Tornando a Est, recensione: Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini protagonisti di un sequel più ambizioso, tra commedia e spy thriller

Tornando a Est - Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini
Tornando a Est - Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini

La nostra recensione di Tornando a Est, sequel di Est – Dittatura Last Minute ancora diretto da Antonio Pisu con il ritorno del trio Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini: tra echi di spy thriller e commedia pura un capitolo secondo più ambizioso e maturo

Dopo la Romania ora è la volta della Bulgaria, anche se Tornando a Est si apre nel 1991 con il muro di Berlino già caduto e la dissoluzione dell’URSS ormai imminente. A quattro anni da Est – Dittatura Last Minute ritroviamo ancora una volta Antonio Pisu in sceneggiatura e dietro la macchina da presa, mentre Pago, Rice e Bibi (Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini) sono cresciuti di due anni e ancora non sanno esattamente cosa fare delle proprie vite, mentre sono costretti ad imbarcarsi in una seconda avventura ancora più rischiosa della prima. Rispetto al capitolo precedente questa pellicola marca con più vigore il territorio dello spy movie, mostrando maggiore maturità e ambizione nonostante qualche esitazione.

Tornando a Est - Alexandra Vale
Tornando a Est – Alexandra Vale

Missione Sofia

1991. Due anni dopo la loro avventura in Romania, i giovani Pago (Matteo Gatta), Rice (Lodo Guenzi) e Bibi (Jacopo Costantini) sono tornati alle loro tranquille e monotone vite. Quando Bibi si decide a incontrare Yuliya (Alexandra Vale), una ragazza bulgara con cui ha una corrispondenza da mesi, il gruppo di amici intraprende un nuovo viaggio, stavolta con destinazione Sofia. Yuliya però nasconde un segreto che getta i tre italiani al centro di un intrigo internazionale, finendo nel mirino della criminalità balcanica e dei servizi segreti italiani.

Tornando a Est - Cesare Bocci
Tornando a Est – Cesare Bocci

Una pellicola che si apre al mondo

Forse non è un caso che Tornando a Est abbia come arena la Bulgaria del 1991, cioè un paese sull’orlo di un cambiamento epocale che ancora non riesce a liberarsi dal retaggio sovietico, perché in fondo i protagonisti di questo sequel sono anch’essi alle prese con un cambiamento che non riescono a vedere, a metabolizzare e quindi ad accettare. Li ritroviamo due anni dopo l’avventura rumena alle prese con qualche (apparente) certezza in più, ma anche paradossalmente con la pressione di dover smettere di cazzeggiare, di crescere e di trovare ognuno la propria strada. Se poi ci mettiamo un intrigo internazionale che coinvolge anche i servizi segreti nostrani, allora la pressione non può che aumentare.

E come ogni sequel degno di questo appellativo, anche quello diretto ancora una volta da Antonio Pisu lavora in accumulo, sia in termini di posta in gioco che in termini di conflitto esterno e interno, sublimando la sensazione di spaesamento e di inadeguatezza dei suoi giovani protagonisti rispetto all’intreccio che li vede coinvolti. Per questo è indispensabile il tono da commedia pura che qui è ben bilanciato coi toni da spy thriller, in una pellicola che fa della sopravvivenza il proprio filo conduttore sia diegetico che tematico. Come ci si può adattare ad un mondo che cambia in continua evoluzione, e al quale noi non siamo preparati? È questa la domanda ricorrente di questo sequel più maturo e ambizioso, anche se ancora macchiato da qualche ingenuità.

Lo affermano gli stessi protagonisti, alle prese con una disillusione sempre più marcata e struggente che fa da contrasto invece con il quieto ottimismo della pellicola precedente, e che rende il film ancora più attuale perché legato alle paure dei giovani della nostra contemporaneità. E poi ci sono gli anni ’90, che a differenza degli anni ’80 lasciano intravedere quasi una sorta di oscurità premonitrice, e che sono tornati negli ultimissimi anni protagonisti di una riscoperta che lo stesso Pisu cerca di capitalizzare, pur con i limiti geografici e di portata che un’opera di questo tipo può avere.

Tornando a Est - Zahcary Baharov
Tornando a Est – Zahcary Baharov

Alla ricerca di sé

Anche però lasciando da parte il contesto storico e socio-politico (di nuovo tornano i materiali d’archivio, anche se meno preponderanti) è evidente come Tornando a Est rappresenti un racconto di formazione sulla falsariga del primo film, in cui Bibi, Pago e Rice cercano di dare un senso e una quadratura alle proprie vite, al proprio presente e quindi al proprio futuro. Sta tutto lì il gancio malinconico ed emotivo di un progetto che lavora sui massimi sistemi – in termini narrativi – per raccontare il disagio profondo di una generazione senza strumenti per autodeterminarsi. E, sebbene siano passati più di 30 anni, l’impressione fortissima è che si stia parlando dei giovani di oggi.

Ma se ancora una volta il viaggio è così piacevole il merito è soprattutto del trio Guenzi-Gatta-Costantini, perché ognuno dei tre ha ormai fatto proprie le istanze, le speranze, le aspirazioni e le preoccupazioni di quei tre vitelloni romagnoli che assomigliano davvero tanto a quelli che Fellini aveva raccontato 40 anni prima. Ci si prepara quindi ad un terzo (possibile) capitolo, magari di chiusura, nell’attesa di scoprire se quel cinema fortemente voluto da Pago abbia avuto o meno vita facile e se Bibi, prima o poi, ce la farà a non mettere i suoi amici nei casini. Ché tanto, come scriveva anche Camus, l’amicizia è camminare assieme, di pari passo; dove si andrà, poi, è un altro discorso.

TITOLO Tornando a Est
REGIA Antonio Pisu
ATTORI Lodo Guenzi, Matteo Gatta, Jacopo Costantini, Cesare Bocci, Zahcary Baharov, Alexandra Vale, Ekaterina Lazarewska, Samuele Sbrighi, Caterina Gabanella, Pierpaolo de Meio, Konstantin Trendafilov, Plamena Getova 
USCITA 13 febbraio 2025
DISTRIBUZIONE Plaion Pictures 

 

VOTO:

Tre stelle

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