlato più a Putin dal 2017 ma vorrei tornare all’argomento di questa conferenza evitando i sentimenti sulla Russia.

Pensa che i leader politici del mondo possano avere una reazione positiva a questo film?

Oliver Stone: Non posso immaginare in cosa possa danneggiarli. Il film parla di fatti reali. La leadership politica a volte è stata codarda e gli elettori non sanno molto sul nucleare. C’è stata sempre una confusione tra energia nucleare ed armi nucleari e se questa guerra non fosse scoppiata avremmo potuto notare tutti gli aspetti positivi di questa energia che va trasformata in elettricità. Il mondo avrà bisogno di molta più energia elettrica rispetto a quanto ne abbiamo adesso. Il nucleare dà calore e questo può essere utilizzato in una maniera non tossica.

Joshua Goldstein: C’è un potenziale per trasformare l’economia in tutto il mondo con questa tecnologia e sostituire i combustibili fossili. Tra 30 anni dovremmo per forza rinunciare ai combustibili e il nucleare è l’unica soluzione possibile.

Lei ci ha abituato a delle analisi precise e dettagliate sui documenti…come ha avuto accesso alle informazioni sul nucleare francese, americano e russo?

Oliver Stone: È stato un film difficile, mi ci sono voluti due anni in cui Joshua continuava a farmi notare quali argomenti affrontare e quali no. Ci sono ancora degli errori nel film che correggeremo. Hanno fatto un “ottimo” lavoro gli anti-nuclearisti poiché hanno scovato degli sbagli e li hanno utilizzati per smontare la nostra tesi. Lo fanno contro il proprio interesse. Nel film vedete uno scienziato co-fondatore di Green Peace che afferma di essersi sbagliato su questo tema. La società elettrica francese ci ha permesso di andare prima a Lione e poi siamo andati a Chinon dove si trova il reattore nucleare più avanzato in Francia. Questo paese lavora al nucleare dagli anni ’80 ma nessuno li loda, la produzione di energia non si basa più sui combustibili fossili, al contrario della Germania. Capirete, anche grazie al film, che quelli che guadagnano dai combustibili fossili sono potenti e cercano di mantenere il loro controllo sul mercato dell’energia. Spero che questo film cambi il parere di molti politici e la California in questo senso è un grande esempio poiché nelle ultime settimane ha prolungato la sua attività nucleare, fino al 2030.

Joshua Goldstein: Gli ambientalisti dovrebbero essere dalla nostra parte perché noi ci occupiamo di cambiamento climatico ma l’anti-nucleare è stata una posizione che hanno avuto per molto tempo e fanno fatica a cambiare opinione. Le società petrolifere sono nemiche dell’energia nucleare e la gente si confonde pensando che le bombe sfruttino lo stesso materiale. Speriamo che questo film possa servire a superare queste convinzioni e paure. Non si può fare una bomba con un reattore nucleare usato per la produzione di energia ma la gente ignora questo.

Venezia 79 - conferenza Nuclear - Oliver Stone e Joshua Goldstein
Venezia 79 – conferenza Nuclear – Oliver Stone e Joshua Goldstein

Il montaggio ricorda l’inizio di JFK – Un caso ancora aperto …è cambiato qualcosa nel suo modo di montare i film?

Oliver Stone: Il montaggio dipende dall’argomento. Se si fraziona lo stile del film, emerge uno sguardo sulla realtà. In JFK c’era tutto quello che si pensava nel 1991. Poi abbiamo fatto Assassini nati con lo stesso approccio perché anche quella era una realtà frammentata. Ogni maledetta domenica ha un approccio ancora diverso ma per altri film abbiamo scelto un ritmo rallentato. Questo progetto necessita una estrema chiarezza quindi mi interessa una semplificazione ma potrei sempre tornare ad uno stile più pazzo.

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