La nostra recensione di Uno Rosso, commedia spy-action natalizia diretta dallo specialista Jake Kasdan con Dwayne Johnson e Chris Evans: un divertissement onesto nelle intenzioni e nel risultato, talmente folle e sgangherato da funzionare proprio per questo
Se Uno Rosso fosse stato realizzato vent’anni fa forse ora avremmo un classico natalizio tra le mani, ma la tempistica errata non è comunque sufficiente a sminuire i meriti di un divertissement onesto e, per certi versi, anche piuttosto inventivo. In fondo Jake Kasdan è già uno specialista del genere (i due nuovi Jumanji), e se all’equazione aggiungi pure Dwayne Johnson e Chris Evans con Lucy Liu e J.K. Simmons a supporto il film dovrebbe farsi praticamente da solo. Certo, la struttura narrativa e il suo sviluppo rimangono enormemente prevedibili e il ritmo non sempre tiene il passo, ma le invenzioni della pellicola stanno tutte ne l modo in cui cerca di rovesciare un certo immaginario, spesso riuscendoci.
Chi ha rapito Babbo Natale?
Per la prima volta nella storia, accade l’impensabile: il leggendario avamposto di Uno Rosso/Babbo Natale (J.K. Simmons) al Polo Nord è stato violato, e lui stesso è stato rapito. Callum Drift (Dwayne Johnson), comandante dell’E.L.F. – acronimo di Enforcement, Logistics and Fortification – e sua guardia del corpo, entra in azione insieme a Jack O’Malley (Chris Evans), il miglior inseguitore del mondo nonché responsabile di aver rivelato inconsapevolmente la posizione segreta di Babbo Natale.
Mentre questo improbabile duo attraversa il globo per riportarlo a casa in tempo per la sua leggendaria missione annuale, dovranno affrontare i pericoli più insidiosi del Natale, dai cattivi Krampus (Kristofer Hivju) e Grýla (Kiernan Shipka) a un trio di sinistri pupazzi di neve.
Buoni e cattivi
Se a Natale si è tutti più buoni, o almeno si dovrebbe esserlo, esistono invece molti miti specialmente nordici legati a figure o a creature sinistre, persino maligne, che nella festa più conosciuta al mondo dispiegano la loro malvagità. Non fanno eccezione gli antagonisti di Uno Rosso, specialmente la strega del folklore islandese Gryla, il cui scopo nefasto non sveleremo ma che è importante nel capire come questa action comedy si muova sul binario tematico della dualità buoni-cattivi. In fondo, se quasi tutti i personaggi della pellicola sono fin troppo macchiettistici e manichei nella rappresentazione, è proprio perché questa dicotomia tipica natalizia qui diventa parte fondante del racconto e del suo sviluppo.
E se il tema è legato al riconoscimento delle proprie colpe e dei propri errori il protagonista interpretato da Chris Evans è un uomo miserabile e abietto all’inizio, un inseguitore (e anche un po’ truffatore) che non è esattamente il padre dell’anno ma che ha (ovviamente) un cuore d’oro nascosto da qualche parte. Chi meglio di lui, perciò, per salvare Babbo Natale, e quindi il Natale e quindi i desideri e i sogni di tutti i bambini? Uno Rosso procede quindi per un binario ormai ripetuto ad infinitum, però ha l’accortezza di prendere tutti (o quasi) i riferimenti dell’immaginario natalizio per provare a dare loro una spolverata riproponendoli in una chiave un po’ diversa dal solito.
L’operazione tutto sommato funziona bene, al netto di qualche indecisione nella parte centrale, perché lo specialista Jake Kasdan punta sull’esagerazione, sull’accumulo e anche sulla comicità di grana grossa senza risparmiarsi vagonate di green screen e qualche riferimento meta-cinematografico. Contribuisce al risultato anche la chimica tra Chris Evans e Dwayne Johnson, ormai abbonati agli high concept multimilionari, come il Babbo Natale di J.K. Simmons, per una volta alle prese con un ruolo che abbandona completamente il cinismo per abbracciare una terapeutica “zuccherosità”.
Il tocco spy (ma anche un po’ thriller e horror)
In più, a rendere un po’ più speziato il calderone di magia, avventura e buoni sentimenti, c’è anche l’intuizione di spolverare il tutto con dei tocchi di cinema di genere – lo spy movie in primis, ma anche un paio di sequenze che guardano al thriller e persino all’horror come quella del cimitero o l’arrivo al castello di Krampus – senza ovviamente esagerare per non turbare troppo il pubblico di bambini o preadolescenti a cui la pellicola è in larga parte destinata. Si avverte comunque una lieve increspatura di politicamente scorretto in un paio di battute e momenti, mentre la struttura da buddy movie gioca sulle differenze di caratterizzazione tra i due protagonisti e sui conflitti che ne derivano.
Ciò che semmai si potrebbe imputare a Uno Rosso è una mancanza di coraggio che non gli permette di scavare fino in fondo nella sua stessa mitologia, come se si accontentasse di utilizzarla come pretesto diegetico e non come componente viva e pulsante della propria narrazione. Se avesse osato qualcosa in più, magari anche in termini di gestione dei vari toni, assecondando un po’ di più la propria componente thriller/horror e regalando una soluzione finale meno scontata avremmo avuto tra le mani un potenziale classico moderno, invece di un sicuro classico un po’ attempato. Ad ogni modo, se si cercano divertimento e buoni sentimenti, ce ne sono d’avanzo.
TITOLO | Uno Rosso |
REGIA | Jake Kasdan |
ATTORI | Dwayne Johnson, Chris Evans, Lucy Liu, J.K. Simmons, Hiernan Shipka, Kristofer Hivju, Bonnie Hunt, Marc Evan Jackson, Mary Elizabeth Ellis |
USCITA | 7 novembre 2024 |
DISTRIBUZIONE | Warner Bros. Italia |
Tre stelle