Venezia 76: Conferenza stampa Marriage Story con Scarlett Johansson e Adam Driver

Conferenza stampa Marriage Story

Conferenza stampa del film Marriage Story, in concorso alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia. Erano presenti il regista Noah Baumbach e gli attori Scarlett Johansson, Adam Driver e Laura Dern.

Ecco la conferenza stampa integrale con il regista di Marriage Story, film presentato alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia. Il regista Noah Baumbach ci ha raccontato il processo di ideazioni della storia e di scrittura, gli attori Scarlett Johansson, Adam Driver e Laura Dern hanno parlato dei loro personaggi e dell’interpretazioni di questi ruoli così complessi.

Domanda: volevo sapere Scarlett qualcosa riguardo l’esperienza di interpretare un’attrice, essendo tu stessa un’attrice, sia a te che ad Adam che in alcune scene eravate furiosi, in altre molto teneri tra di voi… Ecco se potete raccontarci qualcosa di questa esperienza.

Scarlett Johansson: credo che la famiglia da cui proviene Nicole con tutte le proprie dinamiche interne, che è molto distante dal tipo di famiglia da cui io provengo, anche se mia madre è stata sempre presente e mi ha supportato nella mia carriera sin da quando ero piccola, quindi ci sono delle similitudini. Ma credo che la sua famiglia abbia particolarmente influito su chi è lei oggi, su perché sia diventata un’attrice, non era difficile immaginarlo, o immaginare anche come questa abbia avuto delle ripercussioni sulla sua relazione. Ovviamente ci sono alcune parti della sua carriera simili alle mie, ma è anche questo l’interpretazione di un ruolo. Adam che ne pensi?

Conferenza stampa Marriage Story - Scarlett Johansson
Scarlett Johansson

Adam Driver: abbiamo fatto un lungo lavoro di preparazione per questi ruoli, abbiamo girato molte scene in un unico appartamento a due piani e la maggior parte delle sequenze era di me che dirigevo una troupe, essendo un regista di teatro. Scarlett è una di queste attrici e c’è una certa teatralità in tutto il divorzio, come il fatto di mediare, dare delle direttive, giudicare a volte, sono tutte caratteristiche tipiche di un regista, caratteristiche che Charlie mantiene anche nella sua vita privata, quindi per me è stata questa l’esperienza, a volte sembrava davvero di essere in un teatro. La sceneggiatura di Noah non era troppo dettagliata, molte cose cambiavano ogni giorno sul set, le nostre intenzioni cambiavano sul set, come succede spesso in teatro appunto. Anche se sono due mondi molto diversi, c’era una troupe di teatro dentro e fuori il set in un certo senso.

Domanda: Noah come hai scelto di raccontare questo tipo di storia, in cui si vede una sorta di attaccamento al matrimonio, ma si parla di divorzio, e cioè di un matrimonio distrutto, ed è proprio questo contrasto che funziona nel film.

Noah Baumbach: beh una cosa che ho scoperto scrivendo è che tutto ciò che uno poi scrive e tira fuori è qualcosa che è sempre stato dentro di sé, è come ritrovare la chiave di un cassetto che si era chiuso. Ho pensato che attraverso il divorzio si può esplorare e parlare anche di matrimonio. Dalla mia prospettiva era come una coreografia, a volte abbiamo continuato a girare, perché non sapevo esattamente dove tagliare e cosa avrebbe rappresentato quella scena, se due coniugi che stanno divorziano o semplicemente due coniugi in crisi. Ma con questi due fantastici attori il film è diventato completo sul set, è stato emozionante e anche un privilegio per me lavorare con loro che riuscivano ad essere irrazionali e controllati al tempo stesso. Mi ricordo che in fase di montaggio abbiamo guardato più volte ogni singola scena: non ce n’è neanche una montata… per caso diciamo, è tutto un continuo tornare indietro e andare avanti.

Conferenza stampa Marriage Story - Noah Baumbach
Noah Baumbach

Domanda: Noah puoi dirci qualcosa sulla scelta delle musiche?

Noah Baumabach: beh il composite Randy Newman è uno dei più grandi compositori con cui ho lavorato. Ho sempre voluto una colonna sonora romantica, qualcosa di classico, ma anche moderno al tempo stesso. Ho dato a Randy la sceneggiatura e lui il giorno dopo mi ha fatto sentire questa musica al piano, suonata da lui, e mi ha commosso, mi ha spezzato il cuore, è quella musica che ritorna spesso nel film. Ogni volta che la sento piango di nuovo. Lui è riuscito a comprendere esattamente cosa per me significasse la musica.

Domanda: Laura, cosa pensi del tuo personaggio e del suo modo di approcciarsi a Nicole.

Laura Dern: diciamo che Laura cerca di instaurare con Nicole non solo un rapporto lavorativo, cioè di avvocato e cliente, ma anche di fiducia, di confidenza. Inizia ad instaurarlo ed esplicita subito ciò che pensa quando hanno quel dialogo sul fatto che le donne debbano essere perfette come madri, mentre gli uomini possono permettersi degli errori. Quel dialogo era estremamente adatto al mio personaggio. In qualche modo c’è questa donna che è un po’ una manipolatrice, vuole essere una vincitrice, ma quello che dice è comunque vero, e questo la rende molto complessa, e allo stesso tempo meravigliosa… e se pensiamo invece ad Hollywood, allo status quo. Dal punto di vista sociale e culturale, per tutti noi, uomini e donne, è come se avessimo dei ruoli prestabiliti. La maggior parte di noi è cresciuto pensando o sognando di fare un lavoro magari piuttosto che un altro, considerando che ancora ci sono delle professioni da uomo e da donna, e che se vogliamo fare una professione prettamente maschile sembra che dobbiamo comportarci come degli uomini per emergere. Ecco credo che nel film ci sia una riflessione anche collettiva per creare una sorta di spostamento da questo paradigma.

Conferenza stampa - Laura Dern
Laura Dern

Domanda: Noah, quando ti è venuto in mente di raccontare questa storia introducendo questi due personaggi. Cioè se ci racconti un po’ non solo la storia, ma proprio il modo di gestirla. Poi per gli attori, voi avete incontrato Noah prima che scrivesse la sceneggiatura, e di che cosa avete parlato riguardo al progetto?

Noah Baumbach: Ecco all’inizio quei dialoghi io li avevo scritti solamente per me, il film inizia quando i personaggi sono già separati, forse non capiscono che sono ancora più separati… in qualche modo l’ho scritto per inserire me stesso nello spazio che loro hanno lasciato libero, quindi per capire com’è la giornata, come si svolge la loro quotidianità, esplorare quella che è la vita di ogni giorno, le azioni quotidiane, la normalità che in un certo senso diventa eccezionale. Nel farlo ho trovato una certa musicalità. Dopo di che ho assunto nel film un altro ruolo; anche se il matrimonio si sta sgretolando c’è quell’amore che è esistito, che è sempre lì, presente, e credo che questo sia stato il modo migliore per creare le fondamenta su cui basare il film.

Domanda: invece per quanto riguarda gli attori, le conversazioni fatte con Noah prima di iniziare a girare?

Scarlett Johansson: io in un certo senso ho trovato interessante questo ruolo a livello… personale perché c’è molto di noi. In quel momento, quando mi sono incontrata con Noah, effettivamente stavo attraversando un divorzio, non sapevo quale sarebbe stato l’argomento dell’incontro. Noah non sapeva che io stavo divorziando. Io non sapevo cosa stesse facendo lui sul lavoro, non lo vedevo da tempo, anche quando ci siamo incontrati ci siamo sentiti e capiti subito, sembrava che non fosse realmente successo niente. Sono entrata nella stanza, ho fatto alcune domande, ho cominciato ad ambientarmi e lui era pronto ad ascoltare, appunto sembrava che non fosse assolutamente successo nulla. Effettivamente lui mi ha detto: mah in effetti è un po’ strano, non so se vuoi farne parte, comunque l’argomento del film sarà quello. È sembrato un po’ un segno del destino. È stata un’esperienza incredibile poter condividere questo con lui, è arrivato al momento giusto in un certo senso.

Conferenza stampa Marriage Story - Scarlett Joahnsson 2
Scarlett Joahnsson

Adam Driver: sì… non sempre si ha la possibilità di fare dei film in questo modo, abbiamo parlato per tanto tempo di questo argomento, del divorzio, avevamo la sensazione di essere piuttosto preparati perché ne abbiamo parlato veramente tanto, conversazioni fino tarda notte, anche al ristorante… e questo ci ha reso possibile l’addentrarci in modo molto profondo ed è un po’ così lavorare con Noah, sembra una conversazione che comincia con un’idea, ma quest’idea va avanti. Ancora adesso ne parliamo! E ci vengono in mente dei temi addirittura a cui non avevamo pensato, sembra una conversazione che non finisce mai, e anche sul set è così. C’è questa sorta di mago dietro alla macchina da presa che è un po’ distante, ma che in realtà è sempre con noi.

Noah Baumbach: io avevo bisogno di loro, forse  ancora non lo sapevo, anche con Laura effettivamente… ad ognuno di loro ho presentato le mie idee ed è diventata una conversazione. Quando stavo scrivendo sapere che questi attori avrebbero interpretato questi ruoli mi ha spinto a prendere una strada, nel senso non avrei scritto un monologo di sette pagine da filmare in un un’unica sequenza se non avessi in mente ad esempio già Scarlett o Laura; scrivo per il personaggio, per l’attore, e tanti… non so, Laura effettivamente, mi ha chiesto di aggiungere una battuta, e abbiamo aggiunto questa parte al suo personaggio. Adam e io abbiamo avuto questa stessa conversazione per tanto tempo, ed è diventato un grande amico per me. Penso che, non so, non si mette a nessuno un il ruolo, non si tratta di un uomo invisibile… ma di una persona che tu concepisci come personaggio, ma che è un essere umano, per esempio Adam l’ho visto bravissimo con bambini, e questo ha molto influito sul suo personaggio.

Conferenza stama Marriage Story - Adam Driver
Adam Driver

Domanda: il film è un mondo, anzi più mondi messi insieme, più persone, più emozioni… che tipo di lavoro ha fatto per rappresentare così tanto in un film sul divorzio?

Noah Baumbach: mah si tratta di fare film, io con i film ci sono cresciuto. In particolare volevo tanti primi piani, perché molto del mio film sta nei volti dei personaggi, c’è un pezzo a metà, in cui gli avvocati parlano per i personaggi, rubano un po’ le voci dei personaggi, e anche per questo sapevo che i volti erano molto importanti…  anche l’ambientazione è centrale. Io alla fine sono cresciuto amando E.T. e mi ricordo quanto ho pianto, mi sono nascosto il viso tra le mani, in lacrime, quindi queste cose sono nel mio sangue, fanno parte di me, in qualche modo il tuo film sta ovunque, nelle tue tasche, in modo cosciente e incosciente.

Domanda: è un film sul divorzio, ma in qualche modo il personaggio dell’avvocato… ecco Laura il tuo personaggio è una donna che vorresti odiare, però non si riesce ad odiarla e tu sei stata brillante, puoi parlare un po’ dell’interpretazione di questo ruolo?

Laura Dern: mah… di nuovo, credo che sia stato grazie a Noah che ci ha guidato nell’avere un personaggio che personificava la questione divorzio, in modo diverso da qualsiasi altra cosa che abbiamo visto. Il lavoro di questo è dire: io sono il tuo migliore amico, dimmi tutto, confidati e poi io dirò a te quello che secondo me vuoi, quindi è particolare perché l’altra persona non sa effettivamente quando succede, non si rende conto di esser stata manipolata, se ne rende conto molti anni dopo. La cosa incredibile del lavorare con Scarlett è stata che abbiamo avuto una grande comprensione di questa storia e di queste due donne, di una in particolare che vuole per forza vincere sull’altro.

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