Disponibile in anteprima una clip del film Tully, il riuscito terzo atto di una trilogia con la quale Jason Reitman e Diablo Cody raccontano l’essere donna in opposizione ai principali stereotipi di genere.
Tully: In sala giovedì il film di Jason Reitman da una sceneggiatura di Diablo Cody (‘Juno’) con Charlize Theron che per questo ruolo è ingrassata 22 chili. Una storia che racconta com’è cambiato il rapporto tra le madri e le donne che si occupano dei loro figli. Scritto da Diablo Cody e diretto da Jason Reitman (la magnifica coppia di Juno e Young adult), il film è un aggiornamento all’oggi non tanto della visione delle tate sul grande schermo ma di quella delle mamme, in perenne affanno tra casa, lavoro, figli, cura di se stesse. E vedendo Marlo, la bellissima Charlize che per questo film è ingrassata di 22 chili, dibattersi tra i suoi sensi di colpa e le sue preoccupazioni, viene un po’ da invidiare mamma Banks che quando Mary Poppins reclamava il suo giorno libero affidava senza troppa preoccupazione i figli allo spazzacamino Bert pur di tornare alla sua manifestazione. Tully in fondo non è poi tanto diversa da Mary Poppins, non vola attaccata a un ombrello, non ha una borsa magica da cui estrae lampadari e specchi, ma compare quasi magicamente alle 22.30, bussa alla porta di casa e dice a una mamma stravolta: “Sono qui per occuparmi di te”. È mamma Marlo a essere profondamente, storicamente e socialmente diversa dalla signora Banks. Che quando la ventiseienne Tully, energia da vendere, fisico strepitoso, una giostra di relazioni le dice «Sei una mamma fantastica» le risponde: «Le mamme fantastiche organizzano feste con la classe, serate di giochi e cucinano cupcake a forma di Minion, tutte cose che io sono troppo stanca per fare».
L’idea del film è venuta alla sceneggiatrice americana quando nel 2015 ha avuto il terzo bambino, ha messo da parte le sue remore e ha assunto una tata notturna. «Crescendo nell’Illinois non avevo mai sentito parlare di tate notturne – racconta Cody – Ho pensato che fosse un’idea completamente strana, ma altrettanto geniale. Ho resistito caparbiamente all’idea di un aiutante notturno con il mio primo figlio e anche col secondo. Con l’arrivo del terzo, ho messo da parte il mio orgoglio: la tata notturna mi ha aiutato nella cura del bambino, per poter essere riposata al mattino per gli altri miei figli. Ed è stato rivelatorio. Perché anche con un aiuto, sei stanca. È pazzesco quanto mi fossi affezionata a quella tata notturna, perché la reputavo la mia salvatrice».