La nostra recensione di Un cielo stellato sopra il Ghetto di Roma, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020 dal regista Giulio Base: una graziosa storia per ragazzi che intreccia passato e presente per parlare di Shoah con tatto e delicatezza
Quella vecchia foto in un baule dimenticato
La normale vita da adolescenti di Sofia (Bianca Panconi) e della sua migliore amica Valentina (Emma Matilda Lió) viene sconvolta dal ritrovamento di una lettera e di una misteriosa fotografia risalente agli anni ’40. Le due ragazze vogliono scoprire a chi appartiene quella toccante testimonianza e si mettono alla ricerca della verità. È così che conoscono alcuni ragazzi ebrei decisi ad aiutarle nell’impresa. Cercando di svelare il mistero che si cela dietro quella foto, Sofia – con l’appoggio dell’affettuosa nonna (Aurora Cancian) – e i suoi nuovi amici affronteranno un avventuroso viaggio attraverso la memoria di un passato difficile da dimenticare come quello del rastrellamento del quartiere ebraico di Roma. Insieme, sostenuti dall’amicizia e dai dolorosi ricordi di un’anziana suora (Lucia Zotti), scoveranno una nuova speranza dopo tanto orrore.
Tre vite che si intrecciano
Un cielo stellato sopra il Ghetto di Roma si affida ad un giovanissimo gruppo di ragazzi per raccontare una storia che, facendo avanti e indietro nella linea del tempo, racconta con la giusta dose di leggerezza tre storie diverse destinate ad intrecciarsi: quella di Sofia, un’adolescente di buona famiglia innamorata di suo padre (Giulio Base) e perennemente in conflitto con sua madre (interpretata da Alessandra Celi); quella di suor Lucia, che in gioventù ha perso l’uomo che amava a causa delle persecuzioni subite dagli ebrei; quella della piccola Sara, ritratta nella foto che dà vita alla storia e salvata tanti anni prima da un destino segnato. I tre filoni si intrecciano senza mai andare in conflitto, regalando al pubblico un film godibile che ha le idee chiare.

“Della Shoah non si parlerà mai abbastanza”
Giulio Base sceglie di affrontare il tema della Shoah ricorrendo ad un stile molto vicino ai film per ragazzi. I protagonisti frequentano il liceo, vogliono dire la loro, hanno degli hobbies, amano uscire e si innamorano. Insomma, sono ragazzi come tanti altri, accumunati però da un desiderio di verità nei confronti della Shoah. “Il nostro film –ha dichiarato l’attore e regista – vuole restituire la drammaticità di una singola storia, intrecciando e accompagnando lo spettatore in un viaggio introspettivo nella coscienza di un gruppo di adolescenti, qualcuno ebreo, qualcun altro no: bisogna continuare ad approfondire, a studiare, soprattutto a frequentarsi fra le diverse religioni, perché anche l’indifferenza può diventare peggio dell’odio. Della Shoah non si parlerà mai abbastanza”.
Un film per tutta la famiglia
L’alternanza di immagini in bianco e nero e immagini a colori sottolinea i salti temporali e conferisce realismo a scene particolarmente drammatiche. La recitazione dei ragazzi risulta per lo più acerba, ma resta sufficientemente credibile. Il finale, che ovviamente non verrà svelato, chiude il cerchio in maniera esaustiva mantenendo il tono serio ma spensierato dell’intera pellicola. L’insieme di tutti questi validi ingredienti dà vita ad un film ben riuscito, pieno di buone idee seppur nella sua semplicità, per una visione spensierata che ben si adatta a tutta la famiglia.
Un cielo stellato sopra il Ghetto di Roma, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020, è una produzione Altre Storie e Clipper Media con Rai Cinema. È disponibile in esclusiva dal 27 gennaio (Giornata della Memoria) su Rai Play per poi andare in onda su Rai 1 il 6 febbraio 2021. Nel cast Bianca Panconi, Daniele Rampello, Irene Vetere, Marco Todisco, Francesco Rodrigo, Emma Matilda Lió, Aurora Cancian, Alessandra Celi, Giulio Base, Lucia Zotti e l’amichevole partecipazione di Domenico Fortunato.