La nostra recensione di Tromperie – Inganno, nevrotico dramma bulimico di parole di Arnaud Desplechin che adatta Philip Roth, con Denis Podalydès scrittore narciso e inquieto e Léa Seydoux conturbante
Nevrotico, bulimico di parole, capace di trovare un poetico equilibrio tra un’ispirazione metafisica e una carnale adesione alla realtà iridescente che sgorga dalla voce di donne meravigliose. Tromperie – Inganno è un manifesto di poetica, un’architettura compositiva tanto nervosa quanto liricamente ammaliante che segna l’incontro del regista francese Arnaud Desplechin con le contraddizioni conturbanti dello scrittore americano Philip Roth, autore del romanzo omonimo da cui il film è tratto. Presentato al Festival di Cannes 2021 e passato per il Rendez Vous, Festival del Nuovo Cinema Francese al Nuovo Sacher di Moretti, Tromperie è un crogiolo di apparizioni fantasmatiche, sprazzi di un’esistenza in crisi da assaporare in tutti i loro agrodolci sapori.

Donne di carta
Londra, 1987. Philip (Denis Podalydès) è uno scrittore americano che vive nella capitale inglese con sua moglie (Anouk Grinberg). L’insoddisfazione di un matrimonio al tramonto spinge il romanziere a passare intere giornate nel suo studio in dialogo con una colta, arguta e bellissima ragazza di trentacinque anni (Léa Seydoux) in piena crisi coniugale. Ben presto i loro scambi di pensieri si trasformano in una storia d’amore sfuggente e sensuale allo stesso tempo. Intenzionato a scrivere un nuovo romanzo, Philip coglie dai confronti con la sua amante e dalle conversazioni con le donne più importanti della sua vita, tra cui una studentessa bipolare, un’amica in fin di vita e una rifugiata ceca, frammenti di storie che annota sul suo taccuino.

Desideri ed ossessioni
Ascoltatore formidabile, affabulatore ammaliante, maestro della dissimulazione, Philip è un uomo di mezz’età che tenta in ogni modo di stringersi alle sue donne per sfuggire ad un paura che lo assilla. La malattia, l’età che avanza, la morte. Le sue acrobatiche evoluzioni intellettuali e sentimentali, mascherate da strumento per alimentare la sua fantasia di scrittore, si rivelano nel corso della pellicola espedienti per esorcizzare i suoi demoni. Ecco che con il susseguirsi degli incontri ed episodi da cui è scandita la pellicola, reali o onirici, mediati dalla cornetta di un telefono o consumati in impeti di carnalità, si rivelano tasselli di un mosaico destinato a mettere a nudo le fragilità di un intellettuale smanioso. Lo stesso desiderio sessuale diventa la manifestazione ultima di questa necessità di aggrapparsi alla vita, l’ossessione ultima di un narciso impotente.

Il fascino della parola
Ad amplificare le ambiguità del protagonista è l’eccellente interpretazione di Denis Podalydès che riesce a coglierne tutte le idiosincrasie. Altrettanto ammalianti sono le performance delle sue comprimarie a partire dalla meravigliosa Léa Seydoux che dona all’amante inglese (che non ha un nome) un conturbante fascino nevrotico e Anouk Grinberg che interpreta la moglie del protagonista giocando sulla sottrazione. L’apporto attoriale è fondamentale in una pellicola da camera che fa degli scambi tra i suoi personaggi il cuore di tutta la sua architettura. Tromperie – Inganno, infatti, è un film inondato di parole, di voci che si accavallano, di appunti rivelatori. La parola colta nella sua potenza alchemica diventa il portale per un incontro emozionale, sentimentale e intellettuale che non prelude soltanto ad una poetica convergenza carnale, ma la compenetra in un avvinghiarsi di corpi e discorsi avvolti da movimenti di macchina di una fluidità irradiata di seducente inquietudine.
Ecco che il grande inganno di Desplechin si materializza in un film che gioca con le tecniche del cinema, danza isterico attraverso montaggio, si dimena spiritato tra dissolvenze e zoom improvvisi. La trepidazione della letteratura di Roth trova attraverso lo sguardo penetrante di Desplechin la sua ideale e nevrastenica forma cinematografica.
Tromperie – Inganno. Regia di Arnaud Desplechin. Con Denis Podalydès, Léa Seydoux, Emmanuelle Devos, Anouk Grinberg, Madalina Constantin, Miglen Mirtchev, Rebecca Marder, Saadia Bentaieb, André Oumansky, Gennadiy Fomin, Frédérique Giffard, Ian Turiak, Matej Hofmann e Valerie Thepsouvanh. Al cinema dal 21 aprile, distribuito da No.Mad Entertainment.
3 stelle e mezza